Fonti giornalistiche parlano di cancellazione motivata dallo sciopero dei diplomatici israeliani. Ma Lombardi: «Tutto rimane come da programma»
di Andrea Tornielli
Vatican Insider - Il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa, previsto dal 24 al 26 maggio, resta in programma. Non è stato cancellato. Lo ha dichiarato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dopo che fonti giornalistiche israeliane avevano annunciato la sua cancellazione. All'origine delle difficoltà ci sono gli scioperi, tuttora in corso, del servizio diplomatico e dei dipendenti del ministero degli Esteri.
Il portavoce vaticano ha spiegato che le agitazioni - all'origine anche dello spostamento della visita di David Cameron, primo ministro inglese, in Israele inizialmente prevista per il 12 marzo - potrebbero «creare difficoltà alla preparazione della visita, ma per il momento tutto rimane come da programma e per noi non c'è altro».
Come si ricorderà, la visita papale in Terra Santa prevede un intenso programma di soli tre giorni. Un pellegrinaggio dalle motivazioni religiose, per commemorare i cinquant'anni dalla visita di Paolo VI e dal suo storico abbraccio con il patriarca di Costantinopoli Atenagora. Oltre a Gerusalemme, tappa finale del viaggio papale, sono previste tappe in Giordania e nei Territori sottoposti all'Autorità palestinese.
La protesta, economica, dei funzionari del ministero degli esteri israeliani è ripresa dallo scorso 4 marzo dopo la chiusura nei mesi scorsi, al termine di sette mesi di disagi, di un accordo grazie alla mediazione della Corte del lavoro. Il dissidio si è riacceso con il ministro delle Finanze Yair Lapid e si sono avute subito numerose ripercussioni. I diplomatici israeliani non assicurano più la loro assistenza in caso di rappresentanze straniere in arrivo, né di visite in Israele o fuori, né rilasciano più visti o altri servizi.
Fonti giornalistiche avevano anche annunciato la cancellazione del viaggio della delegazione vaticana - guidata da Alberto Gasbarri - previsto nei prossimi giorni per studiare i dettagli della visita papale. Viaggio che invece è confermato, anche se con ogni probabilità non si svolgeranno gli incontri previsti al ministero degli Esteri d'Israele, mentre rimangono confermati tutti gli altri appuntamenti.
Nonostante le oggettive difficoltà, e il rischio che queste si ripercuotano sulla visita, sembra davvero difficile immaginare che il viaggio papale - atteso anche dal governo israeliano - venga cancellato quando mancano ancora due mesi e mezzo. Anche se non è dato di sapere come e quando gli scioperi finiranno.
di Andrea Tornielli
Vatican Insider - Il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa, previsto dal 24 al 26 maggio, resta in programma. Non è stato cancellato. Lo ha dichiarato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, dopo che fonti giornalistiche israeliane avevano annunciato la sua cancellazione. All'origine delle difficoltà ci sono gli scioperi, tuttora in corso, del servizio diplomatico e dei dipendenti del ministero degli Esteri.
Il portavoce vaticano ha spiegato che le agitazioni - all'origine anche dello spostamento della visita di David Cameron, primo ministro inglese, in Israele inizialmente prevista per il 12 marzo - potrebbero «creare difficoltà alla preparazione della visita, ma per il momento tutto rimane come da programma e per noi non c'è altro».
Come si ricorderà, la visita papale in Terra Santa prevede un intenso programma di soli tre giorni. Un pellegrinaggio dalle motivazioni religiose, per commemorare i cinquant'anni dalla visita di Paolo VI e dal suo storico abbraccio con il patriarca di Costantinopoli Atenagora. Oltre a Gerusalemme, tappa finale del viaggio papale, sono previste tappe in Giordania e nei Territori sottoposti all'Autorità palestinese.
La protesta, economica, dei funzionari del ministero degli esteri israeliani è ripresa dallo scorso 4 marzo dopo la chiusura nei mesi scorsi, al termine di sette mesi di disagi, di un accordo grazie alla mediazione della Corte del lavoro. Il dissidio si è riacceso con il ministro delle Finanze Yair Lapid e si sono avute subito numerose ripercussioni. I diplomatici israeliani non assicurano più la loro assistenza in caso di rappresentanze straniere in arrivo, né di visite in Israele o fuori, né rilasciano più visti o altri servizi.
Fonti giornalistiche avevano anche annunciato la cancellazione del viaggio della delegazione vaticana - guidata da Alberto Gasbarri - previsto nei prossimi giorni per studiare i dettagli della visita papale. Viaggio che invece è confermato, anche se con ogni probabilità non si svolgeranno gli incontri previsti al ministero degli Esteri d'Israele, mentre rimangono confermati tutti gli altri appuntamenti.
Nonostante le oggettive difficoltà, e il rischio che queste si ripercuotano sulla visita, sembra davvero difficile immaginare che il viaggio papale - atteso anche dal governo israeliano - venga cancellato quando mancano ancora due mesi e mezzo. Anche se non è dato di sapere come e quando gli scioperi finiranno.
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