Il Premier in un'intervista al Corriere: è tra i quattro punti irrinunciabili.
Roma (WSI) - "Il Senato non deve essere eletto, se non passa la riforma finisce la mia storia politica. Se Pera o Schifani avessero lanciato avvertimenti come Grasso, la sinistra avrebbe fatto i girotondi sotto Palazzo Madama". Matteo Renzi, in un`intervista al Corriere, reagisce così alle parole del presidente del Senato sulla riforma che oggi arriva in Consiglio dei ministri.
"Basta con i professionisti dell`appello ú insiste il presidente del Consiglio riferendosi all'ultima iniziativa dei giuristi Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky ú ho giurato sulla Costituzione non su Rodotà e Zagrebelsky. Se vogliamo ribaltare burocrazia ed establishment dobbiamo partire dalla politica".
Renzi sottolinea che oggi verrà presentato "il disegno di legge costituzionale per superare il Senato e il titolo V sui rapporti Stato-Regioni. Sarà uno spartiacque tra chi vuole cambiare e chi vuole far finta di cambiare. Entriamo nei canapi.
Vedremo chi correrà più forte". E ribadisce: "Non è più possibile giocare al "non c`è stato tempo per discutere". Ne abbiamo discusso. Venti giorni fa, nella conferenza stampa su cui avete tanto ironizzato, quella della 'televendita', abbiamo presentato la nostra bozza di riforma costituzionale. L`abbiamo messa sul sito del governo. Abbiamo ricevuto molti spunti e stimoli, anche da Confindustria e Cgil, gente che non è che ci ami molto. Abbiamo incontrato la Conferenza Stato-Regioni e l`Anci. Abbiamo fatto un lavoro serio sui contenuti. Ora è il momento di stringere. Il dibattito parlamentare può essere uno stimolo, un arricchimento. Ma non può sradicare i paletti che ci siamo dati".
Per il presidente del Consiglio i punti irrinunciabili del ddl sono quattro: "Il Senato non vota la fiducia.Non vota le leggi di bilancio. Non è eletto. E non ha indennità: i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni sono già pagati per le loro altre funzioni". Quanto all'elezione diretta dei senatori, su cui insiste il presidente del Senato Pietro Grasso e anche Forza Italia sembra essere d'accordo "è stata scartata dal Pd con le primarie, dalla maggioranza e da Berlusconi nell`accordo del Nazareno. Non so se Forza Italia ora abbia cambiato idea; se è così - dice Renzi - ce lo diranno.
L`accordo riduce il costo dei consiglieri regionali, che non possono guadagnare più del sindaco del comune capoluogo.
Elimina Rimborsopoli. È un`operazione straordinaria, un grande cambiamento. È la premessa perché i politici possano guardare in faccia la gente. Se vogliamo eliminare la burocrazia, le rendite, le incrostazioni, la logica di quella parte dell`establishment per cui "si è sempre fatto così", dobbiamo dare il buon esempio. Dobbiamo cominciare a cambiare noi. Con la legge elettorale, con l`abolizione delle Province, con il superamento del Senato. Rimettere dentro, 24 ore prima, l`elezione diretta dei senatori è un tentativo di bloccare questa riforma. E io domani (oggi, nda) la rilancio. Scendo io in sala stampa a Palazzo Chigi, con i ministri, a presentarla".
Non un altro show, annuncia il premier: "Però scendo anche io, ci metto la faccia. Quel che dev`essere chiaro è che su questo punto mi gioco tutto". Insomma, se non passa la riforma non solo cade il governo ma "Io mi gioco tutta la mia storia politica".
(TMNews)
Roma (WSI) - "Il Senato non deve essere eletto, se non passa la riforma finisce la mia storia politica. Se Pera o Schifani avessero lanciato avvertimenti come Grasso, la sinistra avrebbe fatto i girotondi sotto Palazzo Madama". Matteo Renzi, in un`intervista al Corriere, reagisce così alle parole del presidente del Senato sulla riforma che oggi arriva in Consiglio dei ministri.
"Basta con i professionisti dell`appello ú insiste il presidente del Consiglio riferendosi all'ultima iniziativa dei giuristi Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky ú ho giurato sulla Costituzione non su Rodotà e Zagrebelsky. Se vogliamo ribaltare burocrazia ed establishment dobbiamo partire dalla politica".
Renzi sottolinea che oggi verrà presentato "il disegno di legge costituzionale per superare il Senato e il titolo V sui rapporti Stato-Regioni. Sarà uno spartiacque tra chi vuole cambiare e chi vuole far finta di cambiare. Entriamo nei canapi.
Vedremo chi correrà più forte". E ribadisce: "Non è più possibile giocare al "non c`è stato tempo per discutere". Ne abbiamo discusso. Venti giorni fa, nella conferenza stampa su cui avete tanto ironizzato, quella della 'televendita', abbiamo presentato la nostra bozza di riforma costituzionale. L`abbiamo messa sul sito del governo. Abbiamo ricevuto molti spunti e stimoli, anche da Confindustria e Cgil, gente che non è che ci ami molto. Abbiamo incontrato la Conferenza Stato-Regioni e l`Anci. Abbiamo fatto un lavoro serio sui contenuti. Ora è il momento di stringere. Il dibattito parlamentare può essere uno stimolo, un arricchimento. Ma non può sradicare i paletti che ci siamo dati".
Per il presidente del Consiglio i punti irrinunciabili del ddl sono quattro: "Il Senato non vota la fiducia.Non vota le leggi di bilancio. Non è eletto. E non ha indennità: i rappresentanti delle Regioni e dei Comuni sono già pagati per le loro altre funzioni". Quanto all'elezione diretta dei senatori, su cui insiste il presidente del Senato Pietro Grasso e anche Forza Italia sembra essere d'accordo "è stata scartata dal Pd con le primarie, dalla maggioranza e da Berlusconi nell`accordo del Nazareno. Non so se Forza Italia ora abbia cambiato idea; se è così - dice Renzi - ce lo diranno.
L`accordo riduce il costo dei consiglieri regionali, che non possono guadagnare più del sindaco del comune capoluogo.
Elimina Rimborsopoli. È un`operazione straordinaria, un grande cambiamento. È la premessa perché i politici possano guardare in faccia la gente. Se vogliamo eliminare la burocrazia, le rendite, le incrostazioni, la logica di quella parte dell`establishment per cui "si è sempre fatto così", dobbiamo dare il buon esempio. Dobbiamo cominciare a cambiare noi. Con la legge elettorale, con l`abolizione delle Province, con il superamento del Senato. Rimettere dentro, 24 ore prima, l`elezione diretta dei senatori è un tentativo di bloccare questa riforma. E io domani (oggi, nda) la rilancio. Scendo io in sala stampa a Palazzo Chigi, con i ministri, a presentarla".
Non un altro show, annuncia il premier: "Però scendo anche io, ci metto la faccia. Quel che dev`essere chiaro è che su questo punto mi gioco tutto". Insomma, se non passa la riforma non solo cade il governo ma "Io mi gioco tutta la mia storia politica".
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