Portate misericordia e condivisione ovunque nel mondo.
È quanto Papa Francesco ha chiesto ai responsabili dell’Ordine dei Frati Minori Francescani, ricevuti in udienza. Il ministro generale dell’Ordine, fr. Michael Anthony Perry, spiega al microfono di Alessandro De Carolis la particolare sintonia riscontrata con il Papa che porta il nome del Fondatore del francescanesimo: ascolta
R. – Lui ha incominciato ricordando ciò che ha sperimentato nella sua vita presso i Francescani: la misericordia. E ha detto che questa misericordia noi dobbiamo continuare a portarla a tutti, in ogni parte del mondo, nei 112 Paesi in cui ci troviamo con 13 mila frati. Ma questo deve essere un messaggio per chiunque venga a cercare la vicinanza di Gesù: noi dobbiamo rappresentare per tutti un’esperienza di misericordia. Poi, lui ha parlato della nostra spiritualità: questa “minorità”, la povertà, i poveri di Cristo, che noi dobbiamo mantenere al centro della nostra testimonianza. E poi anche la nostra vicinanza ai popoli: ha sottolineato questa dimensione almeno tre-quattro volte.
D. – In un messaggio al momento della sua elezione, lei affermò che i Frati minori sono chiamati a vivere la condivisione e la fraternità come segno della “misericordia di Dio” verso i poveri, i giovani, gli anziani. Parole che hanno una fortissima sintonia con il magistero e lo stile di Papa Francesco, il Papa delle “periferie”…
R. – Certo. E’ vero che noi ci troviamo in sintonia con il Papa sulle questioni della condivisione e della fraternità. Andiamo verso il capitolo del 2015, che avrà luogo ad Assisi nel maggio dell’anno prossimo. Parteciperanno 130 frati, con i provinciali di tutte le entità. Il tema sarà: “Frati e minori nel mondo, oggi”. Allora, tocchiamo questa condivisione, questa fraternità, questo segno della misericordia di Dio verso i poveri, i giovani e gli anziani.
D. – In particolare, quali sono le priorità pastorali della vostra famiglia religiosa?
R. – Dare una testimonianza con la vita: poche parole e piuttosto la testimonianza di una vita coerente. E, secondo, camminare con i laici: siamo tutti sulla stessa strada, nella Chiesa, in Cristo. E questo è molto importante: non trattare i laici come operai, come assistenti, ma veramente come co-discepoli. Mi sembra che questo per noi sia molto importante. E poi continuiamo con il servizio della giustizia e della carità in favore dei poveri e degli emarginati.
D. – Il prossimo sarà l’Anno della vita consacrata. Come vi state preparando a questo appuntamento e che aspettative nutrite?
R. – Grazie a Dio, abbiamo anticipato quest’anno perché con il nostro Capitolo generale 2015 siamo già in cammino verso le diverse dimensioni della vita consacrata. Per esempio, stiamo cercando di capire come rivitalizzare la vita contemplativa all’interno del nostro carisma e poi la dimensione della vita fraterna, la comunione tra di noi e una comunione con tutte le persone di ogni religione e cultura, e anche con il Creato, con la natura. E poi, nella nostra vita consacrata, la dimensione francescana missionaria nel mondo di oggi.
fr. Michael Anthony Perry |
R. – Lui ha incominciato ricordando ciò che ha sperimentato nella sua vita presso i Francescani: la misericordia. E ha detto che questa misericordia noi dobbiamo continuare a portarla a tutti, in ogni parte del mondo, nei 112 Paesi in cui ci troviamo con 13 mila frati. Ma questo deve essere un messaggio per chiunque venga a cercare la vicinanza di Gesù: noi dobbiamo rappresentare per tutti un’esperienza di misericordia. Poi, lui ha parlato della nostra spiritualità: questa “minorità”, la povertà, i poveri di Cristo, che noi dobbiamo mantenere al centro della nostra testimonianza. E poi anche la nostra vicinanza ai popoli: ha sottolineato questa dimensione almeno tre-quattro volte.
D. – In un messaggio al momento della sua elezione, lei affermò che i Frati minori sono chiamati a vivere la condivisione e la fraternità come segno della “misericordia di Dio” verso i poveri, i giovani, gli anziani. Parole che hanno una fortissima sintonia con il magistero e lo stile di Papa Francesco, il Papa delle “periferie”…
R. – Certo. E’ vero che noi ci troviamo in sintonia con il Papa sulle questioni della condivisione e della fraternità. Andiamo verso il capitolo del 2015, che avrà luogo ad Assisi nel maggio dell’anno prossimo. Parteciperanno 130 frati, con i provinciali di tutte le entità. Il tema sarà: “Frati e minori nel mondo, oggi”. Allora, tocchiamo questa condivisione, questa fraternità, questo segno della misericordia di Dio verso i poveri, i giovani e gli anziani.
D. – In particolare, quali sono le priorità pastorali della vostra famiglia religiosa?
R. – Dare una testimonianza con la vita: poche parole e piuttosto la testimonianza di una vita coerente. E, secondo, camminare con i laici: siamo tutti sulla stessa strada, nella Chiesa, in Cristo. E questo è molto importante: non trattare i laici come operai, come assistenti, ma veramente come co-discepoli. Mi sembra che questo per noi sia molto importante. E poi continuiamo con il servizio della giustizia e della carità in favore dei poveri e degli emarginati.
D. – Il prossimo sarà l’Anno della vita consacrata. Come vi state preparando a questo appuntamento e che aspettative nutrite?
R. – Grazie a Dio, abbiamo anticipato quest’anno perché con il nostro Capitolo generale 2015 siamo già in cammino verso le diverse dimensioni della vita consacrata. Per esempio, stiamo cercando di capire come rivitalizzare la vita contemplativa all’interno del nostro carisma e poi la dimensione della vita fraterna, la comunione tra di noi e una comunione con tutte le persone di ogni religione e cultura, e anche con il Creato, con la natura. E poi, nella nostra vita consacrata, la dimensione francescana missionaria nel mondo di oggi.
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