giovedì, maggio 15, 2014
L’elevato numero di suicidi in età scolare è dovuta al sistema educativo, con l’accento ossessivo sugli esami che creano situazioni di estrema tensione nei più giovani. A confermarlo uno studio i cui risultati sono stati diffusi dai mass media cinesi.

Misna - Secondo stime, dato che non esistono o comunque non sono diffuse statistiche ufficiali in proposito, ogni anno sarebbero da 500 a mille gli studenti medi che si suicidano. Lo studio effettuato su un campione di giovani che si sono tolti la vita ha stabilito che per il 93% la loro scelta è motivata da forti contrasti con gli insegnanti, oppure dalla pressione troppo forte degli studi. Lo stesso China Daily, quotidiano ufficiale, ha parlato di studenti suicidi perché “non potevano sostenere la forte pressione del sistema educativo orientato agli esami”. Un’ammissione seria in un paese dove gli esami sono da tempo immemorabile criterio di valutazione principe, a scapito di individualismo e creatività. Test d’ammissione a scuole superiori e università, come pure quelli che determinano la valutazione finale, condizionano drammaticamente la vita degli studenti e delle loro famiglie. Non a caso, i due terzi dei suicidi considerati nel rapporto si sono situati nella seconda parte dell’anno accademico, quella che include gli esami.

Il fatto che la questione sia stata documentata nell’ufficiale Rapporto sull’educazione 2014, segnala forse una presa di coscienza delle autorità e una prospettiva di cambiamento. Sostenute anche dall’emozione pubblica per suicidi di giovani motivati dal carico di studio oppure dallo stress da risultato, che hanno avuto ampia eco sui mass media.

Davanti a un sistema che oggi costringe a orari scolastici lunghi anche 12 ore e ad altre due-quattro ore di studio a casa, ancor più in vista degli esami, si fa strada l’aspettativa di una scuola che sia più attenta allo studente e che, coinvolgendo le famiglie, ne capisca limiti e problemi, oltre che a stimolarne le potenzialità.


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