domenica, giugno 22, 2014
La Siria è uno stato fallito e le recenti elezioni presidenziali non hanno rispettato nemmeno gli standard minimi per un voto credibile": a dirlo da New York, ieri, il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, che ha rinnovato l’appello ai Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell’ ONU a stabilire un embargo delle armi in Siria. Il servizio di Adriana Masotti: ascolta 

Radio Vaticana - “La guerra in Siria non può essere vinta militarmente, ma le parti devono sedersi al tavolo dei negoziati". Lo afferma ancora una volta il segretario generale dell’ONU secondo cui quello siriano è sempre di più uno Stato fallito" ed è “irresponsabile" continuare a dargli sostegno militare. Ban ki moon ha quindi lanciato un appello al Consiglio di Sicurezza Onu affinché stabilisca un embargo delle armi in Siria: “esorto i Paesi membri ad intraprendere tale azione anche individualmente", ha detto Ban, viste le persistenti divergenze all’interno del Consiglio stesso. Le ultime elezioni nel Paese sono state per il segretario generale un "ulteriore colpo al processo politico", non hanno rispettato nemmeno gli standard minimi per un voto credibile, ma, ha detto, "nessuna parte è innocente nella guerra siriana ". E’ dovere della comunità internazionale, ha ribadito Ban Ki Moon, non abbandonare il popolo della Siria ad un'ondata senza fine di crudeltà e di guerra" e ha fornito dati drammatici: le vittime del conflitto potrebbero essere oltre 150mila, 11 milioni di cittadini sono sfollati, più di 2 milioni e mezzo i rifugiati registrati. “Ogni giorno, ha concluso, vengono portate a termine esecuzioni sommarie e torture indicibili, e la gente sta morendo di fame e per le malattie infettive".

L’ultimo grave episodio di violenza, riferito dall’agenzia di stato Sana e attribuito ai ribelli, l’ autobomba esplosa ieri nella provincia di Hama, nella Siria centrale. 34 le vittime, 50 i feriti. Intanto lo Stato islamico dell'Iraq e del Levante il gruppo jihadista che nei giorni scorsi ha conquistato Mosul in Iraq e ha già sotto il suo controllo la provincia settentrionale di Raqqa, nelle ultime ore avrebbe preso il controllo anche di tre città' nella Siria orientale.

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