In Medio Oriente continua ad esserci la speranza di una tregua.
Radio Vaticana - A sostenerlo è il segretario di Stato americano, John Kerry, ottimista su un accordo tra Israele ed Hamas. Ma l’Onu, intanto, denuncia che gli Stati Uniti armano lo Stato ebraico ed hanno speso quasi un miliardo di dollari per creare un sistema di protezione a beneficio solo dei civili israeliani. Catastrofica la situazione nella Striscia di Gaza dove, secondo fonti locali, le vittime sono oltre 1400. Sull’altro fronte, sono morti 56 soldati e tre civili israeliani. Il servizio di Amedeo Lomonaco: ascolta
La cronaca del 24.mo giorno di combattimenti in Medio Oriente è segnata da bilanci sempre più pesanti e dalle dure condanne di Nazioni Unite ed Unione Europea. Hamas ed Israele – sottolinea l’Onu - commettono gravi violazioni dei diritti dell’uomo che potrebbero costituire crimini contro l’umanità. Gli Stati Uniti - aggiunge l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay - forniscono armi ad Israele. E mentre la Spagna sollecita una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per mettere fine ai “massacri a Gaza”, l’alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, Catherine Ashton, condanna gli attacchi di ieri alla scuola dell’Onu e ad un mercato nella Striscia di Gaza e chiede una tregua immediata. Intanto sul terreno, mentre prosegue l’operazione militare dello Stato ebraico contro Hamas, l’esercito israeliano mobilita altri 16 mila riservisti. Il premier israeliano Benjiamin Netanyahu, annuncia che non accetterà alcuna tregua che tenti di impedire ad Israele di distruggere tutti i tunnel scavati dai miliziani di Hamas. Il presidente palestinese Abu Mazen definisce la Striscia di Gaza “zona disastrata” e chiede alla comunità internazionale di proteggere la popolazione. Secondo stime dell’Onu, oltre l'80% delle persone uccise finora a Gaza sono civili, di cui 251 bambini. Elettricità e acqua si stanno esaurendo. Oltre un milione di bambini – denuncia Save The Children – rischiano di rimanere intrappolati nella zona di guerra senza alcun servizio di prima necessità.
Per un commento sul proseguimento dell’offensiva, Debora Donnini ha sentito Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali: ascolta
“Io personalmente non vedo alcuno spiraglio di pace nel brevissimo termine, per la semplice ragione che Israele vuole portare ad una smilitarizzazione di Hamas e soprattutto quello per cui il governo israeliano vede rosso: la fine della costruzione dei tunnel. I tunnel rappresentano per Israele il problema strategico in questo momento. E quindi o Hamas e i vari movimenti resistenziali palestinesi rinunceranno ufficialmente alla costruzione di questi tunnel, o la mia sensazione è che Israele andrà avanti con la sua politica militare all’interno di Gaza, non curandosi particolarmente degli aspetti e delle conseguenze umanitarie o di riflesso sulla situazione internazionale, perché in questo momento Israele è assolutamente focalizzata sulle necessità e le richieste della propria popolazione”.
Radio Vaticana - A sostenerlo è il segretario di Stato americano, John Kerry, ottimista su un accordo tra Israele ed Hamas. Ma l’Onu, intanto, denuncia che gli Stati Uniti armano lo Stato ebraico ed hanno speso quasi un miliardo di dollari per creare un sistema di protezione a beneficio solo dei civili israeliani. Catastrofica la situazione nella Striscia di Gaza dove, secondo fonti locali, le vittime sono oltre 1400. Sull’altro fronte, sono morti 56 soldati e tre civili israeliani. Il servizio di Amedeo Lomonaco: ascolta
La cronaca del 24.mo giorno di combattimenti in Medio Oriente è segnata da bilanci sempre più pesanti e dalle dure condanne di Nazioni Unite ed Unione Europea. Hamas ed Israele – sottolinea l’Onu - commettono gravi violazioni dei diritti dell’uomo che potrebbero costituire crimini contro l’umanità. Gli Stati Uniti - aggiunge l’Alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Navi Pillay - forniscono armi ad Israele. E mentre la Spagna sollecita una risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per mettere fine ai “massacri a Gaza”, l’alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione Europea, Catherine Ashton, condanna gli attacchi di ieri alla scuola dell’Onu e ad un mercato nella Striscia di Gaza e chiede una tregua immediata. Intanto sul terreno, mentre prosegue l’operazione militare dello Stato ebraico contro Hamas, l’esercito israeliano mobilita altri 16 mila riservisti. Il premier israeliano Benjiamin Netanyahu, annuncia che non accetterà alcuna tregua che tenti di impedire ad Israele di distruggere tutti i tunnel scavati dai miliziani di Hamas. Il presidente palestinese Abu Mazen definisce la Striscia di Gaza “zona disastrata” e chiede alla comunità internazionale di proteggere la popolazione. Secondo stime dell’Onu, oltre l'80% delle persone uccise finora a Gaza sono civili, di cui 251 bambini. Elettricità e acqua si stanno esaurendo. Oltre un milione di bambini – denuncia Save The Children – rischiano di rimanere intrappolati nella zona di guerra senza alcun servizio di prima necessità.
Per un commento sul proseguimento dell’offensiva, Debora Donnini ha sentito Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali: ascolta
“Io personalmente non vedo alcuno spiraglio di pace nel brevissimo termine, per la semplice ragione che Israele vuole portare ad una smilitarizzazione di Hamas e soprattutto quello per cui il governo israeliano vede rosso: la fine della costruzione dei tunnel. I tunnel rappresentano per Israele il problema strategico in questo momento. E quindi o Hamas e i vari movimenti resistenziali palestinesi rinunceranno ufficialmente alla costruzione di questi tunnel, o la mia sensazione è che Israele andrà avanti con la sua politica militare all’interno di Gaza, non curandosi particolarmente degli aspetti e delle conseguenze umanitarie o di riflesso sulla situazione internazionale, perché in questo momento Israele è assolutamente focalizzata sulle necessità e le richieste della propria popolazione”.
Tweet |
Sono presenti 0 commenti
Inserisci un commento
Gentile lettore, i commenti contententi un linguaggio scorretto e offensivo verranno rimossi.