martedì, luglio 15, 2014
L’esercito nordcoreano ha ripreso le azioni provocatorie al confine dopo alcuni giorni di tregua, in cui aveva lanciato segnali discordanti di dialogo verso i sudcoreani e i giapponesi, ma anche - riferisce l'agenzia Misna - nuove minacce riguardo le prossime manovre congiunte del Sud con gli Stati Uniti. 

Radio Vaticana - Ieri due razzi a media gittata sono stati lanciati verso il Mare del Giappone (Mare orientale, secondo la geografia coreana) e oggi, attorno a mezzogiorno, i lanciarazzi nordcoreani hanno esploso almeno un centinaia di proiettili verso le acque contese al largo della costa orientale della Penisola coreana. In modo non usuale, l’artiglieria del Nord ha sparato dal suo estremo lembo di territorio a ridosso della linea di armistizio tra i due Paesi , centrando comunque acque che il confine non riconosciuto da Pyongyang attribuisce alla Corea del Nord ma a poche centinaia di metri dalla cittadina sudcoreana di Goseong.

Le forze armate del Sud hanno intensificato di conseguenza la vigilanza in un’area che è già la più militarizzata al mondo. La vulnerabilità della capitale Seul e di altri maggiori centri abitati e installazioni strategiche del Sud non solo al lancio di missili ma anche all’artiglieria a lunga gittata sono causa prima dell’apprensione delle forze armate sudcoreane e dell’alleato statunitense che qui ha 29.000 effettivi e diverse basi. Qualunque reazione a un massiccio attacco missilistico o d’artiglieria, infatti – anche se efficace – non potrebbe comunque evitare gravi conseguenze.

Quella di oggi, portata probabilmente con lanciarazzi multipli di 122 millimetri è la quindicesima esercitazione dall’inizio dell’anno, la quinta in una ventina di giorni. Un centinaio finora anche i missili a corto e medio raggio lanciati dal 21 febbraio.

La portaerei statunitense George Washington e parte della sua squadra si stanno avvicinando alle coste sudcoreane per le previste manovre aeronavali congiunte nelle estreme acque meridionali della Penisola coreana dal 16 al 21 luglio, che precedono manovre trilaterali con il coinvolgimento della marina giapponese il 21 e 22 luglio in acque internazionali.


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