venerdì, marzo 07, 2014
L’integrazione europea si è sviluppata con grande successo nel dopoguerra, per oltre cinquant’anni. L’unione monetaria invece si sta rivelando un grande abbaglio per molti paesi che hanno aderito all’Unione Europea. 

di Simona Santullo

Il nostro Presidente del Consiglio non ha per niente gradito la recente bacchettata che l’Italia ha ricevuto dal commissario dell’Unione europea agli Affari economici, Olli Rehn, il quale molto chiaramente ha detto che il nostro paese ha urgentemente bisogno di riforme per rafforzare la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro. Rehn ha anche esaminato quali possono essere le principali cause che stanno alla base della perdita di competitività italiana, come la pressione fiscale troppo elevata, disallineamento tra gli stipendi e produttività e la rigidità nello stabilire i salari. Tre punti che secondo il commissario dell’Unione europea vanno rivisti con urgenza, affinché si possa intervenire sui problemi che ci sono in Italia.

Matteo Renzi ovviamente non ha apprezzato l’ennesimo intervento di Bruxelles e al termine del Consiglio europeo straordinario sulla crisi Ucraina ha dato sfogo a tutto il suo rammarico circa i nuovi avvertimenti della Commissione europea sugli “eccessivi squilibri” nella situazione economica italiana. Durante il vertice e in diversi incontri avuti con Angela Merkel, Francois Hollande, David Cameron e Donald Tusk,, Renzi è stato molto diplomatico e si è guardato bene dall’affrontare il tema dei conti pubblici italiani, del resto fonti di governo riferiscono che il Premier starebbe adottando misure economiche importanti e che permetterebbero all’Italia di evitare una sanzione europea entro aprile.

Le misure in questione sono quelle cui il governo lavora ormai da settimane e che il presidente del Consiglio proporrà a tutti noi mercoledì. S’inizia con la riforma del mercato del lavoro, passando per il piano di edilizia scolastica fino ad arrivare allo sblocco dei debiti della pubblica amministrazione. Renzi quindi intende arrivare al Consiglio europeo del 20 e 21 marzo con i “compiti fatti” o per lo meno con la “brutta copia scritta” che è già un buon ‘passettino’ avanti. Mercoledì prossimo il governo varerà la riforma del jobs act, il taglio del cuneo fiscale di dieci miliardi e il rimborso dei debiti della Pubblica amministrazione attraverso la Cassa depositi e prestiti, più il grosso impegno di portare a termine le riforme istituzionali e eliminare il Senato. Renzi è ottimista e pensa ad inserire nuove misure e nuovi stimoli per il sistema economico italiano. Bruxelles dal canto suo vuole vedere subito i risultati anti-debito che potrebbero essere realizzati solo con grossi tagli della spesa. È abbastanza evidente che non c’è, almeno per ora, la volontà da parte dell’Europa di venirci incontro e la volontà di dare una mano a questo paese già tanto in difficoltà e intanto aumenta la sfiducia nei confronti dell’euro e dell’Eurozona.

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