mercoledì, maggio 28, 2014
A quasi una settimana dal golpe del 22 maggio, il potere militare estende il controllo sui mass media, limita ancor più potenziali oppositori e segnala un’applicazione ancora più drastica della legge sulla lesa maestà associata all’uso della corte marziale. 

Misna - Una corte davanti alla quale è previsto sia portato, probabilmente già nelle prossime ore l’ex ministro dell’Istruzione Chaturon Chaisaeng arrestato ieri dopo un’affollata conferenza stampa davanti ai media internazionali in cui aveva espresso il proprio dissenso verso la giunta. Ridotto di tre ore il coprifuoco, da mezzanotte alle 4 del mattino, e alcune scarcerazioni di esponenti del movimento delle Camicie Rosse e altri considerati fedeli all’esecutivo deposto per decorrenza del periodo di sette giorni di detenzione preventiva, si alternano anche in queste ore ad arresti di presunti estremisti e al sequestro di armi e esplosivi. Prosegue anche la rimozione di funzionari pubblici considerati vicini al precedente governo. Oggi ad essere sollevati dall’incarico e avviati a posti inattivi in località lontane sono otto governatori di provincia e 16 ufficiali di grado elevato della polizia.

Resta sostenuta sui social newtwork la reazione al colpo di stato, che ha invece un forte sostegno dei nazionalisti, filomonarchici, avversari del potere della famiglia Shinawatra e di chi vede nell’intervento militare un sincero segno di pacificazione e di riforma. Continuano seppure ridotte e di breve durata, le manifestazioni pubbliche contro il regime, considerate illegali. Prosegue anche il confronto tra media indipendenti e organizzazioni dei giornalisti con i militari. In stato d’arresto rimangono due noti reporter thailandesi, mentre altri due, esperti di questioni militari, sono stati convocati per un colloquio dai responsabili per la comunicazione della giunta per avere messo in difficoltà con domande troppo specifiche il generale Prayuth Chan-ocha, a capo del regime. Circolano con sempre maggiore insistenza le notizie della creazione entro uno-due mesi di un gateway nazionale Internet, tentativo di controllo della grande rete su modello cinese.

Il Consiglio nazionale per il mantenimento della pace e dell’ordine, nome ufficiale della giunta, è da oggi affiancato da dieci personalità chiamate a indirizzare gli affari di stato in diverse aree tra cui sicurezza, economia, commercio. Proprio la gestione della sicurezza è stata affidata al precedente comandante dell’esercito, generale Anupong Paojinda.

Intervento atteso e che ha sicuramente portato ai militari ampie simpatie, prosegue il pagamento a 800.000 risicoltori di quanto dovuto da molti mesi per il prodotto consegnato ai depositi governativi. In mancanza di proventi reali dalla vendita del riso, la giunta ha chiesto alle banche di finanziare i 50 miliardi di baht mancanti dalle casse pubbliche sui 90 miliardi di baht (circa 2 miliari di euro) necessari. La politica risicola è stato uno degli elementi utilizzati dalla protesta anti-governativa per chiedere da novembre 2013 e senza successo fino all’intervento dei generali, le dimissioni dell’esecutivo, già accusato di poca trasparenza, sudditanza alla famiglia Shinawatra attraverso la premier Yingluck Shinawatra e politiche volte solo a garantirsi la base elettorale.

Proprio per smentire la volontà di ospitare un governo in esilio opposto alla giunta al potere, oggi il premier cambogiano Hun Sen ha dichiarato con chiarezza che la Cambogia non interferirà negli affari interni thailandesi e ha chiesto all’ex premier in esilio Thaksin Shinawatra, amico personale e consulente economico del suo governo, come pure alla sorella Yingluck, a capo dell’esecutivo defenestrato dai militari, di capire la posizione del suo paese.


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