Il primo ministro ucraino Arseni Iatseniouk è atteso oggi alla Casa Bianca e domani al Palazzo di vetro, nuovo segnale di sostegno americano al governo ad interim di Kiev proprio nel momento in cui Mosca rafforza la sua pressione sulla Crimea. Ieri il Parlamento della penisola ha votato la piena indipendenza anticipando di fatto il referendum di domenica prossima, che la comunità internazionale continua a ritenere illegale. Il servizio di Gabriella Ceraso.
Radio Vaticana - Quella di Mosca è una violazione dell’integrità territoriale ucraina e Putin è una minaccia per la stabilità dell’est europeo bisogna rispondere con sanzioni economiche e commerciali anche contro le banche e le organizzazioni statali russe. E’ quanto ha chiesto al presidente Usa Obama il Congresso, alla vigilia della visita alla Casa Bianca del premier ucraino ad interim Yatseniuk che prenderà la parola anche al Consiglio di sicurezza dell’Onu domani. Si rafforza dunque l’asse di appoggio a Kiev da parte dell’occidente, anche con la Germania che accusa Mosca di voler annettersi la Crimea,le richieste di sanzioni specie da Francia e Regno Unito e il sostegno da un miliardo varato ieri dalla Commissione Ue. Intanto da Kiev a parlare è il presidente ad interim Turcinov che boccia come illegittimo il sì all’indipendenza votato dal Parlamento regionale di Crimea, e avverte che non ci sarà intervento militare in caso di annessione per impedire indebolimenti di truppe al confine est. Il referendum definito una farsa da Turcinov e da buona parte della comunità internazionale sembra però inevitabile: il commento di Aldo Ferrari dell’Istituto Studi politica internazionale:
A questo punto, essendo andati così tanto avanti in tutte le direzioni – e mi permetto di dire che gli errori sono stati gravissimi da parte di quasi tutti attori, da Yanukovich all’Unione Europea alla Russia – direi che se si vuole evitare lo scenario peggiore, che è quello della secessione della Crimea e potenzialmente anche di altre regioni russofone dell’Ucraina orientale, con devastanti conseguenze in Europa e nelle relazioni internazionali, la cosa migliore, per quanto non semplice da realizzare, sarebbe una grande conferenza internazionale nella quale ridiscutere in sostanza il posizionamento e la struttura stessa dell’Ucraina, cioè ritornare indietro e vedere esattamente di risolvere questa instabilità, che ormai da 20 anni caratterizza l’Ucraina indipendente, che evidentemente così com’è strutturata non riesce ad essere stabile.
Radio Vaticana - Quella di Mosca è una violazione dell’integrità territoriale ucraina e Putin è una minaccia per la stabilità dell’est europeo bisogna rispondere con sanzioni economiche e commerciali anche contro le banche e le organizzazioni statali russe. E’ quanto ha chiesto al presidente Usa Obama il Congresso, alla vigilia della visita alla Casa Bianca del premier ucraino ad interim Yatseniuk che prenderà la parola anche al Consiglio di sicurezza dell’Onu domani. Si rafforza dunque l’asse di appoggio a Kiev da parte dell’occidente, anche con la Germania che accusa Mosca di voler annettersi la Crimea,le richieste di sanzioni specie da Francia e Regno Unito e il sostegno da un miliardo varato ieri dalla Commissione Ue. Intanto da Kiev a parlare è il presidente ad interim Turcinov che boccia come illegittimo il sì all’indipendenza votato dal Parlamento regionale di Crimea, e avverte che non ci sarà intervento militare in caso di annessione per impedire indebolimenti di truppe al confine est. Il referendum definito una farsa da Turcinov e da buona parte della comunità internazionale sembra però inevitabile: il commento di Aldo Ferrari dell’Istituto Studi politica internazionale:
A questo punto, essendo andati così tanto avanti in tutte le direzioni – e mi permetto di dire che gli errori sono stati gravissimi da parte di quasi tutti attori, da Yanukovich all’Unione Europea alla Russia – direi che se si vuole evitare lo scenario peggiore, che è quello della secessione della Crimea e potenzialmente anche di altre regioni russofone dell’Ucraina orientale, con devastanti conseguenze in Europa e nelle relazioni internazionali, la cosa migliore, per quanto non semplice da realizzare, sarebbe una grande conferenza internazionale nella quale ridiscutere in sostanza il posizionamento e la struttura stessa dell’Ucraina, cioè ritornare indietro e vedere esattamente di risolvere questa instabilità, che ormai da 20 anni caratterizza l’Ucraina indipendente, che evidentemente così com’è strutturata non riesce ad essere stabile.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.