Massimo Di Cataldo: La mia vita, di tutto un po’...
Vi è mai capitato di ascoltare una canzone che parla d’amore e di immedesimarvi in quelle frasi o in quella storia vivendo le emozioni dell’interprete in prima persona? Quando succede, penso sempre che l’autore debba essere sicuramente un genio perché sa mettere insieme esattamente le parole e la musica per dire in modo perfetto quello che nessun altro, in quel momento, avrebbe saputo dire in maniera migliore. Massimo Di Cataldo, è senz’altro un artista che con la sua musica sa fare questo. Lui nasce a Roma il 25 aprile 1968, ha la faccia da bravo ragazzo e negli anni ’90 spopola tra le ragazzine che impazziscono per lui e le sue bellissime canzoni ancora oggi apprezzate dal pubblico italiano. Pezzi storici come: “ Come sei bella”; “ Se adesso te ne vai”; “ Siamo nati liberi” “ Veramente”, sono semplicemente pezzi di vita, in cui tutti possono rispecchiarsi.
Massimo Di Cataldo ai microfoni di LPL NEWS24 racconta il suo percorso artistico e le sue emozioni.
D.- Massimo forse pochi lo ricordano, ma tu inizi la tua carriera artistica come attore nel 1993 con una serie per la tv, prodotta dalla Rai… I RAGAZZI DEL MURETTO. Che cosa ricordi di quell’esperienza?
R. - E’ stata una bella esperienza soprattutto perché eravamo tutti molto giovani in cerca di visibilità. Io feci una prima serie nella quale ero semplicemente un figurante e poi finalmente ebbi un ruolo come protagonista in una puntata nella seconda serie e quello fu appunto il mio exploit. La cosa bella, che al di là del ruolo più o meno importante, c’era molta amicizia tra tutti, e questa è una cosa che ricordo volentieri.
D.- L’Amicizia è rimasta con quei ragazzi? Qualcuno continui a vederlo?
R.- Devo dire che l’amicizia è rimasta con poche persone. Quelli che ho continuato a sentire sono Francesca Antonelli, con cui ci mandiamo dei saluti e Lorenzo Amato che è un caro amico su Facebook e ci scriviamo ogni tanto, con gli altri purtroppo ci si è persi.
D.- Sempre in quell’anno superi le selezioni per Castrocaro, dove arrivi in finale, ti ricordi con quale canzone?
R.- A Castrocaro portai una mia canzone e se non ricordo male, s’intitolava: “ Io sto sbroccando per te” . Sbroccare è un tipico termine romanesco, che oggi invece è usato un po’ ovunque. È stato un pezzo blues, o un po’ rock blues ma non sono andato avanti con quel genere.
D.- Però ti ha portato fortuna perché 1994 vinci Sanremo Giovani con “Soli”; 1995 arrivi secondo a Sanremo con “Che sarà di me”; 1996 sempre Sanremo con “ Se adesso te ne vai”. Insomma Massimo un successo dopo l’altro?
R.- Sì è vero, mi ha portato fortuna perché quell’anno lì mi sono presentato al pubblico grazie a Castrocaro che all’epoca era un’ottima vetrina ed ebbi il primo contatto con la discografia perché sempre in quell’occasione fui notato dalla Sony che mi propose per Sanremo giovani 1994 condotto da Pippo Baudo.
D.- Massimo quegli anni lì per la musica italiana sono stati molto diversi da questi, giusto?
R.- Direi di sì. È stato un periodo dove era sicuramente più difficile arrivare al successo, però in un certo senso diventava più facile perché se c’era il talento c’erano delle possibilità. Oggi invece, che ci sono tante opportunità per il talento, come questi talent show – e ce ne sono tantissimi – è molto più facile arrivare alla notorietà, però poi diventa molto più difficile affermarsi e confermare il successo. Oggi è tutto molto più veloce, è tutto “ usa e getta” e questo svilisce in qualche modo la qualità. Questo è quello che credo senza nessuna presunzione. Negli anni in cui mi affacciavo alla musica uscivano e si affermavano: Giorgia, la Pausini, Grignani, i Neri Per Caso, Silvestri, Nek, uscivano tanti nomi importanti che sono rimasti nel panorama musicale italiano. Oggi invece c’è molta facilità nel costruire il pacchetto però poi alla fine c’è poco di genuino.
D.- Il tuo primo album “ SIAMO NATI LIBERI” fu pubblicato in trentacinque paesi e ci sono alcuni brani firmati da Eros Ramazzotti, Renato Zero ed Enrico Ruggeri. Prodotto da Phil Palmer (l’assolo di CON IL NASTRO ROSA di Lucio Battisti è di Phil Palmer). Da subito quindi grandi collaborazioni. Quanto è importante collaborare tra artisti?
