Messa di Papa Francesco a Casa Santa Marta
“La vostra tristezza si cambierà in gioia”.
Radio Vaticana - La promessa di Gesù ai suoi discepoli è stata al centro della Messa mattutina di Papa Francesco a Casa Santa Marta. Nella sua omelia, il Pontefice ha come intonato un inno alla gioia cristiana, che, ha osservato, non si può comprare ma solo ricevere come dono del Signore. La gioia dei cristiani, ha detto ancora, è la “gioia in speranza”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
San Paolo “era molto coraggioso”, “perché aveva la forza nel Signore”. Papa Francesco ha sviluppato da questa constatazione la sua omelia, tutta incentrata sulla gioia del cristiano. Certo, ha osservato, alcune volte anche l’Apostolo delle Genti aveva paura. “Succede a tutti noi nella vita un po’ di paura”, ha soggiunto. E ci si chiede se “non sarebbe meglio abbassare un po’ il livello e essere un po’ non tanto cristiano e cercare un compromesso con il mondo”. Paolo, però, sapeva che quanto “lui faceva non piaceva né ai giudei, né ai pagani”, ma non si ferma e perciò deve sopportare problemi e persecuzioni. Questo, ha soggiunto, “ci fa pensare alle nostre paure, ai nostri timori”. Anche Gesù nel Getsemani ha avuto paura, angoscia. E nel suo discorso di congedo, ha rammentato il Papa, ai suoi discepoli dice chiaramente che il “mondo si rallegrerà” per le loro sofferenze, come succederà con i primi martiri al Colosseo:
“E noi dobbiamo dircela la verità: non tutta la vita cristiana è una festa. Non tutta! Si piange, tante volte si piange. Quando tu sei ammalato; quando hai un problema in famiglia col figlio, con la figlia, la moglie, il marito; quanto tu vedi che lo stipendio non arriva alla fine del mese e hai un figlio malato; quando tu vedi che non puoi pagare il mutuo della casa e dovete andarvene via… Tanti problemi, tanti che noi abbiamo. Ma Gesù ci dice: ‘Non avere paura!’. ‘Sì, sarete tristi, piangerete e anche la gente si rallegrerà, la gente che è contraria a te’”.
“Ma anche – ha proseguito – c’è un’altra tristezza: la tristezza che ci viene a tutti noi quando andiamo per una strada che non è buona”. Quando, “per dirlo semplicemente”, “andiamo a comprare la gioia, l’allegria, quella del mondo, quella del peccato, alla fine c’è il vuoto dentro di noi, c’è la tristezza”. E questa, ha ribadito, “è la tristezza della cattiva allegria”. La gioia cristiana, invece, “è una gioia in speranza, che arriva”:
“Ma nel momento della prova noi non la vediamo. E’ una gioia che viene purificata dalle prove e anche dalle prove di tutti i giorni: ‘La vostra tristezza si cambierà in gioia’. Ma è difficile quando tu vai da un ammalato o da una ammalata, che soffre tanto, dire: ‘Coraggio! Coraggio! Domani tu avrai gioia!’. No, non si può dire! Dobbiamo farlo sentire come lo ha fatto sentire Gesù. Anche noi, quando siamo proprio nel buio, che non vediamo nulla: ‘Io so, Signore, che questa tristezza cambierà in gioia. Non so come, ma lo so!’. Un atto di fede nel Signore. Un atto di fede!”
Per capire la tristezza che si trasforma in gioia, ha detto ancora, Gesù prende l’esempio della donna che partorisce: “E’ vero, nel parto la donna soffre tanto – ha affermato il Papa – ma poi quando ha il bambino con sé, si dimentica”. Quello che rimane, dunque, è “la gioia di Gesù, una gioia purificata”. Quella è “la gioia che rimane”. Una gioia, ha riconosciuto, “nascosta in alcuni momenti della vita, che non si sente nei momenti brutti, ma che viene dopo: una gioia in speranza”. Questo, quindi, “è il messaggio della Chiesa di oggi: non avere paura!”:
“Essere coraggioso nella sofferenza e pensare che dopo viene il Signore, dopo viene la gioia, dopo il buio arriva il sole. Che il Signore ci dia a tutti noi questa gioia in speranza. E il segno che noi abbiamo questa gioia in speranza è la pace. Quanti ammalati, che sono alla fine della vita, con i dolori, hanno quella pace nell’anima… Questo è il seme della gioia, questa è la gioia in speranza, la pace. ‘Tu hai pace nell’anima nel momento del buio, nel momento delle difficoltà, nel momento delle persecuzioni, quando tutti si rallegrano del tuo male? Hai pace? Se hai pace, tu hai il seme di quella gioia che verrà dopo’. Che il Signore ci faccia capire queste cose”.
