Ci sono più cristiani perseguitati oggi che nei primi secoli: è quanto ha detto Papa Francesco a Santa Marta, presiedendo la Messa nel giorno in cui si fa memoria dei Santi Protomartiri della Chiesa romana, crudelmente uccisi alle pendici del Colle Vaticano per ordine di Nerone dopo l'incendio di Roma nel 64. Il servizio di Sergio Centofanti: ascolta
Radio Vaticana - La preghiera all’inizio della Messa ricorda che il Signore ha “fecondato con il sangue dei martiri i primi germogli della Chiesa di Roma”. “Si parla della crescita di una pianta“ – ha affermato Papa Francesco nell’omelia - e questo fa pensare a quello che diceva Gesù: “il Regno dei Cieli è come un uomo che abbia gettato a terra il seme, poi va a casa sua“ e – dorma o vegli - “il seme cresce, germoglia, senza che lui sappia come“. Questo seme è la Parola di Dio che cresce e diventa Regno di Dio, diventa Chiesa grazie alla “forza dello Spirito Santo“ e alla “testimonianza dei cristiani“:
“Sappiamo che non c’è crescita senza lo Spirito: è Lui che fa la Chiesa, è Lui che fa crescere la Chiesa, è Lui che convoca la comunità della Chiesa. Ma anche è necessaria la testimonianza dei cristiani. E quando la testimonianza arriva alla fine, quando le circostanze storiche ci chiedono una testimonianza forte, lì ci sono i martiri, i più grandi testimoni. E quella Chiesa viene annaffiata dal sangue dei martiri. E questa è la bellezza del martirio. Incomincia con la testimonianza, giorno dopo giorno, e può finire come Gesù, il primo martire, il primo testimone, il testimone fedele: con il sangue“.
“Ma c’è una condizione per la testimonianza, perché sia vera – ha aggiunto il Papa - deve essere senza condizioni“:
“Abbiamo sentito il Vangelo, questo che dice al Signore di seguirlo, ma gli chiede una condizione: andare a congedarsi o a seppellire il padre … il Signore lo ferma: ’No!’. La testimonianza è senza condizioni. Deve essere ferma, deve essere decisa, deve essere con quel linguaggio che Gesù ci dice, tanto forte: ’Il vostro linguaggio sia sì, sì, no, no’. Questo è il linguaggio della testimonianza“.
“Oggi – ha detto Papa Francesco - guardiamo questa Chiesa di Roma che cresce, irrigata dal sangue dei martiri. Ma anche è giusto – ha proseguito - che noi pensiamo a tanti martiri di oggi, tanti martiri che danno la loro vita per la fede“. E’ vero che sono stati tanti i cristiani perseguitati al tempo di Nerone, ma “oggi – ha sottolineato - non ce ne sono meno“:
“Oggi ci sono tanti martiri, nella Chiesa, tanti cristiani perseguitati. Pensiamo al Medio Oriente, cristiani che devono fuggire dalle persecuzioni, cristiani uccisi dai persecutori. Anche i cristiani cacciati via in modo elegante, con i guanti bianchi: anche quella è una persecuzione. Oggi ci sono più testimoni, più martiri nella Chiesa che nei primi secoli. E in questa Messa, facendo memoria dei nostri gloriosi antenati, qui a Roma, pensiamo anche ai nostri fratelli che vivono perseguitati, che soffrono e che con il loro sangue fanno crescere il seme di tante Chiese piccoline che nascono. Preghiamo per loro e anche per noi“.
“Sappiamo che non c’è crescita senza lo Spirito: è Lui che fa la Chiesa, è Lui che fa crescere la Chiesa, è Lui che convoca la comunità della Chiesa. Ma anche è necessaria la testimonianza dei cristiani. E quando la testimonianza arriva alla fine, quando le circostanze storiche ci chiedono una testimonianza forte, lì ci sono i martiri, i più grandi testimoni. E quella Chiesa viene annaffiata dal sangue dei martiri. E questa è la bellezza del martirio. Incomincia con la testimonianza, giorno dopo giorno, e può finire come Gesù, il primo martire, il primo testimone, il testimone fedele: con il sangue“.
“Ma c’è una condizione per la testimonianza, perché sia vera – ha aggiunto il Papa - deve essere senza condizioni“:
“Abbiamo sentito il Vangelo, questo che dice al Signore di seguirlo, ma gli chiede una condizione: andare a congedarsi o a seppellire il padre … il Signore lo ferma: ’No!’. La testimonianza è senza condizioni. Deve essere ferma, deve essere decisa, deve essere con quel linguaggio che Gesù ci dice, tanto forte: ’Il vostro linguaggio sia sì, sì, no, no’. Questo è il linguaggio della testimonianza“.
“Oggi – ha detto Papa Francesco - guardiamo questa Chiesa di Roma che cresce, irrigata dal sangue dei martiri. Ma anche è giusto – ha proseguito - che noi pensiamo a tanti martiri di oggi, tanti martiri che danno la loro vita per la fede“. E’ vero che sono stati tanti i cristiani perseguitati al tempo di Nerone, ma “oggi – ha sottolineato - non ce ne sono meno“:
“Oggi ci sono tanti martiri, nella Chiesa, tanti cristiani perseguitati. Pensiamo al Medio Oriente, cristiani che devono fuggire dalle persecuzioni, cristiani uccisi dai persecutori. Anche i cristiani cacciati via in modo elegante, con i guanti bianchi: anche quella è una persecuzione. Oggi ci sono più testimoni, più martiri nella Chiesa che nei primi secoli. E in questa Messa, facendo memoria dei nostri gloriosi antenati, qui a Roma, pensiamo anche ai nostri fratelli che vivono perseguitati, che soffrono e che con il loro sangue fanno crescere il seme di tante Chiese piccoline che nascono. Preghiamo per loro e anche per noi“.
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