Ospedale di Vercelli, la Procura invia i Nas: sequestrate le cartelle e altri documenti
La Procura di Vercelli ha avviato una indagine sul caso di una donna di 49 anni che ha vissuto 15 mesi con un ferro chirurgico e garze nell'addome, dopo un intervento per rimuovere un fibroma all'utero, all'ospedale cittadino. Per ben 7 volte i sanitari, cui si era rivolta, non si erano accorti di nulla, l'ottava volta al pronto soccorso le hanno prescritto una tac che ha evidenziato il ferro nell'addome. Dopo che, nel febbraio scorso, le sono stati rimossi i "ricordi" della laparotomia, ha presentato denuncia.
Le parole della sventura 40enne di Vercelli, Giovanna B.: «Pensavo di aver risolto i miei problemi racconta la donna l’intervento era necessario perché avevo forti emorragie ed ero stata messa in lista d’attesa». Ma anche dopo l’isterectomia i dolori non passano. Anzi, diventano sempre più forti. «Di notte mi mancava il respiro tanto soffrivo, e la pancia si gonfiava sempre più: sembravo incinta di sei mesi» spiega ancora.
Durante le varie visite fatte al pronto soccorso nessuno intuisce che la situazione sta diventando sempre più grave, tanto da mettere addirittura a repentaglio la vita. «Mi visitavano, mi dicevano che non c’erano emorragie e mi rimandavano a casa. Nessuno mi credeva: tutti mi dicevano che forse era colpa dei punti». Solo un medico, a febbraio, ha prescritto alla signora una radiografia, che mostra la presenza di ben due garze chirurgiche dalle dimensioni di 40 centimetri per 60, e di un “cuscinetto metallico retratto addominale” lungo 25 centimetri e spesso 4, piegato a “L”, nella pancia.
La Procura di Vercelli ha avviato una indagine sul caso di una donna di 49 anni che ha vissuto 15 mesi con un ferro chirurgico e garze nell'addome, dopo un intervento per rimuovere un fibroma all'utero, all'ospedale cittadino. Per ben 7 volte i sanitari, cui si era rivolta, non si erano accorti di nulla, l'ottava volta al pronto soccorso le hanno prescritto una tac che ha evidenziato il ferro nell'addome. Dopo che, nel febbraio scorso, le sono stati rimossi i "ricordi" della laparotomia, ha presentato denuncia.
Le parole della sventura 40enne di Vercelli, Giovanna B.: «Pensavo di aver risolto i miei problemi racconta la donna l’intervento era necessario perché avevo forti emorragie ed ero stata messa in lista d’attesa». Ma anche dopo l’isterectomia i dolori non passano. Anzi, diventano sempre più forti. «Di notte mi mancava il respiro tanto soffrivo, e la pancia si gonfiava sempre più: sembravo incinta di sei mesi» spiega ancora.
Durante le varie visite fatte al pronto soccorso nessuno intuisce che la situazione sta diventando sempre più grave, tanto da mettere addirittura a repentaglio la vita. «Mi visitavano, mi dicevano che non c’erano emorragie e mi rimandavano a casa. Nessuno mi credeva: tutti mi dicevano che forse era colpa dei punti». Solo un medico, a febbraio, ha prescritto alla signora una radiografia, che mostra la presenza di ben due garze chirurgiche dalle dimensioni di 40 centimetri per 60, e di un “cuscinetto metallico retratto addominale” lungo 25 centimetri e spesso 4, piegato a “L”, nella pancia.
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