Le Filippine guardano con preoccupazione al loro futuro meteorologico, ma già gli esperti hanno avvertito che quest’anno il fenomeno del Niño sarà particolarmente negativo per l’arcipelago.
Misna - La siccità prevista potrebbe essere la peggiore da molti anni e le limitate strutture di prevenzione e di sostegno in simili evenienze restano ben al di sotto delle necessità. Timori che si basano su una situazione già difficile, con scarsità d’acqua per l’irrigazione e, in diverse aree, anche per le necessità umane. Un problema non nuovo ma come tanti altri di difficile soluzione per le caratteristiche del territorio e la non sempre efficace gestione delle risorse. Il fenomeno atmosferico conosciuto come El Niño è provocato da un eccessivo riscaldamento della superficie dell’Oceano Pacifico che modifica circolazione d’aria e correnti marine. Le previsioni dell’Amministrazione filippina per i servizi atmosferici,
geofisici e astronomici (Pagasa) danno il fenomeno in avvicinamento, con il culmine a giugno e luglio. Tuttavia i suoi effetti saranno duraturi, con conseguente riduzione delle precipitazioni fino ai primi mesi del prossimo anno. Le autorità hanno dichiarato a rischio siccità 44 delle 81 provincie del paese, ma non è ancora chiaro quali risorse saranno mobilitate per farvi fronte. La preoccupazione maggiore del governo sembra rivolta alla produzione alimentare, sempre problematica in un paese che sfiora 100 milioni di abitanti su un territorio all’incirca equivalente a quello italiano, ma frammentato in oltre 7000 isole e sottoposto alle forze della natura, spesso imprevedibili. Come dimostra l’eredità di devastazione del tifone Haiyan a sei mesi dal suo arrivo nelle aree centrali dell’arcipelago.
Il governo ha assicurato che è stato approntato un piano per assicurare cibo sufficiente anche in caso di calamità, ma i prezzi di alcuni generi essenziali, tra cui il riso, stanno già salendo, anticipando una possibile scarsità di prodotto.
Misna - La siccità prevista potrebbe essere la peggiore da molti anni e le limitate strutture di prevenzione e di sostegno in simili evenienze restano ben al di sotto delle necessità. Timori che si basano su una situazione già difficile, con scarsità d’acqua per l’irrigazione e, in diverse aree, anche per le necessità umane. Un problema non nuovo ma come tanti altri di difficile soluzione per le caratteristiche del territorio e la non sempre efficace gestione delle risorse. Il fenomeno atmosferico conosciuto come El Niño è provocato da un eccessivo riscaldamento della superficie dell’Oceano Pacifico che modifica circolazione d’aria e correnti marine. Le previsioni dell’Amministrazione filippina per i servizi atmosferici,
geofisici e astronomici (Pagasa) danno il fenomeno in avvicinamento, con il culmine a giugno e luglio. Tuttavia i suoi effetti saranno duraturi, con conseguente riduzione delle precipitazioni fino ai primi mesi del prossimo anno. Le autorità hanno dichiarato a rischio siccità 44 delle 81 provincie del paese, ma non è ancora chiaro quali risorse saranno mobilitate per farvi fronte. La preoccupazione maggiore del governo sembra rivolta alla produzione alimentare, sempre problematica in un paese che sfiora 100 milioni di abitanti su un territorio all’incirca equivalente a quello italiano, ma frammentato in oltre 7000 isole e sottoposto alle forze della natura, spesso imprevedibili. Come dimostra l’eredità di devastazione del tifone Haiyan a sei mesi dal suo arrivo nelle aree centrali dell’arcipelago.
Il governo ha assicurato che è stato approntato un piano per assicurare cibo sufficiente anche in caso di calamità, ma i prezzi di alcuni generi essenziali, tra cui il riso, stanno già salendo, anticipando una possibile scarsità di prodotto.
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