lunedì, aprile 07, 2014
Ha inaugurato sabato sera il Bari Film Festival, l'atteso "Noah" di Darren Aronofsky che sarà nelle sale italiane da giovedì prossimo. Una spettacolare produzione americana che prende spunto dall'episodio della Genesi in cui sono protagonisti Noè e il diluvio e nella quale si moltiplicano episodi e personaggi di pura e discutibile invenzione. Il servizio di Luca Pellegrini: ascolta  

Radio Vaticana - Il racconto del diluvio universale e l'impresa di Noè e della sua arca sono tra i più famosi capitoli della Genesi e tra i più amati dalle traduzioni pittoriche, narrative o di semplice tradizione orale. Fu il grande John Huston nella sua spettacolare "Bibbia" ad interpretare il patriarca sullo schermo in una indimenticabile e mirabile alchimia di paterna apprensione per le sorti dell'umanità e di umile ascolto delle parole e dei comandi dell'Altissimo. Nel tentativo di aggiornare l'aspetto mitico dell'episodio e di inserire le pur verosimili ansie ecologiche e suggestioni apocalittiche che travagliano i nostri tempi, Darren Aronofsky ha completato il suo atteso "Noah", uscito una settimana fa negli Stati Uniti e presentato ieri sera a Bari. Di velleitario clamore epico, il film espande la dicotomia tra bene e male - la famiglia di Noè ritirata sulle pendici di una brulla collina, l'umanità discesa dalla stirpe di Caino dedita alle più nefande malvagità, compreso il cannibalismo - e inserisce percorsi narrativi a dismisura diventando una favola nera e frastagliata in cui è ristretto se non scomparso lo spazio del sacro di cui si nutre l'episodio biblico, anche se parco di dettagli.

Il volto di Russell Crowe nel ruolo di Noè è quello di un vero guerriero e intorno a lui si strugge una famiglia sconvolta dall'orrore che la circonda, ossessionata dal castigo cui lei stessa è sottoposta nel timore che la stirpe degli uomini sia davvero alla fine. Si moltiplicano anche una miriade di personaggi di finzione, alcuni risibili e imbarazzanti come i giganti di pietra, chiamati i Guardiani, che racchiudono gli angeli ribelli in una scoperta predilezione per le correnti new age. Un film che si compiace dell'egocentrismo artistico di Aronofsky e nel quale affonda, come la terra devastata nelle pur spettacolari scene delle acque che la sommergono mentre gli animali trovano rifugio nell'arca e ivi si addormentano.

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