Presentata oggi in Vaticano la campagna contro la tratta di esseri umani in occasione dei mondiali 2014 in Brasile
Radio Vaticana - I cristiani e non solo si mobilitino per sradicare la tratta degli esseri umani. L’appello, in occasione dei mondiali di calcio Brasile 2014, è stato lanciato dalla Campagna di "Talitha Kum", presentata oggi in Sala Stampa vaticana dalla Rete Internazionale della Vita Consacrata Contro la Tratta di Persone. “Gioca per la vita, denuncia la tratta” è il titolo dell’iniziativa che coinvolge centinaia di religiose e religiosi, sostenuti da laici, impegnati soprattutto nelle 12 città brasiliane dove verranno giocate le partite del Mondiale. Il servizio di Francesca Sabatinelli: ascolta
E’ un appello al mondo intero a non alimentare la tratta delle persone, un crimine indicato con le parole di Papa Francesco, “piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, piaga nella carne di Cristo”. E’ estremamente difficile l’impresa che la campagna di "Talitha Kum" affronta e affronterà nei prossimi mesi. I Mondiali di calcio in Brasile rappresentano un’imperdibile occasione per chi dello sfruttamento di esseri umani ha fatto il suo business più facoltoso: si pensi che il giro d’affari che riguarda questo fenomeno sta superando quello della droga, riguarda 21 milioni di persone per un introito pari a circa 32 miliardi di dollari. Il messaggio della Campagna, ci ricordano i protagonisti, è una proposta concreta di vita e vuole ricordare che i mega-eventi aumentano il rischio della tratta, come fu in occasione di quelli in Sudafrica dove si registrò un +40%. Nel mondo "Talitha Kum" impegna oltre 800 tra religiosi e religiose, in Brasile sono circa 200, impegnati in 19 dei 26 Stati federali, a lanciare l’invito “Gioca a favore della vita. Denuncia la tratta di persone”. Il cardinale Joao Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica:
"I religiosi e le religiose si trovano in tutto il mondo impegnati nella loro missione in mezzo a tutte le forme di povertà e toccano con le loro mani, l'umiliazione, la sofferenza, il trattamento inumano e degradante inflitto a donne, uomini e bambini di questa schiavitù moderna. È l’invito che facciamo a tutti voi! Uniamo le nostre forze per salvare i più vulnerabili da questa schiavitù della tratta perché “nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore”. Questa è la motivazione più profonda della Campagna che oggi iniziamo ufficialmente".
Ingiustizia, oppressione e crudeltà nei riguardi del prossimo riempiono il nostro cuore di indignazione e ci spingono ad agire, è la denuncia di suor Carmen Sammut, presidente dell’Unione internazionale delle superiore generali
"Human trafficking is unfortunately one of the most hideous …
Il traffico di persone, purtroppo, è uno dei crimini più spaventosi del nostro tempo. Questo crimine tocca noi – uomini e donne – che non siamo indifferenti alle sofferenze del nostro prossimo. Infatti, anche una sola donna, un solo bambino, un solo uomo venduto per essere schiavo, oggi è una vita persa per molti. Eppure, disgraziatamente, questo crimine è presente ovunque, perché i profitti che ne derivano sono enormi! Dobbiamo rendere consapevoli le persone di quanto accade a margine dei grandi eventi mondiali, come la Coppa del mondo della Fifa, e della sofferenza delle persone vittime di questo traffico. E’ questo lo scopo della campagna che stiamo lanciando oggi: senza questa consapevolezza, senza un agire comune in favore della dignità umana, la finale della Coppa del mondo potrebbe risultare in una terribile vergogna piuttosto che una festa per l’umanità".
"Talitha Kum" oggi conta 24 reti rappresentanti 79 Paesi. Una rete di salvezza che si oppone a quella della criminalità. Il Brasile, per le proprie caratteristiche socioeconomiche così come geografiche, è allo stesso tempo Paese di origine, di transito e di destinazione delle vittime di tratta soprattutto per sfruttamento sessuali e che riguarda perlopiù donne giovani, di famiglie povere, con un basso livello di studio. Suor Gabriella Bottani, comboniana, da dieci anni in Brasile, è la coordinatrice nel Paese della rete Um Grito pela Vida:
"Noi cristiani non possiamo restare passivi davanti a questo scenario, ma mobilitarci come credenti e come cittadini perché la società civile faccia il possibile per sradicare una tale barbarie e riscattare la vita dei figli e delle figlie di Dio. La Coppa del mondo di calcio è una occasione unica per invitare tutti a riflettere circa il valore della vita e di relazioni pacifiche tra persone, culture e popoli. Con questa campagna la Vita Consacrata rinnova chiaramente la sua posizione dicendo 'no' alla tratta di persone e a tutte le forme di sfruttamento, prima, durante e dopo la Coppa del mondo. La rete "Um Grito pela Vida" e la rete “Talitha Kum”, entrano in campo a giocare a favore della vita, contro la tratta ed ogni forma di sfruttamento, rinnovando così il nostro impegno a favore della vita di ogni figlio e figlia di Dio".
Finora, spiega suor Bottani, non ci sono stati contatti con la Fifa, che non ha preso posizione sull’argomento mentre a livello istituzionale il governo federale del Brasile da tempo si è messo in moto, è però a livello dei singoli Stati che si fatica a vedere applicate le azioni:
"In Brasile, la più grande preoccupazione che abbiamo è legata all’aumento dello sfruttamento della prostituzione minorile ed è difficile dire adesso quanto aumenterà e se aumenterà. Questa settimana è stata varata una legge che definisce lo sfruttamento della prostituzione minorile come un crimine 'grave' , quindi è un aggravante e per noi è stata una conquista perché significa che il movimento che si sta organizzando, e non solamente per i Mondiali di calcio, sta portando frutti che sono per noi importanti".