R.- Quell’album per me è stato molto importante perché ha aperto tutto quello che si poteva aprire in quel periodo. Trentacinque paesi, grandi nomi, è stata una cosa che forse all’epoca neanche ho potuto capire quanto fosse davvero importante perché ho affrontato tutto in modo molto incosciente, con il rischio di darlo per scontato. Credo che sia più facile fare queste grandi collaborazioni all’inizio, quando sei preso in simpatia e patrocinato da quelli che sono già importanti, dai grandi nomi ecc. che quando ci si afferma e si è già tracciata una propria strada musicale. Le collaborazioni comunque, al di la della rilevanza del nome, sono sempre importanti nella vita, sia per lo scambio culturale sia per la crescita professionale.
D.- Massimo tu hai sempre cantato l’amore, hai fatto innamorare migliaia di ragazzine. Che rapporto hai con le tue fan che ovviamente sono cresciute ma che comunque ti riconoscono per strada, ti fermano, ti chiedono foto e autografi?
R.- Come hai detto tu, non sono più ragazzine ma sono mamme di ragazzine che magari ascoltano altri generi musicali rispetto al mio, però mi conoscono, e quindi spesso capita di trovare ai concerti mamme, figlie e a volte anche le nonne ed è bello per me, è una bella sensazione. Vuol dire che c’è stata condivisione con la gente, anche con gli uomini, che apprezzano la mia musica. A me fa molto piacere essere riuscito a passare da una generazione all’altra e che la mia musica per certi versi sia rimasta comunque moderna. Ci sono cose che ho fatto diversi anni fa e che sono rimaste attuali nei testi e nella musica. Considera che sono passati dal 1994 a oggi vent’anni. Poi oggi c’è anche una riscoperta di certe sonorità, di un certo linguaggio. Ci sono canzoni come: “ Se adesso te ne vai” che è ancora attuale, oltre che nella musica, lo è nella storia, dato che certe storie purtroppo si ripetono.
D.- Abbiamo detto che sei un artista sempre in movimento: attore, compositore, cantante. Hai mai partecipato ad eventi Unicef?
R.- Sì ho partecipato a delle manifestazioni Unicef. In questo periodo sono socio onorario di un’associazione molto importante che si chiama SENZA VELI SULLA LINGUA, la presidente e socio fondatore dell’associazione si chiama Ebla Ahmed ed è anche l’autrice del libro L’Amore ai tempi di Bin Laden . La vice presidente è Anita Madaluni, una giornalista e una PR internazionale. Loro mi hanno scelto come socio onorario di questa fondazione ed è una cosa che mi ha fatto molto piacere e molto onore, proprio perché si tratta di diritti umani. Si tratta di situazioni nelle quali è possibile trovarsi, e quindi in qualche modo, anche per i miei trascorsi, sono stato scelto come esempio al contrario di quelli che possono essere i diritti non solo della donna ma anche dell’uomo, o comunque di tutte quelle donne che hanno subito dei maltrattamenti. Per me è stato un grande onore. Un’altra cosa in cui sono impegnato in questo periodo e che mi sta particolarmente a cuore è l’Istituto Nuovo IMAIE. Il nuovo IMAIE è appunto Istituto Mutualistico Artisti Interpreti e Esecutori e si occupa di gestire i diritti connessi degli interpreti o esecutori, amministrando e ripartendo il cosiddetto “equo compenso”. Ne sono uno dei fondatori insieme a Bacalov, Baglioni, Banfi e tanti altri. In questo periodo sono anche delegato degli artisti e quindi mi occupo di promuovere questo Istituto proprio nel mio campo, con gli artisti come me, che necessitano costantemente di tutela per il lavoro stesso che facciamo. Il lavoro dell’artista è un lavoro in cui ci si espone molto e in Italia la tutela è scarsissima. Ci stiamo dando tanto da fare perché il lavoro è davvero tanto, i portavoce ufficiali in questo momento sono Dody Battaglia dei Pooh per la musica e Gianmarco Tognazzi per gli attori. Prima parlavamo di collaborazioni, questa è una forma di scambio molto importante perché la nostra oltre ad essere una passione è soprattutto anche un mestiere che va difeso e va tutelato.
D.- Massimo abbiamo parlato dei tuoi successi musicali del passato, cosa gira oggi invece nel tuo stereo? Ci parli del tuo nuovo lavoro musicale?
