venerdì, settembre 05, 2014
L’Ebola a Port Harcourt “rischia di espandersi più ampiamente e rapidamente che a Lagos (capitale economica, ndr)” ha avvertito l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), precisando che “le occasioni di contatto con persone contagiate o ad alto rischio sono molteplici”. 

Misna - A Port Harcourt, tre milioni di abitanti, centro nevralgico di produzione del petrolio in Nigeria dove sono operative diverse società straniere, la febbre emorragica ha già causato due vittime e su 200 persone sotto osservazione sanitaria una sessantina sono considerate “ad alto rischio”. La prima vittima, lo scorso 22 agosto, è stata un medico, lui stesso contagiato da un malato proveniente da Lagos (475 km di distanza, ndr), che ha continuato a visitare regolarmente i suoi pazienti in una clinica privata sue giorni dopo aver avvertito i primi sintomi.

Secondo l’ultimo bilancio diffuso dall’Oms, l’epidemia di Ebola dichiarata lo scorso febbraio in Africa occidentale, ha già causato più di 1900 morti su 3500 casi confermati.

Intanto si è aperta a Ginevra una riunione di esperti convocati dall’Oms per fare il punto sulle cure attualmente testate in laboratorio e che potrebbero dare risultati nella lotta al virus. Ad oggi, sulla base delle proposte trasmesse all’Oms da laboratori di tutto il mondo, ci potrebbero essere otto trattamenti disponibili mentre due vaccini meriterebbero di essere sviluppati.

Il consiglio esecutivo dell’Unione Africana ha invece programmato un vertice urgente sull’Ebola, in agenda per lunedì prossimo, sottolineando la necessità di “avere una visione comune della malattia” e di “adottare una strategia continentale che tengo conto del forte impatto socio-economico” dell’epidemia. Durante il vertice saranno anche valutate “le misure di sospensione di voli, di chiusura di porti e frontiere che rischiano di aggravare ulteriormente le sofferenze” si legge nel comunicato diffuso da Addis Abeba.


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