martedì, marzo 11, 2014
Il governo deve permettere una ripresa dell’assistenza umanitaria in Darfur, in una zona dove in poche giorni scontri armati hanno costretto circa 40.000 persone a lasciare le loro case: a chiederlo è l’Esercito di liberazione del Sudan guidato da Minni Minnawi, uno dei gruppi ribelli della regione occidentale del paese.

Misna - Un portavoce, Trayo Ahmed Ali, ha sottolineato che le pressioni della “comunità internazionale” possono essere decisive perché Khartoum permetta il ritorno delle agenzie umanitarie espulse nel 2009. Scontri tra ribelli e milizie filo-governative si sono verificati dalla fine di febbraio nel Darfur meridionale, a sud del capoluogo Nyala. Migliaia di abitanti di villaggi dati alle fiamme hanno cercato rifugio in campi profughi già sovraffollati.

Violenze, del resto, sono state segnalate anche nel settore settentrionale del Darfur. Secondo i responsabili della missione congiunta dell’Onu e dell’Unione Africana nella regione, Unamid, migliaia di civili hanno cercato protezione presso una base dei peacekeeper nella cittadina di Saraf Umra. Le violenze sarebbero legate a tensioni tra le comunità Abbala e Beni Hussein. In lotta fra loro, riferisce il quotidiano Sudan Tribune, per il controllo di alcune miniere d’oro della zona.


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