venerdì, maggio 02, 2014
Tre europei su quattro conoscono l'omeopatia. Più di 100 milioni (il 29%) scelgono farmaci omeopatici e antroposofici (HAMPs) per la loro assistenza sanitaria. L'intera Unione Europea conta 60mila medici prescrittori di farmaci omeopatici, 11.400 ogni 100mila abitanti. Sono questi i dati diffusi da ECHAMP, associazione no profit che rappresenta l'industria dei medicinali omeopatici e antroposofici nell'UE.

Informa Salus - L'Unione europea è il maggior produttore di HAMPs e in due terzi degli stati membri la domanda per questa tipologia di medicinali è in forte e continua crescita. Il mercato europeo del settore ha raggiunto un valore di 1 miliardo di euro all'anno e pur impiegando circa 8mila persone rappresenta lo 0,7% del mercato farmaceutico europeo e il 7% di quello per l'auto-medicazione.
L'Italia è il terzo mercato in Europa, dopo Francia e Germania, con un fatturato annuo di oltre 170 milioni di euro. Sono 11 milioni gli italiani che usano medicinali omeopatici, di cui 3 milioni abitualmente (dati Doxa Pharma). 20mila i medici che prescrivono HAMPs; circa 30mila le confezioni vendute ogni anno (dati Omeoimprese) e 4000 il numero di famiglie, tra impiego diretto e indotto, che vivono del mercato degli omeopatici in Italia (Dati Omeoimprese).

"I medicinali omeopatici e antroposofici in Italia stanno diventando una realtà. Consumatori e prescrittori riconoscono, in maniera sempre maggiore, il ruolo che l'omeopatia e la medicina antroposofica giocano e possono giocare nella cura della salute - spiega Fausto Panni, Presidente di Omeoimprese - Nonostante cio', il nostro Paese è ancora lontano dal compiere passi in avanti, soprattutto a livello legislativo, per soddisfare la domanda e garantire l'adeguamento alle direttive europee in materia. La mancanza di una legge specifica mina la liberta' di scelta in tema di salute e negando l'uguaglianza ai cittadini che scelgono di curarsi con l'omeopatia e la medicina antroposofica".

Come denunciano le imprese, “l'Unione europea chiede all'Italia di adeguarsi alla normativa e di sottoporre i prodotti omoeopatici a una registrazione e valutazione simile a quella dei farmaci tradizionali tramite procedure stabilite dall'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ma l'Italia continua a rinviare. A svariati anni dalla prima proposta di legge, il Parlamento, infatti, non e' ancora riuscito a legiferare e attualmente in Commissione si stia ancora discutendo sul tema”.


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