venerdì, agosto 15, 2014
Camion carichi di aiuti umanitari secondo Mosca, ma c'è chi teme che abbiano all'interno armi da fornire ai ribelli filo russi nell'est del paese. 

New York (WSI) - Nuove accuse da parte dell'Ucraina verso Mosca dopo che si è improvvisamente persa traccia del convoglio umanitario di 262 autocarri, destinato ad aiutare la popolazione civile dell'Ucraina sud orientale. Avvistato per l'ultima volta nei pressi della città di Voronezh, 300 miglia a sud di Mosca, il convoglio non ha mai raggiunto la frontiera con la città di Belgorod, che il ministero russo aveva detto che avrebbe usato come tappa intermedia.

I dubbi, come riporta il Telegraph, aumentano di ora in ora. Da una parte il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha detto di non aver controllato il contenuto dei camion e, inoltre, vi è il timore che al loro interno ci possano essere armi da fornire ai ribelli filo russi.

Gli autocarri dovrebbero trasportare, secondo fonti del Cremlino, 400 tonnellate di cereali, 100 di zucchero, 62 di cibo per bambini, 54 di medicinali e materiale sanitario, 12.000 sacchi a pelo e 69 generatori portatili di corrente, ma da Kiev hanno fatto sapere che questi mezzi non entreranno nel Paese.

Le Nazioni Unite intanto hanno annunciato che il numero dei morti nel conflitto è raddoppiato nelle ultime due settimane, a più di due mila vittime. Arseniy Yatsenyuk, il primo ministro ucraino, ha dichiarato: "Il livello di cinismo russo non conosce limiti. Prima mandano carri armati, missili Grad e banditi che sparano sulla popolazione ucraina. Poi mandano acqua e sale".

La Croce Rossa internazionale ha descritto la situazione come "terribile", con i civili che vivono sotto costante bombardamento, con poca acqua corrente ed elettricità e con il cibo e le medicine che stanno esaurendo.

Tornando al convoglio, che era partito da una base militare vicino Mosca, è stato visto l'ultima volta nella città di Voronezh, a 300 miglia a sud di Mosca. Diretto a sud, avrebbe attraversato direttamente la frontiera, per poi entrare nel territorio in mano ai ribelli, una mossa che sarebbe stata vista da Kiev come una dichiarazione di guerra.


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