Expo - Raffaele Cantone: “Rinunciare all’Expo? Sarebbe una vittoria della criminalità. Ma la politica ha avuto una visione strabica”
Raffaele Cantone, intervista da Radio 24: “L’incarico? Capirò bene domani, sarà dato non a me ma alla struttura che presiedo, l’Autorità anticorruzione”
“Rinunciare all’Expo? Soprattutto adesso significherebbe dimostrare che l’illegalità vince”. Così Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione, è intervenuto questa mattina a “24 Mattino” su Radio 24". “Dire no all’Expo - ha aggiunto Cantone - non a priori ma proprio ora significa dimostrare che siccome ci sono fenomeni corruttivi vasti, lo Stato non è in grado di porvi argine. Come quando si dice non facciamo una partita di calcio perché c’è il rischio tifosi. E’ evidente che sarebbero sconfitte, sconfitte che la nostra democrazia non si può permettere. Ma dico questo da cittadino, io sono un funzionario dello Stato e se mi viene chiesto qualcosa lo faccio, le valutazioni politiche spettano ad altri”. Cantone non ha precisato ancora quale ruolo avrà “perché è tutto in fieri, lo capirò anche io domani quando sarò a Milano con il premier. In quell’occasione capirò qual è l’idea di questa task-force e quale ruolo viene riconosciuto non a Raffaele Cantone ma alla struttura che io presiedo, l’Autorità nazionale anti Corruzione”. E aggiunge: “la responsabilità principale della politica è stata di sottovalutare il fenomeno, girarsi dall’altra parte. Nella questione Expo si è fatta grande attenzione alle infiltrazioni della mafia e forse questa visione strabica ha fatto sì che ci sia stata una tensione minore rispetto ad altre infiltrazioni che non sono meno pericolose”.
Infine il magistrato ha assicurato che resterà a capo della Autorità nazionale anti Corruzione: “Assolutamente sì, il mio obiettivo è portare a termine il mandato per i prossimi 6 anni”.
“Rinunciare all’Expo? Soprattutto adesso significherebbe dimostrare che l’illegalità vince”. Così Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anti corruzione, è intervenuto questa mattina a “24 Mattino” su Radio 24". “Dire no all’Expo - ha aggiunto Cantone - non a priori ma proprio ora significa dimostrare che siccome ci sono fenomeni corruttivi vasti, lo Stato non è in grado di porvi argine. Come quando si dice non facciamo una partita di calcio perché c’è il rischio tifosi. E’ evidente che sarebbero sconfitte, sconfitte che la nostra democrazia non si può permettere. Ma dico questo da cittadino, io sono un funzionario dello Stato e se mi viene chiesto qualcosa lo faccio, le valutazioni politiche spettano ad altri”. Cantone non ha precisato ancora quale ruolo avrà “perché è tutto in fieri, lo capirò anche io domani quando sarò a Milano con il premier. In quell’occasione capirò qual è l’idea di questa task-force e quale ruolo viene riconosciuto non a Raffaele Cantone ma alla struttura che io presiedo, l’Autorità nazionale anti Corruzione”. E aggiunge: “la responsabilità principale della politica è stata di sottovalutare il fenomeno, girarsi dall’altra parte. Nella questione Expo si è fatta grande attenzione alle infiltrazioni della mafia e forse questa visione strabica ha fatto sì che ci sia stata una tensione minore rispetto ad altre infiltrazioni che non sono meno pericolose”.
Infine il magistrato ha assicurato che resterà a capo della Autorità nazionale anti Corruzione: “Assolutamente sì, il mio obiettivo è portare a termine il mandato per i prossimi 6 anni”.
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