“Non può esserci soluzione militare a questo conflitto”
Misna - Sono le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, sono risuonate al Palazzo di Vetro poche ore dopo l’avvio dell’invasione di Gaza da parte delle truppe israeliane. Un’operazione che ha già provocato le prime vittime civili palestinesi, incluso un neonato, portando il bilancio totale a 258 morti e 1920 feriti, secondo fonti mediche sul terreno. Le ultime vittime sono quattro membri della stessa famiglia uccisi a Khan Yunis, nel sud della Striscia, altre due persone a Beit Hanun, nel nord, sette a Shejaiyeh (est), quattro, fra cui il neonato, a Rafah. Nelle prime ore dell’attacco di terra ha tgrovato la morte anche un soldato israeliano.
In undici giorni di offensiva, ad Hamas è attribuito il lancio di 1150 razzi, 311 dei quali intercettati dal sistema di difesa antimissile Iron Dome. In un comunicato, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha giustificato l’invasione con il “rifiuto di Hamas di accettare il piano egiziano per un cessate il fuoco e il proseguimento del lancio di razzi contro Israele”. L’obiettivo, ha detto, è “infliggere un colpo significativo alle infrastrutture di Hamas”. Per tutta risposta, il portavoce di Hamas a Gaza, Fawzi Barhoum, ha parlato di una “tappa pericolosa, le cui conseguenze sono incalcolabili” e per cui “Israele pagherà un prezzo elevato”. Per il capo di Hamas in esilio, Khaled Meshaal, l’attacco di terra “è destinato al fallimento”.
Dall’Egitto, dove ha incontrato ieri Abdel Fattah al-Sissi, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas ha deplorato l’attacco, affermando che “condurrà solo ad altro spargimento di sangue e complicherà gli sforzi per mettere fine all’aggressione”.
Misna - Sono le parole del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, sono risuonate al Palazzo di Vetro poche ore dopo l’avvio dell’invasione di Gaza da parte delle truppe israeliane. Un’operazione che ha già provocato le prime vittime civili palestinesi, incluso un neonato, portando il bilancio totale a 258 morti e 1920 feriti, secondo fonti mediche sul terreno. Le ultime vittime sono quattro membri della stessa famiglia uccisi a Khan Yunis, nel sud della Striscia, altre due persone a Beit Hanun, nel nord, sette a Shejaiyeh (est), quattro, fra cui il neonato, a Rafah. Nelle prime ore dell’attacco di terra ha tgrovato la morte anche un soldato israeliano.
In undici giorni di offensiva, ad Hamas è attribuito il lancio di 1150 razzi, 311 dei quali intercettati dal sistema di difesa antimissile Iron Dome. In un comunicato, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha giustificato l’invasione con il “rifiuto di Hamas di accettare il piano egiziano per un cessate il fuoco e il proseguimento del lancio di razzi contro Israele”. L’obiettivo, ha detto, è “infliggere un colpo significativo alle infrastrutture di Hamas”. Per tutta risposta, il portavoce di Hamas a Gaza, Fawzi Barhoum, ha parlato di una “tappa pericolosa, le cui conseguenze sono incalcolabili” e per cui “Israele pagherà un prezzo elevato”. Per il capo di Hamas in esilio, Khaled Meshaal, l’attacco di terra “è destinato al fallimento”.
Dall’Egitto, dove ha incontrato ieri Abdel Fattah al-Sissi, il presidente dell’Autorità nazionale palestinese (Anp) Mahmoud Abbas ha deplorato l’attacco, affermando che “condurrà solo ad altro spargimento di sangue e complicherà gli sforzi per mettere fine all’aggressione”.
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