venerdì, marzo 28, 2014
Come ti gestisco le strisce blu, e cioè cambiare per non cambiare: la gattopardesca norma che “aiuta” i Comuni. 

di Danilo Stefani 

Nei giorni scorsi avevamo seguito con speranza la vicenda delle multe sulle aree da striscia blu. Poteva concludersi a vantaggio dei cittadini automobilisti? I fatti sono fatti, e le parole sono parole, e quindi per “ripianare” le cose e riportarci in carreggiata, cosa fanno i ministri Alfano e Lupi riuniti con il presidente dell’Anci Fassino? Regolarizzano: i comuni potranno deliberare sulla regolamentazione della sosta entro le strisce blu; come dire “continuate come avete sempre fatto”.

Era, invero, troppo logico far pagare delle differenze per gli orari prolungati in sosta oltre il previsto. E poi, poveri Comuni, come potevano organizzarsi? Meglio, molto meglio, lasciare le cose come stanno: un piccolo atto comunale per mantenere lo status quo è la soluzione migliore per non impegolarsi e non ridurre considerevolmente le entrate.

Calcolare i tempi del parcheggio nel miglior modo possibile, rimane quindi una prerogativa esclusiva del cittadino moderno, che tra uno stress e l’altro, in città sempre più caotiche deve azzeccare le durate di commissioni e appuntamenti. Un’ora per il dentista? E se ritarda a sua volta? Nel dubbio paghiamo per le due ore, “perché non si sa mai”. Visitare un malato all’ospedale? Quanto ci vorrà? Anche qui, figuriamoci, facciamo i signori e abbondiamo nel parcheggio. Mille e più di mille sono i casi dove è meglio abbondare, e noi ci premuniamo di eccedere. A conti fatti, cari ministri e amministratori, le multe, i cittadini le pagano in anticipo (o meglio, pagano un surplus anticipato per non prendere la multa completa).

E che dire delle macchinette che non di danno il resto? E di quelle che non ti consentono di pagare per i dieci minuti che ti servirebbero e quindi sei costretto a pagare minimo un’ora? Servirebbero dei rimborsi, altro che multe.

La rabbia è blu come le strisce: ma almeno per ora, è gratis.


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