L’ex componente della band era, da gennaio, agli arresti domiciliari per accuse di molestie su minori.
di Emanuela Biancardi
Paolo Bovi, ex tastierista e in seguito fonico dei Modà, ha tentato di togliersi la vita nella notte tra sabato e domenica. L’uomo era agli arresti domiciliari, nella sua casa a Cernusco sul Naviglio, dal gennaio di quest’anno con l’accusa di abusi su minori avvenuti durante una gita in un campeggio in Valle D’Aosta, organizzato dalla Parrocchia nella quale il Bovi era animatore. Nel 2013, dopo il racconto dei fatti da parte di alcuni ragazzi ai loro genitori, la denuncia nei confronti dell’uomo. Ricordiamo che secondo il gip di Milano, Luigi Gargiulo, non ci sarebbero stati rapporti sessuali. Dopo l’arresto Paolo Bovi era stato obbligato ad indossare il braccialetto elettronico che l’uomo è riuscito a manomettere con un cacciavite e in seguito a liberarsene. E’ stato proprio l’impulso emesso dal bracciale, nel distacco, ad allertare la Centrale Operativa dei Carabinieri. Il Bovi era chiuso nella sua automobile, poco distante dalla sua abitazione, con un pezzo di gomma collegato al tubo di scappamento. Gli agenti di Cassano D’Adda lo hanno trovato ancora in vita e in forte stato confusionale. Trasportato all’ospedale di Cernusco sul Naviglio, una volta dimesso, è stato trasferito in carcere.
Paolo Bovi era stato il co-fondatore dei Modà, col ruolo di tastierista fino alla scelta di continuare a seguire il gruppo come fonico. Un rapporto di profonda amicizia e di grande amore per la musica che ha permesso al Bovi di condividere con la band i grandi successi degli ultimi anni. Dopo l’arresto, l’ex Modà, si era allontanato inevitabilmente anche dal gruppo. Ora è richiuso nel carcere di San Vittore con l’accusa di evasione.
di Emanuela Biancardi
Paolo Bovi, ex tastierista e in seguito fonico dei Modà, ha tentato di togliersi la vita nella notte tra sabato e domenica. L’uomo era agli arresti domiciliari, nella sua casa a Cernusco sul Naviglio, dal gennaio di quest’anno con l’accusa di abusi su minori avvenuti durante una gita in un campeggio in Valle D’Aosta, organizzato dalla Parrocchia nella quale il Bovi era animatore. Nel 2013, dopo il racconto dei fatti da parte di alcuni ragazzi ai loro genitori, la denuncia nei confronti dell’uomo. Ricordiamo che secondo il gip di Milano, Luigi Gargiulo, non ci sarebbero stati rapporti sessuali. Dopo l’arresto Paolo Bovi era stato obbligato ad indossare il braccialetto elettronico che l’uomo è riuscito a manomettere con un cacciavite e in seguito a liberarsene. E’ stato proprio l’impulso emesso dal bracciale, nel distacco, ad allertare la Centrale Operativa dei Carabinieri. Il Bovi era chiuso nella sua automobile, poco distante dalla sua abitazione, con un pezzo di gomma collegato al tubo di scappamento. Gli agenti di Cassano D’Adda lo hanno trovato ancora in vita e in forte stato confusionale. Trasportato all’ospedale di Cernusco sul Naviglio, una volta dimesso, è stato trasferito in carcere.
Paolo Bovi era stato il co-fondatore dei Modà, col ruolo di tastierista fino alla scelta di continuare a seguire il gruppo come fonico. Un rapporto di profonda amicizia e di grande amore per la musica che ha permesso al Bovi di condividere con la band i grandi successi degli ultimi anni. Dopo l’arresto, l’ex Modà, si era allontanato inevitabilmente anche dal gruppo. Ora è richiuso nel carcere di San Vittore con l’accusa di evasione.
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