R.- Ci sto lavorando e ci vorrà ancora un po’ di tempo. È un disco molto importante, nel senso che oggi non è più come un tempo che si poteva rischiare incoscientemente. In questo momento ci sono tante uscite discografiche e tutto dura poco, quindi un prodotto, - che poi prodotto non mi piace – perché per me è un album, è un tratto di vita e voglio farlo uscire nel momento migliore. Sto aspettando il momento giusto per non tirarlo via così, come può succedere con tante cose che escono troppo facilmente. Allora succede che mi ci affeziono sempre di più, lavoro su tante canzoni inedite, che raccontano comunque di situazioni personali. Quindi un album molto intimista e sto cercando di esteriorizzare i sentimenti che provo cercando però di trovare anche un modo per far passare la condivisione delle sensazioni e dei sentimenti con gli altri. Per questo motivo impiego molto tempo a lavorare sul testo, perché cerco la semplicità e la ‘semplicità’ è un punto d’arrivo difficile da trovare.
D.- Anche in questo cd ci sono delle collaborazioni con dei musicisti italiani particolari?
R.- Al momento non ne parlo molto, nel senso che al momento è un argomento top secret, però sì, ci saranno delle collaborazioni soprattutto con dei musicisti.
D.- L’estate è alle porte. Dimensione Live? Sarai in giro per l’Italia?
R.- Sì, sarò in giro per l’Italia, sto chiudendo in questo periodo dei contratti. Il live è molto importante perché ti da la possibilità di incontrare la gente e di fare il mio lavoro nella performance che è molto diverso da quello che si fa in studio, quindi i concerti sono un modo per scaricare e ricaricarsi, e poi sono molto divertenti. E’ divertente l’atmosfera, è divertente il viaggio e tutto ciò per cui forse da ragazzi si sogna di fare il musicista è nel live.
D.- Le date dei tuoi concerti le troveremo sul tuo sito internet e sulla tua pagina Facebook?
R.- Ci sarà un sito internet e ovviamente una pagina facebook. Abbiamo avuto un po’ di problemi con il dominio del sito, ma che saranno risolti nel più breve tempo possibile, almeno mi auguro.
L’intervista finisce qui. Ringraziamo Massimo Di Cataldo per la sua disponibilità e la sua gentilezza. È stato un pomeriggio davvero piacevole. Lo aspettiamo per quest’estate, live in giro per l’Italia.
Intervista di Simona Santullo
Vi è mai capitato di ascoltare una canzone che parla d’amore e di immedesimarvi in quelle frasi o in quella storia vivendo le emozioni dell’interprete in prima persona? Quando succede, penso sempre che l’autore debba essere sicuramente un genio perché sa mettere insieme esattamente le parole e la musica per dire in modo perfetto quello che nessun altro, in quel momento, avrebbe saputo dire in maniera migliore. Massimo Di Cataldo, è senz’altro un artista che con la sua musica sa fare questo. Lui nasce a Roma il 25 aprile 1968, ha la faccia da bravo ragazzo e negli anni ’90 spopola tra le ragazzine che impazziscono per lui e le sue bellissime canzoni ancora oggi apprezzate dal pubblico italiano. Pezzi storici come: “ Come sei bella”; “ Se adesso te ne vai”; “ Siamo nati liberi” “ Veramente”, sono semplicemente pezzi di vita, in cui tutti possono rispecchiarsi.
Massimo Di Cataldo ai microfoni di LPL NEWS24 racconta il suo percorso artistico e le sue emozioni.
D.- Massimo forse pochi lo ricordano, ma tu inizi la tua carriera artistica come attore nel 1993 con una serie per la tv, prodotta dalla Rai… I RAGAZZI DEL MURETTO. Che cosa ricordi di quell’esperienza?
R. - E’ stata una bella esperienza soprattutto perché eravamo tutti molto giovani in cerca di visibilità. Io feci una prima serie nella quale ero semplicemente un figurante e poi finalmente ebbi un ruolo come protagonista in una puntata nella seconda serie e quello fu appunto il mio exploit. La cosa bella, che al di là del ruolo più o meno importante, c’era molta amicizia tra tutti, e questa è una cosa che ricordo volentieri.
D.- L’Amicizia è rimasta con quei ragazzi? Qualcuno continui a vederlo?
R.- Devo dire che l’amicizia è rimasta con poche persone. Quelli che ho continuato a sentire sono Francesca Antonelli, con cui ci mandiamo dei saluti e Lorenzo Amato che è un caro amico su Facebook e ci scriviamo ogni tanto, con gli altri purtroppo ci si è persi.
D.- Sempre in quell’anno superi le selezioni per Castrocaro, dove arrivi in finale, ti ricordi con quale canzone?
