martedì, aprile 29, 2014
Nessuno schiarita finora per la vicenda del 24enne turista statunitense agli arresti in Corea del Nord per avere strappato il visto d’ingresso durante i controlli d’immigrazione all’arrivo all’aeroporto di Pyongyang e, secondo le fonti ufficiali nordcoreane, avere chiesto asilo politico. 

Misna - Il giovane, Matthew Todd Miller, aveva prenotato un viaggio individuale attraverso un’agenzia Usa specializzata in viaggi nel paese estremo-orientale e la sua vicenda è iniziata il 10 aprile, anche se I particolari sono stati appena diffusi. Nessuna conferma, né da parte nordcoreana, né da parte americana, riguardo la richiesta di asilo, ma la diffusione delle informazioni sui canali dell’agenzia di stampa ufficiale Kcna, durante la visita del presidente Usa Barack Obama in Corea del Sud giovedì e venerdì della scorsa settimana, non è casuale. Come pure la comunicazione della volontà di Todd di chiedere asilo nel paese che resta tecnicamente in stato di guerra con il Sud e con il suo alleato americano. Una mossa che per le autorità di Pyongyang costituisce “una palese violazione” della legge nordcoreana.

Nessuna spiegazione invece, per il ritardo di due settimane con cui i mezzi d’informazione ufficiali hanno segnalato la vicenda. La cui soluzione – come hanno dimostrato altri casi che hanno coinvolto cittadini statunitensi fermati e in alcuni casi processati, incarcerati e poi espulsi – rischia di intrecciarsi con esigenze strategiche, giudiziarie e propagandistiche del regime.

Gli Stati Uniti non hanno una rappresentanza diplomatica in Corea del Nord e l’ambasciata svedese a Pyongyang è abitualmente delegata a seguire simili casi. Attualmente, in regime di carcere duro e lavori forzati, si trova lo statunitense di origine coreana Kenneth Bae, missionario evangelico arrestato nel novembre 2012 per attività spionistica, giudicato e condannato a 15 anni di reclusione.


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