Elezioni presidenziali oggi in Siria.
Radio Vaticana - In un clima caratterizzato da raid aerei e bombardamenti, appare scontata la rielezione di Assad. Per la prima volta il voto vede la presenza di altri due candidati comuqnue vicini al regime. In realtà si vota solo nelle zone controllate dalle forze lealiste. Niente urne nei territori controllati da un frammentato e sempre piu' radicalizzato fronte degli insorti, dove si tenta di resistere all'avanzata dei qaedisti e delle truppe di Damasco. Il servizio di Marina Calculli: ascolta
I seggi sono aperti dalle 7 di questa mattina in Siria. Oggi si vota per l’elezione del presidente della Repubblica e secondo il ministero degli interni 15 milioni di siriani sono chiamati a votare: una farsa per gran parte della comunità internazionale che si aspetta una vittoria scontata di Bashar al-Asad. In 24 avevano presentato la candidatura; solo tre però sono stati ritenuti idonei. Oltre a Bashar, Hassan Abdullah al-Nouri, un ex parlamentare damasceno, e Maher Abdul-Hafiz Hajjar di Aleppo ed vecchio capo del “Partito del Volere del Popolo”. In un paese dalla lunga tradizione di elezioni manipolate, tuttavia, è difficile aspettarsi colpi di scena. Nei giorni precedenti si è votato nei campi profughi dei paesi vicini, anche se secondo un sondaggio dell’Arab Centre for research and policy studies, i tre quarti dei siriani fuori dal paese ritengono che queste elezioni siano illegittime. Il capo dell’opposizione in esilio, Ahmad Jarba, ha invitato tutti i siriani a restare a casa e boicottare le elezioni.
Radio Vaticana - In un clima caratterizzato da raid aerei e bombardamenti, appare scontata la rielezione di Assad. Per la prima volta il voto vede la presenza di altri due candidati comuqnue vicini al regime. In realtà si vota solo nelle zone controllate dalle forze lealiste. Niente urne nei territori controllati da un frammentato e sempre piu' radicalizzato fronte degli insorti, dove si tenta di resistere all'avanzata dei qaedisti e delle truppe di Damasco. Il servizio di Marina Calculli: ascolta
I seggi sono aperti dalle 7 di questa mattina in Siria. Oggi si vota per l’elezione del presidente della Repubblica e secondo il ministero degli interni 15 milioni di siriani sono chiamati a votare: una farsa per gran parte della comunità internazionale che si aspetta una vittoria scontata di Bashar al-Asad. In 24 avevano presentato la candidatura; solo tre però sono stati ritenuti idonei. Oltre a Bashar, Hassan Abdullah al-Nouri, un ex parlamentare damasceno, e Maher Abdul-Hafiz Hajjar di Aleppo ed vecchio capo del “Partito del Volere del Popolo”. In un paese dalla lunga tradizione di elezioni manipolate, tuttavia, è difficile aspettarsi colpi di scena. Nei giorni precedenti si è votato nei campi profughi dei paesi vicini, anche se secondo un sondaggio dell’Arab Centre for research and policy studies, i tre quarti dei siriani fuori dal paese ritengono che queste elezioni siano illegittime. Il capo dell’opposizione in esilio, Ahmad Jarba, ha invitato tutti i siriani a restare a casa e boicottare le elezioni.
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