Dopo l’uccisione di tre suoi membri, la Jihad Islamica ha reagito con il lancio di 25 missili. Il premier israeliano promette una dura reazione. La gente di Gaza teme una notte di fuoco. (aggiornamento: Sarebbero 130 i razzi lanciati dalla Jihad Islamica. L’aviazione israeliana ha colpito Rafah e Khan Younis a Sud e Beit Lahiya a Nord).
NenaNews - La gente di Gaza si aspetta una notte di fuoco dopo la ventina di razzi lanciati verso Israele dalle Brigate Al Quds, braccio armato della Jihad Islamica, e la promessa di risposta del premier Netanyahu. Dopo i bombardamenti di ieri contro la Striscia, nei quali hanno perso la vita tre miliziani della Jihad Islamica (Ismail Abu Joudah, 23 anni; Shaher Abu Shanab, 24 anni; e Abdelshafi Abu Muammar, 33), è giunta oggi la reazione del movimento islamista: sarebbero 25 i razzi lanciati verso il territorio israeliano, nell’area di Sderot, senza provocare morti né feriti. “La risposta contro i crimini dell’occupazione è cominciata – si legge in un comunicato del gruppo – L’ultimo in ordine di tempo l’uccisione di tre nostri membri. Stavano affrontando l’occupazione per impedire l’ingresso dei veicoli militari israeliani che si stavano avvicinando all’area”. Secondo l’esercito israeliano, i tre avrebbero lanciato un razzo contro i soldati, nella zona di Khan Younis, a Sud della Striscia.
E mentre le sirene suonano a ripetizione nelle città israeliane al confine a seguito di quella che Haim Yellin, funzionario comunale, ha definito “la peggiore pioggia di razzi da due anni”, il premier Netanyahu annuncia una risposta immediata: “Sembra che il lancio di missili sia giunto in risposta all’attacco preventivo della nostra aviazione – ha scritto il primo ministro su Facebook – Continueremo a fermare gli attacchi e a colpire chiunque tenti di danneggiarci e agiremo con l’utilizzo della piena forza”.
“Il numero di razzi lanciati dalla Striscia nell’ultimo anno è stato il più basso del decennio – ha detto il premier, citato dal sito israeliano Ynet News – Ma non è abbastanza. Continueremo ad agire per garantire la sicurezza del popolo di Israele sia a Sud che in tutto il Paese”.
Gli ultimi giorni sono stati teatro di una drammatica escalation di violenza: sei palestinesi sono stati uccisi in poche ore, lunedì, sia a Gaza che in Cisgiordania. Morti che arrivano dopo l’uccisione del giovane Moatazz Washaha, ucciso a Birzeit due settimane fa mentre cercava di evitare l’arresto nascondendosi in casa. Non sono pochi i palestinesi che vedono in una simile ondata di violenze il tentativo da parte israeliana di scatenare una reazione popolare che giustifichi un intensificarsi delle restrizioni e – forse – l’abbandono dei negoziati in corso.
NenaNews - La gente di Gaza si aspetta una notte di fuoco dopo la ventina di razzi lanciati verso Israele dalle Brigate Al Quds, braccio armato della Jihad Islamica, e la promessa di risposta del premier Netanyahu. Dopo i bombardamenti di ieri contro la Striscia, nei quali hanno perso la vita tre miliziani della Jihad Islamica (Ismail Abu Joudah, 23 anni; Shaher Abu Shanab, 24 anni; e Abdelshafi Abu Muammar, 33), è giunta oggi la reazione del movimento islamista: sarebbero 25 i razzi lanciati verso il territorio israeliano, nell’area di Sderot, senza provocare morti né feriti. “La risposta contro i crimini dell’occupazione è cominciata – si legge in un comunicato del gruppo – L’ultimo in ordine di tempo l’uccisione di tre nostri membri. Stavano affrontando l’occupazione per impedire l’ingresso dei veicoli militari israeliani che si stavano avvicinando all’area”. Secondo l’esercito israeliano, i tre avrebbero lanciato un razzo contro i soldati, nella zona di Khan Younis, a Sud della Striscia.
E mentre le sirene suonano a ripetizione nelle città israeliane al confine a seguito di quella che Haim Yellin, funzionario comunale, ha definito “la peggiore pioggia di razzi da due anni”, il premier Netanyahu annuncia una risposta immediata: “Sembra che il lancio di missili sia giunto in risposta all’attacco preventivo della nostra aviazione – ha scritto il primo ministro su Facebook – Continueremo a fermare gli attacchi e a colpire chiunque tenti di danneggiarci e agiremo con l’utilizzo della piena forza”.
“Il numero di razzi lanciati dalla Striscia nell’ultimo anno è stato il più basso del decennio – ha detto il premier, citato dal sito israeliano Ynet News – Ma non è abbastanza. Continueremo ad agire per garantire la sicurezza del popolo di Israele sia a Sud che in tutto il Paese”.
Gli ultimi giorni sono stati teatro di una drammatica escalation di violenza: sei palestinesi sono stati uccisi in poche ore, lunedì, sia a Gaza che in Cisgiordania. Morti che arrivano dopo l’uccisione del giovane Moatazz Washaha, ucciso a Birzeit due settimane fa mentre cercava di evitare l’arresto nascondendosi in casa. Non sono pochi i palestinesi che vedono in una simile ondata di violenze il tentativo da parte israeliana di scatenare una reazione popolare che giustifichi un intensificarsi delle restrizioni e – forse – l’abbandono dei negoziati in corso.
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