Mentre proseguono le ricerche a 1800 chilometri al largo delle coste occidentali australiane nell’ultima area dove sono stati identificati probabili resti del Boeing 777 della Malaysian Airlines scomparso l’8 marzo, oggi le autorità malesi hanno diffuso una nuova versione delle ultime parole ricevute dal volo MH 370. Il messaggio inviato dalla cabina e finora attribuito al secondo pilota, fino a ieri “Tutto bene, buona notte”, è diventato “Buona notte Malaysian tre sette zero”.
Misna - Un’ulteriore nuova verità che accresce le critiche – soprattutto da parte dei parenti delle vittime di origine cinese – verso i responsabili dell’aviazione civile malese ai quali resta formalmente affidato il coordinamento delle ricerche. La prima versione, smentita ieri notte dal Dipartimento dell’Aviazione civile a Kuala Lumpur, era stata comunicata il 12 marzo dall’ambasciatore malese a Pechino. L’ultima versione rappresenta una formula più standard, abituale nel momento in cui il volo stava uscendo dallo spazio aereo maleseper entrare in quello vietnamita e a pochi minuti dalla scomparsa dei contatti strumentali.
La conferma è arrivata dopo che ieri il ministro dei Trasporti malese ad interim, Hishamuddin Hussein era stato specificamente messo sotto accusa su questo elemento specifico nella conferenza stampa quotidiana, ma aveva escluso la possibilità di diffondere la registrazione dei dialoghi tra aereo e autorità di volo malesi. Era stato solo confermato che erano in corso “rilievi legali” su chi avesse pronunciato le ultime parole. Successivamente alla nuova rivelazione, il Dipartimento per l’Aviazione civile ha fatto sapere che le trascrizioni saranno rese note al prossimo incontro con le famiglie.
Al momento la tesi accreditata per la scomparsa resta un atto deliberato di qualcuno a bordo, mentre altre possibilità, pur non escluse e sotto indagine, non hanno avuto finora alcun riscontro.
Prosegue il massiccio impegno internazionale in un’area dell’Oceano Indiano meridionale vasta circa 250.000 chilometri, e a rendere difficili le ricerche, finora senza alcuna raccolta concreta di oggetti riferibili al velivolo, è l’abbondanza in acqua di detriti di diversa provenienza.
Forse captato dagli strumenti specializzati un segnale dalla scatola nera del velivolo e sulla zona stanno convergendo navi di diversi paesi. A Perth, città australiana base delle ricerche, è atteso il premier malese Najib Razak.
Misna - Un’ulteriore nuova verità che accresce le critiche – soprattutto da parte dei parenti delle vittime di origine cinese – verso i responsabili dell’aviazione civile malese ai quali resta formalmente affidato il coordinamento delle ricerche. La prima versione, smentita ieri notte dal Dipartimento dell’Aviazione civile a Kuala Lumpur, era stata comunicata il 12 marzo dall’ambasciatore malese a Pechino. L’ultima versione rappresenta una formula più standard, abituale nel momento in cui il volo stava uscendo dallo spazio aereo maleseper entrare in quello vietnamita e a pochi minuti dalla scomparsa dei contatti strumentali.
La conferma è arrivata dopo che ieri il ministro dei Trasporti malese ad interim, Hishamuddin Hussein era stato specificamente messo sotto accusa su questo elemento specifico nella conferenza stampa quotidiana, ma aveva escluso la possibilità di diffondere la registrazione dei dialoghi tra aereo e autorità di volo malesi. Era stato solo confermato che erano in corso “rilievi legali” su chi avesse pronunciato le ultime parole. Successivamente alla nuova rivelazione, il Dipartimento per l’Aviazione civile ha fatto sapere che le trascrizioni saranno rese note al prossimo incontro con le famiglie.
Al momento la tesi accreditata per la scomparsa resta un atto deliberato di qualcuno a bordo, mentre altre possibilità, pur non escluse e sotto indagine, non hanno avuto finora alcun riscontro.
Prosegue il massiccio impegno internazionale in un’area dell’Oceano Indiano meridionale vasta circa 250.000 chilometri, e a rendere difficili le ricerche, finora senza alcuna raccolta concreta di oggetti riferibili al velivolo, è l’abbondanza in acqua di detriti di diversa provenienza.
Forse captato dagli strumenti specializzati un segnale dalla scatola nera del velivolo e sulla zona stanno convergendo navi di diversi paesi. A Perth, città australiana base delle ricerche, è atteso il premier malese Najib Razak.
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