I buongustai cinesi dovranno rinunciare alle carni di specie animali incluse tra le centinaia protette dalla legge.
Misna - Nei giorni scorsi, il Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo (facente funzioni di parlamento nel sistema in vigore nella Repubblica popolare cinese) ha approvato a maggioranza una delibera che interpreta in senso più restrittivo la legge che protegge la fauna selvatica. Secondo il provvedimento, chiunque mangerà o commercializzerà carni di una delle 420 specie di animali considerati rari o in pericolo di estinzione (tra cui i panda giganti, le scimmie dorate, i pangolini e gli orsi neri asiatici) contravverranno al codice penale e potranno essere condannati a pene detentive da cinque a 10 anni. Un provvedimento che si inserirà come un cuneo tra i particolari usi alimentari dei cinesi, che attribuiscono alla carne o altre parti del corpo di una serie di esseri viventi anche di eccezionale rarità caratteristiche benefiche per l’uomo, e la necessità di proteggere la straordinaria varietà ma anche fragilità della fauna selvatica locale. Sono circa 6500 le specie di vertebrati che vivono in Cina, il 10% del totale mondiale, e di queste 470 sono autoctone.
Solo in tempi recenti, anche per la pressione internazionale, la leadership e l’opinione pubblica cinesi hanno preso atto della situazione e i rischi che la cucina e la farmacopea tradizionali rappresentano per l’ambiente. Proibiti altrove e perseguiti con severità chi ne fa commercio o consumo, pinne di pescecane, ossa di tigri e bile di orso o serpente continuano ad essere utilizzate, procurate, smerciate e consumate anche se in modo sempre meno aperto.
Misna - Nei giorni scorsi, il Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo (facente funzioni di parlamento nel sistema in vigore nella Repubblica popolare cinese) ha approvato a maggioranza una delibera che interpreta in senso più restrittivo la legge che protegge la fauna selvatica. Secondo il provvedimento, chiunque mangerà o commercializzerà carni di una delle 420 specie di animali considerati rari o in pericolo di estinzione (tra cui i panda giganti, le scimmie dorate, i pangolini e gli orsi neri asiatici) contravverranno al codice penale e potranno essere condannati a pene detentive da cinque a 10 anni. Un provvedimento che si inserirà come un cuneo tra i particolari usi alimentari dei cinesi, che attribuiscono alla carne o altre parti del corpo di una serie di esseri viventi anche di eccezionale rarità caratteristiche benefiche per l’uomo, e la necessità di proteggere la straordinaria varietà ma anche fragilità della fauna selvatica locale. Sono circa 6500 le specie di vertebrati che vivono in Cina, il 10% del totale mondiale, e di queste 470 sono autoctone.
Solo in tempi recenti, anche per la pressione internazionale, la leadership e l’opinione pubblica cinesi hanno preso atto della situazione e i rischi che la cucina e la farmacopea tradizionali rappresentano per l’ambiente. Proibiti altrove e perseguiti con severità chi ne fa commercio o consumo, pinne di pescecane, ossa di tigri e bile di orso o serpente continuano ad essere utilizzate, procurate, smerciate e consumate anche se in modo sempre meno aperto.
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