Tregua a partire dalle 22 di ieri sera. L’annuncio unilaterale è stato fatto dal governo di Kiev per permettere ai separatisti dell’est ucraino di avviare il disarmo, ma la Russia boccia il cessate il fuoco: sembra piuttosto un ultimatum, è la risposta di Mosca.
Radio Vaticana - Il presidente Poroshenko ha presentato il piano di pace per mettere fine al conflitto, ma la tensione resta molto alta. Kiev ha chiuso un chilometro e mezzo di confine con la Russia, mentre Mosca, secondo gli Stati Uniti, starebbe ammassando forze militari significative lungo la frontiera. Francesca Sabatinelli
Dalle dieci di stasera e per una settimana regnerà il cessate il fuoco. Kiev lo ha stabilito per permettere ai ribelli di deporre le armi, ciò che i separatisti non intendono però fare, almeno fino a quando non vi sarà il completo ritiro delle truppe ucraine dalle regione orientale. Poroshenko ha presentato il suo piano di pace da Donetsk, epicentro della ribellione. Quattordici punti che prevedono non federalismo, ma decentramento. L’offerta del presidente ucraino ai separatisti e a Mosca stabilisce quali condizioni: il disarmo dei ribelli, l’impunità per coloro che non si sono macchiati di gravi reati, la creazione di un corridoio per consentire ai "mercenari" di lasciare il Paese, il decentramento del potere e la protezione della lingua russa. A ciò va aggiunta la creazione di una zona cuscinetto di 10 chilometri alla frontiera con la Russia, atta a bloccare il passaggio di armi e miliziani. Le truppe di Kiev nel frattempo hanno recuperato due villaggi vicino Slaviansk, con un considerevole numero di morti tra i separatisti. Gli ucraini hanno anche chiuso un chilometro e mezzo di confine, mentre secondo gli Stati Uniti i russi avrebbero ammassato carri armati in una base sud-occidentale. Il Cremlino nega un’escalation militare mentre Putin, che discuterà del piano con Poroshenko, ha riunito il consiglio di sicurezza.
Dalle dieci di stasera e per una settimana regnerà il cessate il fuoco. Kiev lo ha stabilito per permettere ai ribelli di deporre le armi, ciò che i separatisti non intendono però fare, almeno fino a quando non vi sarà il completo ritiro delle truppe ucraine dalle regione orientale. Poroshenko ha presentato il suo piano di pace da Donetsk, epicentro della ribellione. Quattordici punti che prevedono non federalismo, ma decentramento. L’offerta del presidente ucraino ai separatisti e a Mosca stabilisce quali condizioni: il disarmo dei ribelli, l’impunità per coloro che non si sono macchiati di gravi reati, la creazione di un corridoio per consentire ai "mercenari" di lasciare il Paese, il decentramento del potere e la protezione della lingua russa. A ciò va aggiunta la creazione di una zona cuscinetto di 10 chilometri alla frontiera con la Russia, atta a bloccare il passaggio di armi e miliziani. Le truppe di Kiev nel frattempo hanno recuperato due villaggi vicino Slaviansk, con un considerevole numero di morti tra i separatisti. Gli ucraini hanno anche chiuso un chilometro e mezzo di confine, mentre secondo gli Stati Uniti i russi avrebbero ammassato carri armati in una base sud-occidentale. Il Cremlino nega un’escalation militare mentre Putin, che discuterà del piano con Poroshenko, ha riunito il consiglio di sicurezza.
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