venerdì, maggio 09, 2014
Allo stato delle attuali conoscenze scientifiche si pensava che, sotto di un certo valore di soglia, l’ elettrosmog non avesse alcun impatto sui processi biologici o la salute, anche umana.

GreenReport -Ma per la prima volta, un team di ricerca guidato da Henrik Mouritsen, un biologo dell’Institut
für Biologie und Umweltwissenschaften, dell’università tedesca di Oldenburg ha dimostrato che la bussola magnetica interna dei pettirossi (Erithacus rubecula) non funziona bene quando gli uccelli sono esposti all’interferenza elettromagnetica della frequenza radio AM, anche se i segnali sono solo un millesimo del valore limite definito come innocuo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

Le conclusioni si basano su una ricerca durata 7 anni realizzata da 9 scienziati tedeschi dell’università di Oldenburg, in collaborazione con Peter J. Hore, del Physical and Theoretical Chemistry Laboratory dell’Università di Oxford, ed un’anticipazione è disponibile in un documento intitolato “Anthropogenic electromagnetic noise disrupts magnetic compass orientation in a migratory bird”, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature. A sottolineare l’importanza di questo studio, Nature ha scelto di farne la storia di copertina del numero che sarà in edicola il 2 15 maggio.

Mouritsen spiega sul sito dell’università di Oldenburg: «Nei nostri esperimenti abbiamo potuto documentare un effetto chiaro e riproducibile dei campi elettromagnetici artificiali su un vertebrato. Questa interferenza non deriva dalla potenza delle linee o dalle reti della telefonia mobile. Le interferenze elettromagnetiche entro la gamma di frequenze tra due kilohertz a cinque megahertz sono principalmente generate da dispositivi elettronici. Gli effetti di questi campi elettromagnetici deboli sono notevoli: interrompono il funzionamento di un intero sistema sensoriale in un vertebrato superiore sano».

Come spesso succede nelle scoperte scientifiche importanti, il team tedesco spiega che tutto è cominciato con un con un colpo di fortuna. Da circa 50 anni si sapeva che gli uccelli migratori utilizzano il campo magnetico della Terra per determinare la loro direzione migratoria, i biologi lo hanno dimostrato in numerosi esperimenti in cui hanno testato le capacità di navigazione degli uccelli nelle cosiddette gabbie di orientamento. «Così siamo rimasti sorpresi quando i pettirossi tenuti in capanne di legno nel campus dell’Università di Oldenburg non erano in grado di utilizzare i loro bussola magnetica» racconta Mouritsen. Allora Nils-Lasse Schneider, un elettrofisiologo e ricercatore del gruppo di lavoro di Mouritsen, ha avuto l’idea che ha messo tutto in movimento: ha proposto copre le capanne di legno, insieme alle gabbie di orientamento che contenevano, con fogli di alluminio. Questo non ha influenzato il campo magnetico della Terra, che è vitale per l’orientamento degli uccelli, ma ha fortemente attenuato l’interferenza elettromagnetica, l’elettrosmog, all’interno delle capanne.

L’effetto è stato sorprendente: improvvisamente i problemi di orientamento dei pettirossi sono svaniti. «Le nostre misurazioni delle interferenze indicavano che avevamo scoperto per caso un sistema biologico che è sensibile al disturbo elettromagnetico di origine antropica generato dagli esseri umani nella gamma di frequenza fino a cinque megahertz – evidenzia Mouritsen – La cosa sorprendente è che l’intensità del disturbo è molto inferiore ai limiti definiti dall’International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection e dall’Oms».

Consapevoli della potenziale importanza della loro scoperta, Mouritsen e il suo team hanno eseguito un gran numero di esperimenti per fornire la prova dell’effetto che hanno osservato: «Nel corso di sette anni abbiamo condotto numerosi esperimenti e raccolto prove attendibili, in modo da essere assolutamente certi che l’effetto esiste realmente».

Sotto la guida di Svenja Engels, che lavora anche all’Istituto di fisica di Oldenburg i ricercatori hanno condotto numerosi studi in doppio cieco: diverse generazioni di studenti hanno ripetuto gli esperimenti indipendentemente l’una dall’altra nel campus universitario di Oldenburg ed hanno tutti trovato era che, non appena la messa a terra degli schermi veniva scollegato o le interferenze elettromagnetiche a banda larga sono state volutamente create all’interno delle capanne di legno rivestite di alluminio, la capacità di orientamento magnetico degli uccelli veniva subito nuovamente persa. Inoltre, gli scienziati sono stati in grado di mostrare che gli effetti negativi sono stati generati da campi elettromagnetici che coprono un campo di frequenza molto più ampio ad una intensità molto più basso di quanto avevano suggerito studi precedenti.

Il team tedesco sottolinea che «Questa interferenza elettromagnetica a banda larga è onnipresente negli ambienti urbani. Si crea ovunque le persone utilizzano dispositivi elettronici. Come previsto, è significativamente più debole nelle zone rurali. E infatti, a differenza che nel campus dell’Università, la bussola magnetica del pettirosso funziona nelle gabbie di orientamento messe ad 1 – 2 chilometri fuori dai limiti della città, anche senza screening».

Mouritsen prevede ulteriori lavori sugli effetti dell’elettrosmog, anche per esaminare i meccanismi della sensibilità magnetica degli uccelli, ma è convinto che il disturbo elettromagnetico potrebbe già essere la causa di problemi pratici per gli uccelli: «Se gli uccelli non possono utilizzare una delle loro bussole più importanti quando sono in città, che effetto ha questo sulla sopravvivenza?» e conclude «l’effetto del disturbo elettromagnetico di origine antropica sulla migrazione degli uccelli è localizzato. Tuttavia, questi risultati dovrebbero farci riflettere, sia per quanto riguarda la sopravvivenza degli uccelli migratori, nonché sugli effetti potenziali per gli esseri umani, che devono ancora essere indagati».

Il dibattito scientifico si è subito infiammato: Joseph Kirschvink, un geobiologo del California Institute of Technology di Pasadena, autore di un commento (Sensory biology: Radio waves zap the biomagnetic compass) che accompagna la ricerca su Nature, avverte: «Le onde radio deboli nella banda delle onde medie sono sufficienti per interrompere l’orientamento geomagnetico negli uccelli migratori, secondo uno studio particolarmente ben controllato. Ma la biofisica che c’è sotto rimane un enigma».

Roswitha Wiltschko, una nota ornitologa dell’università di Francoforte esperta di migrazione degli uccelli, è perplessa: «Noi non abbiamo mai usato nessuna schermatura ed i nostri uccelli si sono orientati perfettamente. Questa è davvero una cosa sorprendente, per me non ci può essere un campo perturbatore così forte». Secondo la Wiltschko bisogna stare attenti a dire che l’elettrosmog colpisce gli uccelli migratori in tutte le città, ma altri ricercatori dicono che le prove del fenomeno sono evidenti, «Questi effetti sono reali», ribatte lo statunitense John Phillips, un biologo sensoriale del Virginia Polytechnic Institute and State University, che conduce studi comportamentali legate alla navigazione e alla memoria spaziale in altre specie, tra cui topi e salamandre, e li protegge dalle interferenze elettromagnetiche che potrebbero falsare gli


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