Si aggrava il bilancio dell’attentato suicida che ha colpito attorno a mezzogiorno ora locale un affollato mercato di una cittadina del distretto di Urgun, parte della provincia di Paktika, confinante con il Pakistan.
Misna - Secondo il portavoce del ministero delle Difesa afghano i morti sono 89 e i feriti 42. L’attentatore ha fatto esplodere la vettura su cui si trovava all’interno dell’area del mercato, devastando una ventina di negozi e diversi autoveicoli. Una strage, soprattutto tra i civili che stavano facendo acquisti per il Ramadan, che non è stata rivendicata. Il movimento talebano ha inviato un messaggio a un media locale dichiarando la propria estraneità a quello che è il peggiore attentato suicida nel paese e condannando “ogni attacco che colpisca la popolazione locale”.
Le operazioni di soccorso sono coordinate dai militari e le vittime sono trasportate nell’ospedale del capoluogo provinciale, Sharan, con elicotteri.
Apparentemente immotivato il massacro, dato che nei dintorni dell’area colpita non vi sono installazioni militari o della polizia. Tuttavia un episodio che aggrava la tensione nel paese, dove alla prospettiva di un ritiro definitivo delle forze internazionali a fine anno si associa la crisi politica determinata dall’incertezza del risultato del ballottaggio delle presidenziali. La mediazione del segretario di Stato americano John Kerry ha portato alla decisione di verificare tutte le schede votate, e a una maggiore disponibilità al dialogo e alla trattativa i due candidati alla presidenza, Ashraf Ghani e Abdullah Abdullah.
Misna - Secondo il portavoce del ministero delle Difesa afghano i morti sono 89 e i feriti 42. L’attentatore ha fatto esplodere la vettura su cui si trovava all’interno dell’area del mercato, devastando una ventina di negozi e diversi autoveicoli. Una strage, soprattutto tra i civili che stavano facendo acquisti per il Ramadan, che non è stata rivendicata. Il movimento talebano ha inviato un messaggio a un media locale dichiarando la propria estraneità a quello che è il peggiore attentato suicida nel paese e condannando “ogni attacco che colpisca la popolazione locale”.
Le operazioni di soccorso sono coordinate dai militari e le vittime sono trasportate nell’ospedale del capoluogo provinciale, Sharan, con elicotteri.
Apparentemente immotivato il massacro, dato che nei dintorni dell’area colpita non vi sono installazioni militari o della polizia. Tuttavia un episodio che aggrava la tensione nel paese, dove alla prospettiva di un ritiro definitivo delle forze internazionali a fine anno si associa la crisi politica determinata dall’incertezza del risultato del ballottaggio delle presidenziali. La mediazione del segretario di Stato americano John Kerry ha portato alla decisione di verificare tutte le schede votate, e a una maggiore disponibilità al dialogo e alla trattativa i due candidati alla presidenza, Ashraf Ghani e Abdullah Abdullah.
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