A partire da questo mese, i gruppi saranno attivi in tutto il territorio brasiliano e in altri Paesi latinoamericani con gli interventi nelle 12 città che ospiteranno le partite, la campagna utilizzerà media e social network per informare e sensibilizzare la popolazione.
E’ un appello al mondo intero a non alimentare la tratta delle persone, un crimine indicato con le parole di Papa Francesco, “piaga nel corpo dell’umanità contemporanea, piaga nella carne di Cristo”. E’ estremamente difficile l’impresa che la campagna di "Talitha Kum" affronta e affronterà nei prossimi mesi. I Mondiali di calcio in Brasile rappresentano un’imperdibile occasione per chi dello sfruttamento di esseri umani ha fatto il suo business più facoltoso: si pensi che il giro d’affari che riguarda questo fenomeno sta superando quello della droga, riguarda 21 milioni di persone per un introito pari a circa 32 miliardi di dollari. Il messaggio della Campagna, ci ricordano i protagonisti, è una proposta concreta di vita e vuole ricordare che i mega-eventi aumentano il rischio della tratta, come fu in occasione di quelli in Sudafrica dove si registrò un +40%. Nel mondo "Talitha Kum" impegna oltre 800 tra religiosi e religiose, in Brasile sono circa 200, impegnati in 19 dei 26 Stati federali, a lanciare l’invito “Gioca a favore della vita. Denuncia la tratta di persone”. Il cardinale Joao Braz de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica:
"I religiosi e le religiose si trovano in tutto il mondo impegnati nella loro missione in mezzo a tutte le forme di povertà e toccano con le loro mani, l'umiliazione, la sofferenza, il trattamento inumano e degradante inflitto a donne, uomini e bambini di questa schiavitù moderna. È l’invito che facciamo a tutti voi! Uniamo le nostre forze per salvare i più vulnerabili da questa schiavitù della tratta perché “nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore”. Questa è la motivazione più profonda della Campagna che oggi iniziamo ufficialmente".
Ingiustizia, oppressione e crudeltà nei riguardi del prossimo riempiono il nostro cuore di indignazione e ci spingono ad agire, è la denuncia di suor Carmen Sammut, presidente dell’Unione internazionale delle superiore generali
"Human trafficking is unfortunately one of the most hideous …
Il traffico di persone, purtroppo, è uno dei crimini più spaventosi del nostro tempo. Questo crimine tocca noi – uomini e donne – che non siamo indifferenti alle sofferenze del nostro prossimo. Infatti, anche una sola donna, un solo bambino, un solo uomo venduto per essere schiavo, oggi è una vita persa per molti. Eppure, disgraziatamente, questo crimine è presente ovunque, perché i profitti che ne derivano sono enormi! Dobbiamo rendere consapevoli le persone di quanto accade a margine dei grandi eventi mondiali, come la Coppa del mondo della Fifa, e della sofferenza delle persone vittime di questo traffico. E’ questo lo scopo della campagna che stiamo lanciando oggi: senza questa consapevolezza, senza un agire comune in favore della dignità umana, la finale della Coppa del mondo potrebbe risultare in una terribile vergogna piuttosto che una festa per l’umanità".
"Talitha Kum" oggi conta 24 reti rappresentanti 79 Paesi. Una rete di salvezza che si oppone a quella della criminalità. Il Brasile, per le proprie caratteristiche socioeconomiche così come geografiche, è allo stesso tempo Paese di origine, di transito e di destinazione delle vittime di tratta soprattutto per sfruttamento sessuali e che riguarda perlopiù donne giovani, di famiglie povere, con un basso livello di studio. Suor Gabriella Bottani, comboniana, da dieci anni in Brasile, è la coordinatrice nel Paese della rete Um Grito pela Vida:
"Noi cristiani non possiamo restare passivi davanti a questo scenario, ma mobilitarci come credenti e come cittadini perché la società civile faccia il possibile per sradicare una tale barbarie e riscattare la vita dei figli e delle figlie di Dio. La Coppa del mondo di calcio è una occasione unica per invitare tutti a riflettere circa il valore della vita e di relazioni pacifiche tra persone, culture e popoli. Con questa campagna la Vita Consacrata rinnova chiaramente la sua posizione dicendo 'no' alla tratta di persone e a tutte le forme di sfruttamento, prima, durante e dopo la Coppa del mondo. La rete "Um Grito pela Vida" e la rete “Talitha Kum”, entrano in campo a giocare a favore della vita, contro la tratta ed ogni forma di sfruttamento, rinnovando così il nostro impegno a favore della vita di ogni figlio e figlia di Dio".
Finora, spiega suor Bottani, non ci sono stati contatti con la Fifa, che non ha preso posizione sull’argomento mentre a livello istituzionale il governo federale del Brasile da tempo si è messo in moto, è però a livello dei singoli Stati che si fatica a vedere applicate le azioni:
"In Brasile, la più grande preoccupazione che abbiamo è legata all’aumento dello sfruttamento della prostituzione minorile ed è difficile dire adesso quanto aumenterà e se aumenterà. Questa settimana è stata varata una legge che definisce lo sfruttamento della prostituzione minorile come un crimine 'grave' , quindi è un aggravante e per noi è stata una conquista perché significa che il movimento che si sta organizzando, e non solamente per i Mondiali di calcio, sta portando frutti che sono per noi importanti".
A partire da questo mese, i gruppi saranno attivi in tutto il territorio brasiliano e in altri Paesi latinoamericani con gli interventi nelle 12 città che ospiteranno le partite, la campagna utilizzerà media e social network per informare e sensibilizzare la popolazione.
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