Nawaz Sharif condanna il brutale omicidio di Farzana Parveen, massacrata dalla famiglia in pieno giorno e davanti a un tribunale per aver contratto un matrimonio non combinato, e ordina "misure immediate" per la cattura dei colpevoli. Il marito denuncia la polizia, rimasta a guardare senza fare nulla mentre la giovane moriva. Ogni anno sono centinaia i "delitti d'onore" nel Paese.
Islamabad (AsiaNews) - Il governo centrale del Pakistan "farà di tutto, prenderà misure immediate" per portare davanti alla giustizia i responsabili della brutale lapidazione che ha ucciso Farzana Parveen, giovane donna incinta di 3 mesi, massacrata dalla sua famiglia nell'ambito di un "delitto d'onore" davanti a un tribunale di Lahore. Il primo ministro Nawaz Sharif ha definito l'omicidio "del tutto inaccettabile" e ha invitato con forza il chief minister del Punjab a prendere "misure immediate" e presentare entro oggi un rapporto dettagliato sulla vicenda.
La violenza brutale è avvenuta la mattina del 27 maggio 2014 davanti agli ingressi dell'Alta corte, dove era in programma un'udienza in cui la donna intendeva difendere il proprio sposo Muhammad Iqbal dall'accusa di rapimento e di matrimonio forzato intentata dalla famiglia di lei, che non aveva approvato il matrimonio. Farzana avrebbe voluto dichiarare davanti ai giudici di aver contratto il matrimonio - avvenuto circa un mese prima - in modo libero e secondo volontà, dopo diversi anni di fidanzamento.
Ad attenderla all'esterno del tribunale vi erano dozzine di parenti, che hanno sferrato un attacco contro la donna: un fratello ha cercato di colpirla con una pistola, mancandola, per poi aggredirla con sassi e bastoni insieme al padre e agli altri familiari. Il marito è invece riuscito a fuggire, nascondendosi in un luogo sicuro. Diversi ufficiali e agenti di polizia, preposti alla sicurezza del Palazzo di giustizia, erano presenti al momento dell'aggressione, avvenuta in pieno giorno, ma non sono intervenuti.
Il marito della vittima, Muhammad Iqbal, ha confermato l'inerzia della polizia: "Hanno guardato Farzana morire senza fare nulla. Sono stati inumani, è un atto vergognoso. Abbiamo urlato per chiedere aiuto, ma nessuno ci ha ascoltato. Un mio parente si è persino spogliato per attirare l'attenzione degli agenti, ma è stato inutile".
Nonostante le parole del premier, i matrimoni combinati sono ancora nella norma in Pakistan: sposarsi contro la volontà della famiglia è inimmaginabile, soprattutto nelle comunità conservatrici e nelle aree rurali. Gli "omicidi d'onore" sulla base di questa consuetudine sociale sono stimati in centinaia ogni anno.
La violenza brutale è avvenuta la mattina del 27 maggio 2014 davanti agli ingressi dell'Alta corte, dove era in programma un'udienza in cui la donna intendeva difendere il proprio sposo Muhammad Iqbal dall'accusa di rapimento e di matrimonio forzato intentata dalla famiglia di lei, che non aveva approvato il matrimonio. Farzana avrebbe voluto dichiarare davanti ai giudici di aver contratto il matrimonio - avvenuto circa un mese prima - in modo libero e secondo volontà, dopo diversi anni di fidanzamento.
Ad attenderla all'esterno del tribunale vi erano dozzine di parenti, che hanno sferrato un attacco contro la donna: un fratello ha cercato di colpirla con una pistola, mancandola, per poi aggredirla con sassi e bastoni insieme al padre e agli altri familiari. Il marito è invece riuscito a fuggire, nascondendosi in un luogo sicuro. Diversi ufficiali e agenti di polizia, preposti alla sicurezza del Palazzo di giustizia, erano presenti al momento dell'aggressione, avvenuta in pieno giorno, ma non sono intervenuti.
Il marito della vittima, Muhammad Iqbal, ha confermato l'inerzia della polizia: "Hanno guardato Farzana morire senza fare nulla. Sono stati inumani, è un atto vergognoso. Abbiamo urlato per chiedere aiuto, ma nessuno ci ha ascoltato. Un mio parente si è persino spogliato per attirare l'attenzione degli agenti, ma è stato inutile".
Nonostante le parole del premier, i matrimoni combinati sono ancora nella norma in Pakistan: sposarsi contro la volontà della famiglia è inimmaginabile, soprattutto nelle comunità conservatrici e nelle aree rurali. Gli "omicidi d'onore" sulla base di questa consuetudine sociale sono stimati in centinaia ogni anno.
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