sabato, agosto 16, 2014
Si aprono in questa solennità dell’Assunta le celebrazioni per il Bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, che mamma Margherita diede alla luce a Castelnuovo d’Asti, in Piemonte, il 16 agosto 1815. 

Radio Vaticana - Un calendario fitto di eventi per ricordare il fondatore dei Salesiani e patrono dei giovani: l’apertura, dunque, a Castelnuovo, in programma, poi, ci sono i due Congressi internazionali di Storia e Pedagogia Salesiana e l’Incontro mondiale del Movimento Giovanile Salesiano. Dal 19 aprile, inoltre, una prolungata Ostensione della Sindone proprio in concomitanza con il Bicentenario. Sulle celebrazioni, Paolo Giacosa ha intervistato don Francesco Cereda, vicario del Rettore Maggiore: ascolta

R. - Le celebrazioni del bicentenario iniziano nel giorno dell’Assunta, con l’accoglienza del Rettore Maggiore da parte del Consiglio comunale e del Consiglio pastorale parrocchiale. Già in questa prima sera il Rettore Maggiore porrà in evidenzia qual è il ruolo di Maria nella vita di don Bosco, così come lui ha appreso l’affidamento a Maria da mamma Margherita e all’interno dell’ambiente parrocchiale. Sabato, che è propriamente il giorno dell’inizio del bicentenario c’è un pellegrinaggio, seguirà poi sul piazzale della Basilica di Don Bosco, a Colle Don Bosco, la celebrazione eucaristica. Durante queste celebrazioni eucaristiche il Rettore Maggiore lancerà il messaggio del bicentenario. Segue quindi il conferimento della cittadinanza onoraria al Rettore Maggiore del comune di Castelnuovo.

D. - Quali sono gli scopi del bicentenario, che ha come tema “Don Bosco con i giovani e per i giovani”?

R. - Lo scopo fondamentale è ricordare la figura di Don Bosco, vedendo specialmente quali sono le sfide cui egli ha fatto fronte per apprendere - da Don Bosco stesso - come oggi dobbiamo rispondere alle sfide dei giovani. Quindi potremmo dire una lezione di discernimento pastorale educativo sulle situazioni in cui i giovani vivono nelle diverse parti del mondo: come Don Bosco, anche noi desideriamo impegnarci come famiglia salesiana e come movimento salesiano a essere con i giovani e per i giovani. Quindi il tema della compagnia, quello dell’essere vicino a loro, del comprenderli, del coinvolgerli nell’azione educativa pastorale a favore di altri giovani, fino a far in modo che ogni giovane scopra il progetto di Dio su di lui, impostando così la sua vita per il futuro.

D. - Il bicentenario durerà fino al 16 agosto 2015: quali sono le principali iniziative in programma?

R. - Ci sono iniziative a livello delle Ispettorie di tutto il mondo, sono 90 Ispettorie; a livello, invece, di Congregazione, la prima - oltre l’apertura - sarà alla fine di settembre la consegna dei crocefissi missionari a coloro che partono per le diverse parti del mondo. Seguirà, in novembre, un congresso storico che prenderà in considerazione lo sviluppo del carisma di Don Bosco dal punto di vista della istituzione Opera Salesiana, dal punto di vista educativo e dal punto di vista spirituale. Proseguirà per l’Italia in particolare un momento nazionale il 24 di gennaio a Torino e nel mese di marzo avremo poi un convegno internazionale pedagogico all’Università Salesiana. Uno degli avvenimenti cui come famiglia salesiana parteciperemo è la visita del Papa a Torino in occasione dell’Ostensione della Sindone e in occasione anche di questo bicentenario. E poi nell’ultima settimana, l’incontro dei giovani di tutto il mondo in modo che prendano slancio per essere loro stessi Don Bosco oggi dove si trovano.

D. - Il messaggio del fondatore dei Salesiani riesce ancora ad essere attuale e quali sono i punti di forza?

R. - Noi vediamo come questo messaggio nelle varie parti del mondo faccia presa, proprio perché è un messaggio di simpatia, di vicinanza ai giovani. La pedagogia di Don Bosco possiamo definirla come l’arte dell’incoraggiamento: essere vicino a loro al punto in cui loro si trovano, attraverso anche la proposta della fede. Il sistema di Don Bosco, proprio per questo avvicinamento a loro, qualunque sia la loro espressione di fede, li porta ad una maturazione. Il progetto è quello di aiutare ogni giovane ad avere un futuro e possibilmente spendersi per gli altri, perché questo era lo stile di Don Bosco: cominciare costituendo un vasto movimento di persone, perché per educare bisogna essere in tanti.


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