L'idea è venuta all'azienda inglese Dovetailed che utilizza una tecnica di gastronomia molecolare chiamata sferificazione.
New York (WSI) - L’azienda inglese Dovetailed ha sviluppato una stampante 3D per la produzione di frutta commestibile che utilizza una tecnica di gastronomia molecolare chiamata sferificazione.
Combinando singole goccioline liquide con sapori diversi in una forma desiderata, permette la creazione di frutti su misura in pochi secondi. L'opera si rivolge a cuochi, amanti della cucina e a chiunque sia interessato a fare esperienze culinarie creative. Non è necessaria alcuna conoscenza specialistica della cucina o della gastronomia molecolare, per creare rapidamente frutta fresca e biologica 3D su richiesta.
La stampante frutta 3D è stata rivelata al Tech Food Hack, un pranzo "sperimentale" a Cambridge, dove si sono riuniti alcuni tecnici e buongustai per vivere insolite esperienze gastronomiche.
Il prodotto, secondo gli autori, apre nuove possibilità non solo per i professionisti del settore ma anche in ambito domestico, offrendo la prospettiva della frutta fresca su richiesta. Con questo strumento si possono scegliere il sapore, la consistenza, le dimensioni e la forma del frutto, per riprodurre specie esistenti o crearne di nuove. La cosa, personalmente, mi fa rabbrividire, ma il progresso tecnologico non ascolta certo il mio sentimento.
Come riferito in altre occasioni, la stampa 3D è sempre più ricorrente nel dibattito tecnologico, per le potenzialità enormi connesse a questa soluzione, di cui ogni giorno si scoprono nuove applicazioni. Restando in ambito alimentare, qualche tempo fa è nata Foodini, una macchina capace di stampare anche il cibo, che porta in cucina questa tecnologia, per offrire la sua versatilità a chi lavora per preparare le pietanze.
Il contenuto di questo articolo, pubblicato da GadgetBlog - che ringraziamo - esprime il pensiero dell' autore e non necessariamente rappresenta la linea editoriale di Wall Street Italia, che rimane autonoma e indipendente.
La stampante frutta 3D è stata rivelata al Tech Food Hack, un pranzo "sperimentale" a Cambridge, dove si sono riuniti alcuni tecnici e buongustai per vivere insolite esperienze gastronomiche.
Il prodotto, secondo gli autori, apre nuove possibilità non solo per i professionisti del settore ma anche in ambito domestico, offrendo la prospettiva della frutta fresca su richiesta. Con questo strumento si possono scegliere il sapore, la consistenza, le dimensioni e la forma del frutto, per riprodurre specie esistenti o crearne di nuove. La cosa, personalmente, mi fa rabbrividire, ma il progresso tecnologico non ascolta certo il mio sentimento.
Come riferito in altre occasioni, la stampa 3D è sempre più ricorrente nel dibattito tecnologico, per le potenzialità enormi connesse a questa soluzione, di cui ogni giorno si scoprono nuove applicazioni. Restando in ambito alimentare, qualche tempo fa è nata Foodini, una macchina capace di stampare anche il cibo, che porta in cucina questa tecnologia, per offrire la sua versatilità a chi lavora per preparare le pietanze.
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