Radio Vaticana - La promessa di Gesù ai suoi discepoli è stata al centro della Messa mattutina di Papa Francesco a Casa Santa Marta. Nella sua omelia, il Pontefice ha come intonato un inno alla gioia cristiana, che, ha osservato, non si può comprare ma solo ricevere come dono del Signore. La gioia dei cristiani, ha detto ancora, è la “gioia in speranza”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
San Paolo “era molto coraggioso”, “perché aveva la forza nel Signore”. Papa Francesco ha sviluppato da questa constatazione la sua omelia, tutta incentrata sulla gioia del cristiano. Certo, ha osservato, alcune volte anche l’Apostolo delle Genti aveva paura. “Succede a tutti noi nella vita un po’ di paura”, ha soggiunto. E ci si chiede se “non sarebbe meglio abbassare un po’ il livello e essere un po’ non tanto cristiano e cercare un compromesso con il mondo”. Paolo, però, sapeva che quanto “lui faceva non piaceva né ai giudei, né ai pagani”, ma non si ferma e perciò deve sopportare problemi e persecuzioni. Questo, ha soggiunto, “ci fa pensare alle nostre paure, ai nostri timori”. Anche Gesù nel Getsemani ha avuto paura, angoscia. E nel suo discorso di congedo, ha rammentato il Papa, ai suoi discepoli dice chiaramente che il “mondo si rallegrerà” per le loro sofferenze, come succederà con i primi martiri al Colosseo:
“E noi dobbiamo dircela la verità: non tutta la vita cristiana è una festa. Non tutta! Si piange, tante volte si piange. Quando tu sei ammalato; quando hai un problema in famiglia col figlio, con la figlia, la moglie, il marito; quanto tu vedi che lo stipendio non arriva alla fine del mese e hai un figlio malato; quando tu vedi che non puoi pagare il mutuo della casa e dovete andarvene via… Tanti problemi, tanti che noi abbiamo. Ma Gesù ci dice: ‘Non avere paura!’. ‘Sì, sarete tristi, piangerete e anche la gente si rallegrerà, la gente che è contraria a te’”.
“Ma anche – ha proseguito – c’è un’altra tristezza: la tristezza che ci viene a tutti noi quando andiamo per una strada che non è buona”. Quando, “per dirlo semplicemente”, “andiamo a comprare la gioia, l’allegria, quella del mondo, quella del peccato, alla fine c’è il vuoto dentro di noi, c’è la tristezza”. E questa, ha ribadito, “è la tristezza della cattiva allegria”. La gioia cristiana, invece, “è una gioia in speranza, che arriva”:
“Ma nel momento della prova noi non la vediamo. E’ una gioia che viene purificata dalle prove e anche dalle prove di tutti i giorni: ‘La vostra tristezza si cambierà in gioia’. Ma è difficile quando tu vai da un ammalato o da una ammalata, che soffre tanto, dire: ‘Coraggio! Coraggio! Domani tu avrai gioia!’. No, non si può dire! Dobbiamo farlo sentire come lo ha fatto sentire Gesù. Anche noi, quando siamo proprio nel buio, che non vediamo nulla: ‘Io so, Signore, che questa tristezza cambierà in gioia. Non so come, ma lo so!’. Un atto di fede nel Signore. Un atto di fede!”
Per capire la tristezza che si trasforma in gioia, ha detto ancora, Gesù prende l’esempio della donna che partorisce: “E’ vero, nel parto la donna soffre tanto – ha affermato il Papa – ma poi quando ha il bambino con sé, si dimentica”. Quello che rimane, dunque, è “la gioia di Gesù, una gioia purificata”. Quella è “la gioia che rimane”. Una gioia, ha riconosciuto, “nascosta in alcuni momenti della vita, che non si sente nei momenti brutti, ma che viene dopo: una gioia in speranza”. Questo, quindi, “è il messaggio della Chiesa di oggi: non avere paura!”:
“Essere coraggioso nella sofferenza e pensare che dopo viene il Signore, dopo viene la gioia, dopo il buio arriva il sole. Che il Signore ci dia a tutti noi questa gioia in speranza. E il segno che noi abbiamo questa gioia in speranza è la pace. Quanti ammalati, che sono alla fine della vita, con i dolori, hanno quella pace nell’anima… Questo è il seme della gioia, questa è la gioia in speranza, la pace. ‘Tu hai pace nell’anima nel momento del buio, nel momento delle difficoltà, nel momento delle persecuzioni, quando tutti si rallegrano del tuo male? Hai pace? Se hai pace, tu hai il seme di quella gioia che verrà dopo’. Che il Signore ci faccia capire queste cose”.
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