Le temperature globali sono destinate a salire di due gradi Celsius rispetto ai livelli preindustriali in meno di tre decenni se non ci saranno interventi urgenti per ridurre le emissioni di gas, con conseguenze gravi e irreversibili.
Almanacco della Scienza - CNR - È lo scenario, secondo alcuni commentatori troppo 'catastrofista', delineato nel VI 'Rapporto sui cambiamenti climatici’ dall’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), presentato a Yokohama (Giappone). I dati confermano che il cambiamento climatico “è una realtà, sta avvenendo ora e sta colpendo le vite e il benessere di intere popolazioni così come quello di ecosistemi delicati alla base di importanti cicli vitali”. Circa 2.000 esperti da tutto il mondo hanno contribuito al documento, steso poi da 436 autori, che hanno scandagliato gli effetti dell’impatto sugli oceani, le montagne, i poli e l’equatore. Sempre secondo il Rapporto, già oggi qualsiasi beneficio derivante dall’aumento delle temperature - per esempio la possibilità di coltivare particolari piante a latitudini più settentrionali - è insignificante rispetto ai danni. E gli effetti negativi sono destinati ad aumentare se le temperature continueranno a salire con un impatto più forte e più evidente sui sistemi naturali: scioglimento dei ghiacciai e dei ghiacci polari, primavere sempre più precoci che si traducono in inondazioni, ondate di caldo e siccità. Ma ci sono conseguenze anche sui sistemi umani, come l’aumento di malattie tropicali.
Per rimanere al di sotto dei due gradi di aumento della temperatura media globale entro fine secolo, secondo gli esperti, bisogna ridurre entro il 2050 le emissioni del 40%-70%, puntando su "nuovi modelli di investimento e su un'economia a basse emissioni di carbonio". Ma l'industria - che soffre ancora della crisi economica - teme costi insostenibili e incompatibili con la ripresa. Ritardare, però, dicono gli scienziati, li farebbe alzare ulteriormente. È necessario inoltre tagliare le emissioni provenienti dagli allevamenti di bestiame e dall’agricoltura. Gli impatti dei cambiamenti climatici in Europa sono diversi a seconda delle zone: dall'aumento delle ondate di calore e del rischio incendi, soprattutto nel Sud e in Russia, allo scioglimento dei ghiacciai delle zone alpine. Fortunatamente, la capacità di adattamento del nostro continente è una delle maggiori. Anche su scala planetaria si presentano diversi livelli di adattamento, elemento che porterà inevitabilmente ad aumentare le disuguaglianze sociali e le differenze tra Nord e Sud del mondo.
Almanacco della Scienza - CNR - È lo scenario, secondo alcuni commentatori troppo 'catastrofista', delineato nel VI 'Rapporto sui cambiamenti climatici’ dall’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), presentato a Yokohama (Giappone). I dati confermano che il cambiamento climatico “è una realtà, sta avvenendo ora e sta colpendo le vite e il benessere di intere popolazioni così come quello di ecosistemi delicati alla base di importanti cicli vitali”. Circa 2.000 esperti da tutto il mondo hanno contribuito al documento, steso poi da 436 autori, che hanno scandagliato gli effetti dell’impatto sugli oceani, le montagne, i poli e l’equatore. Sempre secondo il Rapporto, già oggi qualsiasi beneficio derivante dall’aumento delle temperature - per esempio la possibilità di coltivare particolari piante a latitudini più settentrionali - è insignificante rispetto ai danni. E gli effetti negativi sono destinati ad aumentare se le temperature continueranno a salire con un impatto più forte e più evidente sui sistemi naturali: scioglimento dei ghiacciai e dei ghiacci polari, primavere sempre più precoci che si traducono in inondazioni, ondate di caldo e siccità. Ma ci sono conseguenze anche sui sistemi umani, come l’aumento di malattie tropicali.
Per rimanere al di sotto dei due gradi di aumento della temperatura media globale entro fine secolo, secondo gli esperti, bisogna ridurre entro il 2050 le emissioni del 40%-70%, puntando su "nuovi modelli di investimento e su un'economia a basse emissioni di carbonio". Ma l'industria - che soffre ancora della crisi economica - teme costi insostenibili e incompatibili con la ripresa. Ritardare, però, dicono gli scienziati, li farebbe alzare ulteriormente. È necessario inoltre tagliare le emissioni provenienti dagli allevamenti di bestiame e dall’agricoltura. Gli impatti dei cambiamenti climatici in Europa sono diversi a seconda delle zone: dall'aumento delle ondate di calore e del rischio incendi, soprattutto nel Sud e in Russia, allo scioglimento dei ghiacciai delle zone alpine. Fortunatamente, la capacità di adattamento del nostro continente è una delle maggiori. Anche su scala planetaria si presentano diversi livelli di adattamento, elemento che porterà inevitabilmente ad aumentare le disuguaglianze sociali e le differenze tra Nord e Sud del mondo.
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