Il Premier cinese Li Keqiang nella giornata di ieri, 5 Marzo, ha ufficialmente dichiarato guerra allo smog.
HDblog - Le megalopoli con decine di milioni di persone, veicoli e fabbriche hanno creato un vero e proprio disastro in termini ambientali, con città ormai preda di foschie cariche di particelle malsane ed un cielo azzurro forse rimasto nei soli ricordi. La soluzione più immediata potrebbe essere tutta tecnologica, alcune agenzie governative stanno infatti testando da tempo dei droni capaci di disperdere nell’atmosfera agenti chimici, in grado di combattere direttamente l’inquinamento e ‘paralizzare’ gli elementi incriminati nell’aria.
Il raggio di azione di questi UAV dovrebbe essere pari a circa 5 km, e questo con l’aiuto di 700 kg circa di agenti chimici ‘benevoli’ trasportabili da ogni singolo drone, adesso più economici e da mantenere e facili da controllare rispetto al passato. Il problema è che le particelle non potranno essere rimosse fisicamente con questo metodo, con i droni si potrà invece congelarli e farli cadere a terra, liberando parzialmente l’atmosfera nei dintorni di porti e aeroporti (inizialmente). Si tratta come ovvio di una soluzione parziale al problema, l’industrializzazione incontrollata di questi immensi centri urbani è la vera radice e fin quando non si porranno regole precise questo non sarà altro che un palliativo.
Per chi volesse approfondire il problema ecco la prima parte di un interessantissimo reportage girato da David Feinberg di Vice, un viaggio nella città di Linfen, entroterra cinese nella provincia dello Shanxi:
HDblog - Le megalopoli con decine di milioni di persone, veicoli e fabbriche hanno creato un vero e proprio disastro in termini ambientali, con città ormai preda di foschie cariche di particelle malsane ed un cielo azzurro forse rimasto nei soli ricordi. La soluzione più immediata potrebbe essere tutta tecnologica, alcune agenzie governative stanno infatti testando da tempo dei droni capaci di disperdere nell’atmosfera agenti chimici, in grado di combattere direttamente l’inquinamento e ‘paralizzare’ gli elementi incriminati nell’aria.
Il raggio di azione di questi UAV dovrebbe essere pari a circa 5 km, e questo con l’aiuto di 700 kg circa di agenti chimici ‘benevoli’ trasportabili da ogni singolo drone, adesso più economici e da mantenere e facili da controllare rispetto al passato. Il problema è che le particelle non potranno essere rimosse fisicamente con questo metodo, con i droni si potrà invece congelarli e farli cadere a terra, liberando parzialmente l’atmosfera nei dintorni di porti e aeroporti (inizialmente). Si tratta come ovvio di una soluzione parziale al problema, l’industrializzazione incontrollata di questi immensi centri urbani è la vera radice e fin quando non si porranno regole precise questo non sarà altro che un palliativo.
Per chi volesse approfondire il problema ecco la prima parte di un interessantissimo reportage girato da David Feinberg di Vice, un viaggio nella città di Linfen, entroterra cinese nella provincia dello Shanxi:
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