mercoledì, aprile 30, 2014
Mosca è pronta a rivedere la presenza delle aziende europee e statunitensi se si continua sulla strada delle sanzioni e lamenta che l’Ue, invece di spingere Kiev alla trattativa, si lascia guidare da Washington.

Radio Vaticana - Ieri nella lista nera dell’Unione europea sono finite altre 15 personalità tra politici, 007 e separatisti. Intanto nel sud est ucraino i filorussi continuano l’avanzata assediando il palazzo del governo, della tv e la sede della polizia nella regione di Lugansk. Il servizio di Gabriella Ceraso: ascolta

Congelamento di beni e divieto di viaggio sul proprio territorio ad altre 15 personalita' russe e ucraine: dunque dopo quelle statunitensi ieri sono arrivate anche le sanzioni dell’Unione europea che però non colpiscono imprenditori e compagnie federali ma solo politici, militari e leader separatisti filo-russi. Restano fuori anche nomi scomodi come Ponomariov l’autoproclamato sindaco di Sloviansk dove sono tenuti in ostaggio gli osservatori dell’Osce. A favore del loro rilascio si pronuncia anche il presidente Putin che dal canto suo non gradisce la mossa europea."Gesto non amichevole" commenta, minacciando,se necessario, dice, reazioni economiche strategiche, dunque senza affondare per ora il colpo definitivo. Washington ha manovrato tutto sin dall’inizio, sostiene Putin che continua a negare la presenza di propri soldati nel sud est dell’Ucraina. Proprio lì ieri nuova mossa dei separatisti con tre edifici occupati a Lugansk,la sede della regione, la Procura e la televisione. Non si segnalano feriti,ma il presidente da interim Turchinov ha criticato l’inattività delle forze locali di polizia. In condizioni sempre gravi è, invece, il sindaco di Kharkov contro cui un cecchino ha sparato due giorni fa.

Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/news/2014/04/30/mosca_contro_le_sanzioni_ue_e_usa:cos%C3%AC_si_torna_alla_cortina_di/it1-795104 del sito Radio Vaticana

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