A tre anni dall'inizio della guerra costata la vita a più di 100mila persone, la Siria rischia di vedere un'altra catastrofe aggiungersi alla lista dei drammi che l'ha colpita.
Radio Vaticana - La siccità, provocata da un calo nelle piogge, che mette a rischio carestia circa 6,5 milioni di persone. È l'allarme lanciato dal Programma Alimentare Mondiale, estensione delle Nazioni Unite, sulla base dei dati delle precipitazioni dal settembre 2013 a oggi. Secondo le statistiche, sul Paese è caduta meno della metà della pioggia necessaria per rendere fertili le coltivazioni di grano. Inoltre, il gruppo internazionale dei donatori - quei Paesi che sostengono la popolazione siriana con l'invio di aiuti alimentari e sanitari - ha tagliato del 20% il sostegno alla nazione mediorientale. La causa del taglio - riferisce l'agenzia AsiaNews - è la crisi economica mondiale e l'instabilità del Paese, ancora di fatto diviso in due da una guerra che vede da una parte l'esercito regolare fedele al presidente Assad e dall'altra una serie di gruppi armati, che comprende sia ribelli che fondamentalisti islamici.
Al momento - sempre secondo dati Onu - i siriani che rischiano la carestia sono 4,2 milioni; dopo la siccità prevista per il prossimo raccolto, il numero salirà a 6,5 milioni. Come risultato, la Siria avrà bisogno di importare grano per una quantità ancora maggiore alle 5,1 milioni di tonnellate necessarie lo scorso anno.
Al momento - sempre secondo dati Onu - i siriani che rischiano la carestia sono 4,2 milioni; dopo la siccità prevista per il prossimo raccolto, il numero salirà a 6,5 milioni. Come risultato, la Siria avrà bisogno di importare grano per una quantità ancora maggiore alle 5,1 milioni di tonnellate necessarie lo scorso anno.
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