mercoledì, giugno 18, 2014
Una speranza concreta per i bambini affetti da leucemie e da altre malattie del sangue. 

Radio Vaticana - Questa mattina, all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma sono stati presentati i risultati della ricerca - condotta dall’équipe del prof. Franco Locatelli - che permette anche ai genitori di donare cellule staminali. Il nuovo metodo salvavita è stato già applicato con successo su un numero consistente di pazienti dell’Ospedale pediatrico. Il servizio di Gianmichele Laino: ascolta

La nuova frontiera dei trapianti di cellule staminali adulte: all'Ospedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma è stata presentata una nuova tecnica di manipolazione messa a punto per la prima volta al mondo dai ricercatori dell'ospedale romano. Si tratta di un nuovo metodo salvavita per i piccoli pazienti affetti da malattie del sangue che potranno ricevere cellule staminali anche dai propri genitori e non soltanto da donatori perfettamente idonei. Alice Bertaina, responsabile del Modulo interdisciplinare Terapie Avanzate:

“Le principali novità sono la possibilità di garantire a tutti i bambini, che necessitano di un trapianto di midollo osseo, le stesse percentuali di guarigione che hanno quei bambini più fortunati che dispongono di un fratello completamente compatibile. Fino a poco tempo fa la probabilità di guarigione era quasi la metà, se non utilizzavamo un genitore come donatore. Grazie a questa tecnica, invece, questo gap è stato colmato e noi possiamo dare la stessa chance di sopravvivenza – 90 per cento – con un bassissimo rischio di complicanze sia infettive che immunologiche, mediate proprio dal trapianto, il tutto in tempi molto rapidi. Noi abbiamo iniziato ad utilizzare questa tecnica nel novembre del 2010 e abbiamo concluso l’arruolamento nel 2013 e i risultati sono eccezionali: la probabilità di guarigione per i pazienti affetti da malattie benigne è pari al 90 per cento e per quanto riguarda i bambini affetti da leucemia è ormai dell’80 per cento”.

I risultati della ricerca condotta dall'équipe del prof. Franco Locatelli, potenzialmente applicabile a centinaia di bambini in Italia e nel mondo, sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale "Blood", rappresentando un motivo d'orgoglio per tutta la struttura ospedaliera. Giuseppe Profiti, presidente del Bambin Gesù:

“La miglior soddisfazione è vedere il volto dei genitori e vedere i bambini tornare alla loro vita normale. Ci rende soddisfatti per due ottimi motivi: è una tecnica a basso impatto tecnologico, a basso costo, che la rende facilmente replicabile e perché ovviamente è in Rete e quindi è disponibile già a tutti. Diversamente non potrebbe essere in un ospedale come il Bambin Gesù, che è l’ospedale di Papa Francesco. Ma c’è stato chi ha definito questa tecnica una sorta di pietra miliare nel trattamento delle patologie del sangue. Credo che sia così, perché a questo punto elimina o quantomeno pone le basi, per superare quelli che sono stati i problemi che fino ad oggi hanno abbassato le percentuali di successo, in maniera anche significativa, nel trattamento di queste patologie, in modo tale da poter utilizzare il sangue e quindi le cellule di un soggetto, come nel caso specifico dei genitori, per il trapianto, conservando quanto di buono c’è in queste cellule ed eliminando sostanzialmente la parte che genererebbe aggressione verso ciò che non riconosce”.

Una speranza per le famiglie. La loro gioia sta tutta nelle parole di questa mamma che, grazie alla nuova cura, ha visto tornare a sorridere il proprio bambino:

“Da una disperazione iniziale si passa ad una gioia indefinibile. Io sono una mamma che non ha visto suo figlio soffrire. Vedere che tuo figlio, comunque sia, nonostante il percorso che sta affrontando, ride”.


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