L'emittente pubblica Tvp: “Invece che delle aspirazioni imperialiste di Mosca Francesco ha parlato con Barack Obama dell'ingiustizia sociale”
Vatican Insider - I telespettatori sono stati avvisati. Il conduttore della principale edizione del Tg della sera dell'emittente pubblica polacca Tvp aveva ammesso che il servizio che stava per essere messo in onda avrebbe potuto deludere quelli che si aspettavano una dura condanna degli avvenimenti in Crimea. Si trattava dell'udienza concessa da papa Francesco al presidente americano Barack Obama, avvenuta in Vaticano lo stesso giovedì mattina.
Il fulcro del materiale stava in quella frase: “Invece che delle aspirazioni imperialiste di Mosca Francesco ha parlato con Barack Obama dell'ingiustizia sociale”. L'autore del pezzo si e spinto a dire che “se possiamo fidarci delle fonti vaticane, il tema dell'Ucraina era passato in secondo piano”. È stato poi detto che dopo l'annessione della Crimea da parte della Federazione Russa “la Santa Sede si è dimostrata molto prudente nell'emettere qualsiasi comunicato” e papa Francesco “si era limitato alla preghiera per la pace nella regione”.
Non finiva lì. Il commento fuori campo proseguiva dicendo che “la voce della Santa Sede continua a essere importante sulla scena internazionale, ma dopo il pontificato di Benedetto XVI meno distinguibile e per questo meno ascoltata”. Per concludere che “con Giovanni Paolo II era diverso”.
Ciò provava la sua instancabile lotta contro il comunismo intrapresa fin dal primo viaggio in Polonia nel 1979, quando - beninteso - ben altri erano rischi di un tale coraggio. Il servizio finiva con una malcelata accusa: “È cambiata la realtà e i suoi protagonisti, ma i pericoli e le attese legate al capo della Chiesa cattolica sono rimasti uguali”.
A un mese dalla canonizzazione del Papa polacco da parte del suo successore argentino non è male.
di Marek Lehnert
Vatican Insider - I telespettatori sono stati avvisati. Il conduttore della principale edizione del Tg della sera dell'emittente pubblica polacca Tvp aveva ammesso che il servizio che stava per essere messo in onda avrebbe potuto deludere quelli che si aspettavano una dura condanna degli avvenimenti in Crimea. Si trattava dell'udienza concessa da papa Francesco al presidente americano Barack Obama, avvenuta in Vaticano lo stesso giovedì mattina.
Il fulcro del materiale stava in quella frase: “Invece che delle aspirazioni imperialiste di Mosca Francesco ha parlato con Barack Obama dell'ingiustizia sociale”. L'autore del pezzo si e spinto a dire che “se possiamo fidarci delle fonti vaticane, il tema dell'Ucraina era passato in secondo piano”. È stato poi detto che dopo l'annessione della Crimea da parte della Federazione Russa “la Santa Sede si è dimostrata molto prudente nell'emettere qualsiasi comunicato” e papa Francesco “si era limitato alla preghiera per la pace nella regione”.
Non finiva lì. Il commento fuori campo proseguiva dicendo che “la voce della Santa Sede continua a essere importante sulla scena internazionale, ma dopo il pontificato di Benedetto XVI meno distinguibile e per questo meno ascoltata”. Per concludere che “con Giovanni Paolo II era diverso”.
Ciò provava la sua instancabile lotta contro il comunismo intrapresa fin dal primo viaggio in Polonia nel 1979, quando - beninteso - ben altri erano rischi di un tale coraggio. Il servizio finiva con una malcelata accusa: “È cambiata la realtà e i suoi protagonisti, ma i pericoli e le attese legate al capo della Chiesa cattolica sono rimasti uguali”.
A un mese dalla canonizzazione del Papa polacco da parte del suo successore argentino non è male.
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