R.- A Castrocaro portai una mia canzone e se non ricordo male, s’intitolava: “ Io sto sbroccando per te” . Sbroccare è un tipico termine romanesco, che oggi invece è usato un po’ ovunque. È stato un pezzo blues, o un po’ rock blues ma non sono andato avanti con quel genere.
D.- Però ti ha portato fortuna perché 1994 vinci Sanremo Giovani con “Soli”; 1995 arrivi secondo a Sanremo con “Che sarà di me”; 1996 sempre Sanremo con “ Se adesso te ne vai”. Insomma Massimo un successo dopo l’altro?
R.- Sì è vero, mi ha portato fortuna perché quell’anno lì mi sono presentato al pubblico grazie a Castrocaro che all’epoca era un’ottima vetrina ed ebbi il primo contatto con la discografia perché sempre in quell’occasione fui notato dalla Sony che mi propose per Sanremo giovani 1994 condotto da Pippo Baudo.
D.- Massimo quegli anni lì per la musica italiana sono stati molto diversi da questi, giusto?
R.- Direi di sì. È stato un periodo dove era sicuramente più difficile arrivare al successo, però in un certo senso diventava più facile perché se c’era il talento c’erano delle possibilità. Oggi invece, che ci sono tante opportunità per il talento, come questi talent show – e ce ne sono tantissimi – è molto più facile arrivare alla notorietà, però poi diventa molto più difficile affermarsi e confermare il successo. Oggi è tutto molto più veloce, è tutto “ usa e getta” e questo svilisce in qualche modo la qualità. Questo è quello che credo senza nessuna presunzione. Negli anni in cui mi affacciavo alla musica uscivano e si affermavano: Giorgia, la Pausini, Grignani, i Neri Per Caso, Silvestri, Nek, uscivano tanti nomi importanti che sono rimasti nel panorama musicale italiano. Oggi invece c’è molta facilità nel costruire il pacchetto però poi alla fine c’è poco di genuino.
D.- Il tuo primo album “ SIAMO NATI LIBERI” fu pubblicato in trentacinque paesi e ci sono alcuni brani firmati da Eros Ramazzotti, Renato Zero ed Enrico Ruggeri. Prodotto da Phil Palmer (l’assolo di CON IL NASTRO ROSA di Lucio Battisti è di Phil Palmer). Da subito quindi grandi collaborazioni. Quanto è importante collaborare tra artisti?
R.- Quell’album per me è stato molto importante perché ha aperto tutto quello che si poteva aprire in quel periodo. Trentacinque paesi, grandi nomi, è stata una cosa che forse all’epoca neanche ho potuto capire quanto fosse davvero importante perché ho affrontato tutto in modo molto incosciente, con il rischio di darlo per scontato. Credo che sia più facile fare queste grandi collaborazioni all’inizio, quando sei preso in simpatia e patrocinato da quelli che sono già importanti, dai grandi nomi ecc. che quando ci si afferma e si è già tracciata una propria strada musicale. Le collaborazioni comunque, al di la della rilevanza del nome, sono sempre importanti nella vita, sia per lo scambio culturale sia per la crescita professionale.
D.- Massimo tu hai sempre cantato l’amore, hai fatto innamorare migliaia di ragazzine. Che rapporto hai con le tue fan che ovviamente sono cresciute ma che comunque ti riconoscono per strada, ti fermano, ti chiedono foto e autografi?
R.- Come hai detto tu, non sono più ragazzine ma sono mamme di ragazzine che magari ascoltano altri generi musicali rispetto al mio, però mi conoscono, e quindi spesso capita di trovare ai concerti mamme, figlie e a volte anche le nonne ed è bello per me, è una bella sensazione. Vuol dire che c’è stata condivisione con la gente, anche con gli uomini, che apprezzano la mia musica. A me fa molto piacere essere riuscito a passare da una generazione all’altra e che la mia musica per certi versi sia rimasta comunque moderna. Ci sono cose che ho fatto diversi anni fa e che sono rimaste attuali nei testi e nella musica. Considera che sono passati dal 1994 a oggi vent’anni. Poi oggi c’è anche una riscoperta di certe sonorità, di un certo linguaggio. Ci sono canzoni come: “ Se adesso te ne vai” che è ancora attuale, oltre che nella musica, lo è nella storia, dato che certe storie purtroppo si ripetono.
D.- Abbiamo detto che sei un artista sempre in movimento: attore, compositore, cantante. Hai mai partecipato ad eventi Unicef?
