venerdì, maggio 02, 2014

“Non ci sono strategie specifiche per le donne nel profondo sud” ha detto Angkhana Neelapaijit fondatore della Justice for Peace Foundation, una organizzazione per i diritti umani che opera in aree di frontiera, nel sud della Thailandia, con popolazione a maggioranza musulmana.

Misna - Sono circa 3.000 le vedove presenti nella regione e tra loro molte hanno subito traumi. Quando i loro mariti vengono uccisi nei vari conflitti locali, le donne non hanno nessun luogo dove andare, anche per ricevere un sostegno o trovare un’occupazione. Esse si trovano ad affrontare da sole tutti i problemi. Secondo il Comando delle operazioni di sicurezza interna (Isoc), un’unità militare responsabile della sicurezza nella regione, almeno 5.926 persone sono state uccise negli ultimi 10 anni, sia dalle forze di sicurezza come dai ribelli che si battono per una

 maggiore autonomia nelle provincie di Pattani, Yala, Narathiwat e Songkhla . Le province, a maggioranza musulmana, facevano parte del sultanato indipendente di Pattani, prima di essere annessa dalla Thailandia nel 1909. Fin da allora la regione ha visto frequenti casi di attacchi armati e di disordini causati da gruppi che, in questa zona di confine, sfuggono al controllo sia del governo di Bangkok come a quello di Kuala Lampur. In questi ultimi anni, l’area è spesso citata dai media dell’informazione per essere anche un nodo importante per i trafficanti di esseri umani: rifugiati Rohingya, dal Myanmar, Uiguri, dal nord ovest della Cina, come pure emigrati illegali Bangladeshi , in cerca di lavoro in Malesia, ne sono le ultime vittime.

L’insurrezione, che divampò nel 2004, dopo decenni di basso livello di violenza separatista, ha per lo più colpito soldati governativi e autorità, ma tra le vittime ci sono civili buddisti – la maggioranza nel paese, ma una minoranza nella regione – così come insegnanti e abitanti musulmani sospettati di collaborare con il governo centrale.

Il Centro amministrativo delle provincie sul confine meridionale (Sbpac), un ente governativo che controlla le agenzie governative civili e si coordina con le forze di sicurezza nel sud della Thailandia, ha spiegato che il principale sostegno, per le donne i cui mariti sono stati uccisi, si presenta sotto forma di assistenza finanziaria. Le famiglie possono anche ricevere borse di studio per i loro figli e, in alcuni casi, il governo dà lavoro a un membro della famiglia.

Il governo e il Barisan Nasional Revolusi-Coordinate (BRN-C), uno dei principali gruppi separatisti della regione, hanno iniziato i colloqui di pace nel febbraio 2013, mediati dalla Malaysia, ma i negoziati non diedero nessun risultato. Le due parti hanno tenuto colloqui in altre tre occasioni ma, causa il crollo della situazione politica in tutto il paese, i prossimi incontri dovranno attendere.


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