In Ucraina è ripartita l’offensiva di Kiev, contro i separatisti, nelle regioni dell’Est, dopo che un aereo militare era stato colpito a Sloviansk.
Radio Vaticana - Gli Usa, intanto, tornano a chiedere alla Russia di ritirare le proprie truppe dal confine ucraino mentre, l’Unione Europea pensa a nuove sanzioni per Mosca, che precisa: alzare i toni porta ad un vicolo cieco. Massimiliano Menichetti: ascolta
Riprende l’offensiva di Kiev contro i miliziani pro-Mosca dell’est. Il presidente ad interim Turcinov ha ordinato la ripresa delle operazioni militari nella regione di Donetsk, mentre a Sloviansk i separatisti hanno colpito, con diversi proiettili, un aereo da ricognizione ucraino. Tutto nel giorno in cui è terminata la visita ufficiale, a Kiev, del vice presidente americano Joe Biden, il quale ha ribadito il sostegno al neo governo e lanciato moniti a Mosca. Chiesto il ritiro delle truppe moscovite dal confine russo-ucraino, Biden ha parlato di minacce umilianti e di strategia per dividere il Paese. Preoccupazione, per la situazione è stata espressa anche dal Segretario di Stato americano Kerry che ha di nuovo sentito il ministro degli esteri russo Lavrov. E mentre l’Ue pensa a nuove sanzioni, il premier russo Dmitry Medvedev, intervenedo alla Duma, ha ribadito che lo scambio di “liste nere” tra Occidente e Mosca porta in un "vicolo cieco", e ha sottolineato che la Russia è "pronta" ad affrontare le sanzioni occidentali. In stallo dunque anche gli accordi siglati il 17 aprile a Ginevra da Russia, Usa, Ue e Kiev. Per ora infatti i separatisti non hanno, come previsto, né deposto le armi, né rilasciato gli edifici pubblici occupati in diverse città dell'Est.
Radio Vaticana - Gli Usa, intanto, tornano a chiedere alla Russia di ritirare le proprie truppe dal confine ucraino mentre, l’Unione Europea pensa a nuove sanzioni per Mosca, che precisa: alzare i toni porta ad un vicolo cieco. Massimiliano Menichetti: ascolta
Riprende l’offensiva di Kiev contro i miliziani pro-Mosca dell’est. Il presidente ad interim Turcinov ha ordinato la ripresa delle operazioni militari nella regione di Donetsk, mentre a Sloviansk i separatisti hanno colpito, con diversi proiettili, un aereo da ricognizione ucraino. Tutto nel giorno in cui è terminata la visita ufficiale, a Kiev, del vice presidente americano Joe Biden, il quale ha ribadito il sostegno al neo governo e lanciato moniti a Mosca. Chiesto il ritiro delle truppe moscovite dal confine russo-ucraino, Biden ha parlato di minacce umilianti e di strategia per dividere il Paese. Preoccupazione, per la situazione è stata espressa anche dal Segretario di Stato americano Kerry che ha di nuovo sentito il ministro degli esteri russo Lavrov. E mentre l’Ue pensa a nuove sanzioni, il premier russo Dmitry Medvedev, intervenedo alla Duma, ha ribadito che lo scambio di “liste nere” tra Occidente e Mosca porta in un "vicolo cieco", e ha sottolineato che la Russia è "pronta" ad affrontare le sanzioni occidentali. In stallo dunque anche gli accordi siglati il 17 aprile a Ginevra da Russia, Usa, Ue e Kiev. Per ora infatti i separatisti non hanno, come previsto, né deposto le armi, né rilasciato gli edifici pubblici occupati in diverse città dell'Est.
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È presente 1 commento
Putin non contento della vastità del territorio russo brama ancora altre terre, ma le vuole prendere con la forza, conscio che non possono opporsi alle sue armate. Ma a volte chi è troppo ingordo si strozza!
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