R.- Sì ho partecipato a delle manifestazioni Unicef. In questo periodo sono socio onorario di un’associazione molto importante che si chiama SENZA VELI SULLA LINGUA, la presidente e socio fondatore dell’associazione si chiama Ebla Ahmed ed è anche l’autrice del libro L’Amore ai tempi di Bin Laden . La vice presidente è Anita Madaluni, una giornalista e una PR internazionale. Loro mi hanno scelto come socio onorario di questa fondazione ed è una cosa che mi ha fatto molto piacere e molto onore, proprio perché si tratta di diritti umani. Si tratta di situazioni nelle quali è possibile trovarsi, e quindi in qualche modo, anche per i miei trascorsi, sono stato scelto come esempio al contrario di quelli che possono essere i diritti non solo della donna ma anche dell’uomo, o comunque di tutte quelle donne che hanno subito dei maltrattamenti. Per me è stato un grande onore. Un’altra cosa in cui sono impegnato in questo periodo e che mi sta particolarmente a cuore è l’Istituto Nuovo IMAIE. Il nuovo IMAIE è appunto Istituto Mutualistico Artisti Interpreti e Esecutori e si occupa di gestire i diritti connessi degli interpreti o esecutori, amministrando e ripartendo il cosiddetto “equo compenso”. Ne sono uno dei fondatori insieme a Bacalov, Baglioni, Banfi e tanti altri. In questo periodo sono anche delegato degli artisti e quindi mi occupo di promuovere questo Istituto proprio nel mio campo, con gli artisti come me, che necessitano costantemente di tutela per il lavoro stesso che facciamo. Il lavoro dell’artista è un lavoro in cui ci si espone molto e in Italia la tutela è scarsissima. Ci stiamo dando tanto da fare perché il lavoro è davvero tanto, i portavoce ufficiali in questo momento sono Dody Battaglia dei Pooh per la musica e Gianmarco Tognazzi per gli attori. Prima parlavamo di collaborazioni, questa è una forma di scambio molto importante perché la nostra oltre ad essere una passione è soprattutto anche un mestiere che va difeso e va tutelato.
D.- Massimo abbiamo parlato dei tuoi successi musicali del passato, cosa gira oggi invece nel tuo stereo? Ci parli del tuo nuovo lavoro musicale?
R.- Ci sto lavorando e ci vorrà ancora un po’ di tempo. È un disco molto importante, nel senso che oggi non è più come un tempo che si poteva rischiare incoscientemente. In questo momento ci sono tante uscite discografiche e tutto dura poco, quindi un prodotto, - che poi prodotto non mi piace – perché per me è un album, è un tratto di vita e voglio farlo uscire nel momento migliore. Sto aspettando il momento giusto per non tirarlo via così, come può succedere con tante cose che escono troppo facilmente. Allora succede che mi ci affeziono sempre di più, lavoro su tante canzoni inedite, che raccontano comunque di situazioni personali. Quindi un album molto intimista e sto cercando di esteriorizzare i sentimenti che provo cercando però di trovare anche un modo per far passare la condivisione delle sensazioni e dei sentimenti con gli altri. Per questo motivo impiego molto tempo a lavorare sul testo, perché cerco la semplicità e la ‘semplicità’ è un punto d’arrivo difficile da trovare.
D.- Anche in questo cd ci sono delle collaborazioni con dei musicisti italiani particolari?
R.- Al momento non ne parlo molto, nel senso che al momento è un argomento top secret, però sì, ci saranno delle collaborazioni soprattutto con dei musicisti.
D.- L’estate è alle porte. Dimensione Live? Sarai in giro per l’Italia?
R.- Sì, sarò in giro per l’Italia, sto chiudendo in questo periodo dei contratti. Il live è molto importante perché ti da la possibilità di incontrare la gente e di fare il mio lavoro nella performance che è molto diverso da quello che si fa in studio, quindi i concerti sono un modo per scaricare e ricaricarsi, e poi sono molto divertenti. E’ divertente l’atmosfera, è divertente il viaggio e tutto ciò per cui forse da ragazzi si sogna di fare il musicista è nel live.
D.- Le date dei tuoi concerti le troveremo sul tuo sito internet e sulla tua pagina Facebook?
R.- Ci sarà un sito internet e ovviamente una pagina facebook. Abbiamo avuto un po’ di problemi con il dominio del sito, ma che saranno risolti nel più breve tempo possibile, almeno mi auguro.
L’intervista finisce qui. Ringraziamo Massimo Di Cataldo per la sua disponibilità e la sua gentilezza. È stato un pomeriggio davvero piacevole. Lo aspettiamo per quest’estate, live in giro per l’Italia.
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