giovedì, maggio 15, 2014
Gli inquirenti hanno deciso oggi di incriminare formalmente per omicidio colposo e negligenza il capitano e tre membri dell’equipaggio del traghetto Sewon affondato lo scorso 16 aprile al largo della costa sud-occidentale della Penisola coreana. 

Misna - Per questi capi di imputazione, riconosciuti per avere abbandonato la nave mentre stava affondando e avere ingannato i passeggeri sull’entità dei danni convincendoli a non lasciare il traghetto che stava affondando, se riconosciuti colpevoli dai giudici, Lee Joon-Seok, due piloti e un ingegnere capo rischiano la condanna a morte. I quattro, insieme ad altri 11 ufficiali di grado inferiore, sarebbero stati i primi a lasciare la nave abbandonando alla loro sorte i passeggeri, in maggioranza studenti liceali.

Il bilancio della sciagura, la peggiore nella storia della marina commerciale sudcoreana, è di 281 morti, inclusi i cinque ritrovati ieri nel traghetto sommerso e uno galleggiante in superficie. Sono ancora 23 i dispersi su un totale di 476 passeggeri imbarcati nel porto settentrionale di Incheon per raggiungere l’isola di Cheju.

A causa di una manovra inusuale che avrebbe messo in difficoltà un’imbarcazione che recenti modifiche strutturali avevano reso più instabile e di difficile manovrabilità, il mattino del 16 aprile, il Sewon si era prima piegato su un fianco e poi aveva iniziato lentamente a inabissarsi trascinando con sé molti passeggeri che avrebbero potuto salvarsi se non fosse stato loro ordinato di restare a bordo per oltre un’ora dopo l’incidente.

L’incidente ha aperto un dibattito sulle regole di sicurezza dei trasporti marittimi in Corea del Sud, utilizzati in modo intensivo date le caratteristiche del territorio, e sui controlli che dovrebbero garantire l’incolumità dei passeggeri e dell’equipaggio.


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