martedì, marzo 18, 2014
Quattro razzi esplosi dalla Siria sono caduti sulle colline della località sunnita di Ersal, nella valle della Bekaa (est), e un’autobomba è stata neutralizzata: lo hanno riferito fonti militari libanesi, annunciando un rafforzamento del proprio dispositivo di sicurezza lungo il confine con la Siria.

Misna - Almeno un uomo è rimasto ferito dai razzi che hanno colpito i villaggi di Laboué (o Labewh) e Nabi Osman (o Al Nabi Othman). Quest’ultimo villaggio è stato il teatro di un attentato suicida che ha causato due morti e 14 feriti domenica sera. Nell’esplosione dell’autobomba sono stati uccisi due esponenti di Hezbollah, il movimento sciita libanese che combatte in Siria accanto alle forze governative del presidente Bashar Al Assad contro gli insorti.

L’attentato di domenica è stato rivendicato dai jihadisti del Fronte Al Nusra e da un gruppo armato sunnita poco noto, Liwa Ahrar al Sunna. Nella vicina località di Al Fakiha, ieri l’esercito ha fatto esplodere un’autobomba che era stata parcheggiata dagli attentatori a 300 metri da una scuola, impedendo un altro atto terroristico contro il Libano, trascinato ormai da mesi nelle violenze collaterali del conflitto siriano.

Le forze armate libanesi sono in stato di massima allerta dopo la riconquista due giorni fa di Yabroud, una delle principali roccaforti della ribellione siriana nei pressi del confine col Libano, da parte dell’esercito di Damasco sostenuto da Hezbollah. Per evitare “infiltrazioni di elementi armati e autobombe in provenienza dalla Siria, sono state rafforzate le posizioni dell’esercito nei villaggi di Fakiha e Aïn a Ras Baalbeck” scrive il quotidiano locale L’Orient-Le-Jour. Con la collaborazione delle amministrazioni locali, le forze armate libanesi starebbero utilizzando trattori e altri veicoli civili per bloccare alcuni corridoi di transito nei pressi del confine siriano, in particolare nella regione di Hamrat, nelle zone di Ersal, di Fakiha e nei villaggi di Nabid Osman e Laboué. Dalle moschee della città di Ersal è stato lanciato un appello al coprifuoco.

L’altra zona che risente della guerra in corso nel paese confinante è quella di Tripoli, capoluogo della nord del Libano, dove colpi d’arma da fuoco sporadici si sono fatti sentire nella notte. L’Agenzia nazionale di informazione (Ani) ha riferito di scontri armati tra miliziani di quartieri storicamente rivali di Jabal Mohsen, a maggioranza alawita e pro-Assad, e di Bab el Tebbane, a maggioranza sunnita e contrario al regime siriano. L’intervento dell’esercito di Beirut non è riuscito a fermare la nuova ondata di violenze tra le due parti che ha già causato almeno 12 morti e 95 feriti da giovedì scorso. E’ atteso oggi a Tripoli per una mediazione il nuovo primo ministro Tamma Salam, che incontrerà i deputati del capoluogo settentrionale.


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