sabato, maggio 24, 2014
Caos nel Paese asiatico, ipotesi di un governo in esilio  

Radio Vaticana - Ancora caos in Thailandia dopo il colpo di Stato militare. La giunta riapre emittenti televisive e radio, ma mantiene la censura e prosegue con nuovi arresti, dopo quelli dell'ex premier Yingluck Shinawatra e dei membri del governo esautorato dal golpe. Fonti vicine all'ex maggioranza e alla famiglia Shinawatra segnalano la possibilità di un esecutivo in esilio. Da Bangkok, Stefano Vecchia: ascolta

Resta agli arresti l'ex premier Yingluck Shinawatra, messa sotto custodia ieri con altri personaggi pubblici della famiglia e decine di esponenti politici, in maggioranza legati all'esperienza al governo sciolto d'autorità dai militari golpisti che hanno preso il potere in Thailandia giovedì. Anche oggi, la giunta prosegue nel consolidamento del proprio ruolo nel tentativo dichiarato di stabilizzare il paese prima di avviare riforme ritenute necessarie.

Altri 35 esponenti politici, accademici e attivisti sono stati convocati per le 16 di oggi al Club dell'esercito diventato centro della giunta militare. Se non si presenteranno, diventeranno ricercati. Una simile convocazione ieri e ieri l'altro aveva per portato all'ondata di fermi che ha decapitato vertici dell'ex maggioranza di governo e dei due movimenti filo e anti-governativo. Metodi e azioni che stanno suscitando perplessità e reazioni.

Sciolta dai militari ieri una manifestazione anti-golpe di studenti nel cuore di Bangkok, riconvocata per il pomeriggio di oggi, in queste ore militari in assetto anti-sommossa stanno assediando un gruppo di dissidenti in un centro commerciale della capitale. Manifestazioni isolate, finora, ma espressioni di una reazione assai intensa su social network e blog.

Proseguono anche i rastrellamenti per evitare una possibile reazione del movimento delle Camicie Rosse, favorevole al disciolto governo e alla famiglia Shinawatra. Alcuni suoi esponenti sono in fuga e anche per questo sono state chiuse le frontiere con Laos e Cambogia. Nella mattinata, 200 militari hanno arrestato nella città di Khon Kaen, tra le roccaforti del movimento, 21 persone, sequestrando anche armi e esplosivi.

Sul piano delle reazioni internazionali, sostanzialmente univoche nella condanna della svolta autoritaria e nella richiesta di un riavvio delle istituzioni democratiche, la decisione degli Stati Uniti di tagliare di un terzo, circa 3,5 milioni di dollari, i fondi della cooperazione militare con la Thailandia. Altri tagli sono allo studio.


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