Molti portano un “giogo” insopportabile a causa di un “sistema economico che sfrutta l’uomo”.
Radio Vaticana - E’ la denuncia levata da Papa Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro. Il Pontefice ha sottolineato che il cristiano è chiamato a raggiungere i fratelli bisognosi dovunque si trovino, vincendo la logica dell’indifferenza. Al momento dei saluti, Francesco ha ringraziato i molisani per il calore con il quale l’hanno accolto nella sua visita pastorale di ieri. Il servizio di Alessandro Gisotti: ascolta
“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Papa Francesco si è soffermato sull’invito di Gesù, di cui riferisce il Vangelo domenicale. Il Signore, ha detto, “ha davanti agli occhi le persone che incontra ogni giorno”, “gente semplice, poveri, malati, peccatori, emarginati”:
“Questa gente lo ha sempre rincorso per ascoltare la sua parola – una parola che dava speranza! Le parole di Gesù danno sempre speranza! – e anche per toccare anche solo un lembo della sua veste. Gesù stesso cercava queste folle stanche e sfinite come pecore senza pastore (cfr Mt 9,35-36): così dice Lui, e le cercava per annunciare loro il Regno di Dio e per guarire molti nel corpo e nello spirito. Ora li chiama tutti a sé: 'Venite a me', e promette loro sollievo e ristoro”.
Questo invito di Gesù, ha sottolineato il Papa, “si estende fino ai nostri giorni, per raggiungere tanti fratelli e sorelle oppressi da condizioni di vita precarie, da situazioni esistenziali difficili e a volte prive di validi punti di riferimento”. Nei Paesi più poveri, “ma anche nelle periferie dei Paesi più ricchi – ha detto – si trovano tante persone stanche e sfinite sotto il peso insopportabile dell’abbandono e dell’indifferenza”:
“L’indifferenza: quanto male fa ai bisognosi l’indifferenza umana! E peggio, quella dei cristiani. Ai margini della società sono tanti gli uomini e le donne provati dall’indigenza, ma anche dall’insoddisfazione della vita e dalla frustrazione. Tanti sono costretti ad emigrare dalla loro Patria, mettendo a repentaglio la propria vita. Molti di più portano ogni giorno il peso di un sistema economico che sfrutta l’uomo, gli impone un 'giogo' insopportabile, che i pochi privilegiati non vogliono portare. A ciascuno di questi figli del Padre che è nei cieli, Gesù ripete: 'Venite a me, voi tutti'”.
Gesù, ha soggiunto, “lo dice a coloro che possiedono tutto, ma il loro cuore è vuoto”. Anche a loro, Gesù indirizza questo invito: “Venite a me”. “L’invito di Gesù è per tutti. Ma in modo speciale – ha affermato – per quelli che soffrono di più”. Gesù, ha osservato, ci fa anche un invito che è “come un comandamento”: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Il “giogo” del Signore, ha sottolineato ancora il Papa, “consiste nel caricarsi del peso degli altri con amore fraterno”:
“Una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro. La mitezza e l’umiltà del cuore ci aiutano non solo a farci carico del peso degli altri, ma anche a non pesare su di loro con le nostre vedute personali, i nostri giudizi o le nostre critiche o la nostra indifferenza”.
Al momento dei saluti ai pellegrini, numerosi in Piazza San Pietro nonostante la calura estiva, il Papa ha dunque ringraziato la gente del Molise, all’indomani della sua visita pastorale:
“Vorrei salutare in modo particolare e affettuoso tutta la brava gente del Molise, che ieri mi ha accolto nella loro bella terra e anche nel loro cuore. E’ stata un’accoglienza calda, calorosa: non dimenticherò mai! Grazie tante!”
Infine, il Papa ha salutato i fedeli della parrocchia di Salzano, in diocesi di Treviso, dove fu parroco don Giuseppe Sarto, poi diventato Papa Pio X e proclamato Santo, del quale ricorre il centenario della morte.
Radio Vaticana - E’ la denuncia levata da Papa Francesco all’Angelus in Piazza San Pietro. Il Pontefice ha sottolineato che il cristiano è chiamato a raggiungere i fratelli bisognosi dovunque si trovino, vincendo la logica dell’indifferenza. Al momento dei saluti, Francesco ha ringraziato i molisani per il calore con il quale l’hanno accolto nella sua visita pastorale di ieri. Il servizio di Alessandro Gisotti: ascolta
“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”. Papa Francesco si è soffermato sull’invito di Gesù, di cui riferisce il Vangelo domenicale. Il Signore, ha detto, “ha davanti agli occhi le persone che incontra ogni giorno”, “gente semplice, poveri, malati, peccatori, emarginati”:
“Questa gente lo ha sempre rincorso per ascoltare la sua parola – una parola che dava speranza! Le parole di Gesù danno sempre speranza! – e anche per toccare anche solo un lembo della sua veste. Gesù stesso cercava queste folle stanche e sfinite come pecore senza pastore (cfr Mt 9,35-36): così dice Lui, e le cercava per annunciare loro il Regno di Dio e per guarire molti nel corpo e nello spirito. Ora li chiama tutti a sé: 'Venite a me', e promette loro sollievo e ristoro”.
Questo invito di Gesù, ha sottolineato il Papa, “si estende fino ai nostri giorni, per raggiungere tanti fratelli e sorelle oppressi da condizioni di vita precarie, da situazioni esistenziali difficili e a volte prive di validi punti di riferimento”. Nei Paesi più poveri, “ma anche nelle periferie dei Paesi più ricchi – ha detto – si trovano tante persone stanche e sfinite sotto il peso insopportabile dell’abbandono e dell’indifferenza”:
“L’indifferenza: quanto male fa ai bisognosi l’indifferenza umana! E peggio, quella dei cristiani. Ai margini della società sono tanti gli uomini e le donne provati dall’indigenza, ma anche dall’insoddisfazione della vita e dalla frustrazione. Tanti sono costretti ad emigrare dalla loro Patria, mettendo a repentaglio la propria vita. Molti di più portano ogni giorno il peso di un sistema economico che sfrutta l’uomo, gli impone un 'giogo' insopportabile, che i pochi privilegiati non vogliono portare. A ciascuno di questi figli del Padre che è nei cieli, Gesù ripete: 'Venite a me, voi tutti'”.
Gesù, ha soggiunto, “lo dice a coloro che possiedono tutto, ma il loro cuore è vuoto”. Anche a loro, Gesù indirizza questo invito: “Venite a me”. “L’invito di Gesù è per tutti. Ma in modo speciale – ha affermato – per quelli che soffrono di più”. Gesù, ha osservato, ci fa anche un invito che è “come un comandamento”: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore” (Mt 11,29). Il “giogo” del Signore, ha sottolineato ancora il Papa, “consiste nel caricarsi del peso degli altri con amore fraterno”:
“Una volta ricevuto il ristoro e il conforto di Cristo, siamo chiamati a nostra volta a diventare ristoro e conforto per i fratelli, con atteggiamento mite e umile, ad imitazione del Maestro. La mitezza e l’umiltà del cuore ci aiutano non solo a farci carico del peso degli altri, ma anche a non pesare su di loro con le nostre vedute personali, i nostri giudizi o le nostre critiche o la nostra indifferenza”.
Al momento dei saluti ai pellegrini, numerosi in Piazza San Pietro nonostante la calura estiva, il Papa ha dunque ringraziato la gente del Molise, all’indomani della sua visita pastorale:
“Vorrei salutare in modo particolare e affettuoso tutta la brava gente del Molise, che ieri mi ha accolto nella loro bella terra e anche nel loro cuore. E’ stata un’accoglienza calda, calorosa: non dimenticherò mai! Grazie tante!”
Infine, il Papa ha salutato i fedeli della parrocchia di Salzano, in diocesi di Treviso, dove fu parroco don Giuseppe Sarto, poi diventato Papa Pio X e proclamato Santo, del quale ricorre il centenario della morte.
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