L'Ordine francescano secolare (O.F.S.) (fino al 1978 Terzo ordine francescano o T.O.F.) è costituito da cristiani che, per una vocazione specifica, si impegnano a vivere il Vangelo alla maniera di san Francesco d'Assisi, nel proprio stato secolare, osservando una regola specifica approvata dalla Chiesa.
A pochi mesi dal rinnovo della nomina a Ministro Nazionale dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia di Remo di Pinto, abbiamo occasione di rivolgergli alcune domande.
D. Quali sono gli ambiti dell’OFS in cui oggi secondo te c’è più bisogno di “lavorare”?
R. Come per altre realtà nella Chiesa, credo sia indispensabile affrontare un profondo cambio di mentalità che aiuti a proiettarsi nella dimensione missionaria, uscendo da una certa autoreferenzialità che rischia drammaticamente di lasciarci troppo distanti dalla gente, dalla strada e dalle periferie, che costituiscono l’ambiente nel quale offrire una testimonianza credibile di Chiesa per il mondo, nello stile dei discepoli che seguono Gesù incontro all’uomo.
D. Quali sono le “esigenze” che ti sono state rappresentate dai fratelli dell’OFS?
R. Nella maggior parte dei casi, anche in conseguenza del percorso affrontato negli ultimi mesi, ci si attende di poter partecipare a un “viaggio” e di realizzare un “sogno”, attualizzando cioè l’essenza del carisma francescano: in cammino tra la gente per realizzare fraternità. Si avverte diffusamente il desiderio di fare dell’OFS e della sua missione un dono prezioso da offrire a vantaggio dei più disagiati, degli ultimi, incontro alle “nuove” povertà. Oggi molti si attendono proposte, strade, percorsi, progetti…sarei felice se riuscissimo innanzitutto a ripartire ogni giorno dalla sequela di Cristo, come Francesco. Allora potremo divenire profezia e guide illuminate, non vagabondi ma pellegrini.
D. In questo momento di rapidi cambiamenti e mutazioni, quale secondo te il “posto” e il “ruolo” del francescano secolare nel mondo?
R. Papa Francesco ci sta aiutando molto, perché ogni giorno ci invita a trovare il posto e il ruolo da “abitare” nel mondo. A mio parere il Papa continua a proporre il modello della nostra vocazione: seguire Cristo con lo stile di san Francesco, tra la gente, per la strada, a contatto con la quotidianità della vita, verso le periferie…mi sembra proprio il percorso del francescano secolare. Personalmente credo che, in questo momento storico, oltre al naturale impegno personale, siamo oggi chiamati a un impegno comunitario come espressione di Chiesa nel mondo, capace di proiettarsi nella dimensione sociale, inserendoci nel vuoto lasciato dalle istituzioni. Penso che dovremmo iniziare a “riparare” la società proponendo progetti nelle scuole e per le famiglie, i due punti cardini dai quali partire per donare nuova speranza al mondo.
D. Fraternità e universalità: quanto è importante a tuo avviso creare o rafforzare relazioni con le altre realtà OFS internazionali?
R. È indispensabile tessere una rete fraterna sempre più fitta, per favorire uno “scambio dei talenti” e offrire vicendevolmente il proprio contributo. L’urgenza non è dell’OFS e nemmeno della famiglia francescana, ma del mondo. Universalmente c’è bisogno di recuperare l’essenza della proposta francescana; per questo, poiché chiamati a dare testimonianza del carisma di san Francesco, noi francescani, di ognuno dei tre Ordini, dovremmo sentirci coinvolti in prima persona, sollecitati a recuperare l’essenza del carisma e spinti a dare testimonianza di unità e comunione, cogliendo l’invito a rinnovarci ogni giorno, senza paura di cambiare regole e strutture. Francescani…per l’universale salute!
D. L’eterno dilemma: opere e preghiera. Come pensi possa trovare il suo equilibrio in tal senso un francescano secolare nella società di oggi?
R. Chi prega veramente trasforma la propria vita e ne fa’ dono. Ponendosi in intima sintonia col Signore, si diviene suoi strumenti e, ascoltando la Sua volontà, si realizzano le opere. Così è risolto il dilemma. Come avrebbe risposto san Francesco?
Probabilmente non si sarebbe nemmeno posto la domanda. Le buone opere compiute non nascono dalle nostre idee, ma come risposta a un progetto più alto, che chiede di essere ascoltato, compreso e accolto nella vita. Allo stesso modo, un francescano secolare oggi è chiamato a crescere nel rapporto personale con Gesù Cristo a partire dalla preghiera e da una sana vita spirituale. È qui che ci si rinnova e si diviene “segno” nel tempo che si abita, discepolo e profeta, testimone di speranza.
intervista di Monica Cardarelli
D. Quali sono gli ambiti dell’OFS in cui oggi secondo te c’è più bisogno di “lavorare”?
R. Come per altre realtà nella Chiesa, credo sia indispensabile affrontare un profondo cambio di mentalità che aiuti a proiettarsi nella dimensione missionaria, uscendo da una certa autoreferenzialità che rischia drammaticamente di lasciarci troppo distanti dalla gente, dalla strada e dalle periferie, che costituiscono l’ambiente nel quale offrire una testimonianza credibile di Chiesa per il mondo, nello stile dei discepoli che seguono Gesù incontro all’uomo.
D. Quali sono le “esigenze” che ti sono state rappresentate dai fratelli dell’OFS?
R. Nella maggior parte dei casi, anche in conseguenza del percorso affrontato negli ultimi mesi, ci si attende di poter partecipare a un “viaggio” e di realizzare un “sogno”, attualizzando cioè l’essenza del carisma francescano: in cammino tra la gente per realizzare fraternità. Si avverte diffusamente il desiderio di fare dell’OFS e della sua missione un dono prezioso da offrire a vantaggio dei più disagiati, degli ultimi, incontro alle “nuove” povertà. Oggi molti si attendono proposte, strade, percorsi, progetti…sarei felice se riuscissimo innanzitutto a ripartire ogni giorno dalla sequela di Cristo, come Francesco. Allora potremo divenire profezia e guide illuminate, non vagabondi ma pellegrini.
D. In questo momento di rapidi cambiamenti e mutazioni, quale secondo te il “posto” e il “ruolo” del francescano secolare nel mondo?
R. Papa Francesco ci sta aiutando molto, perché ogni giorno ci invita a trovare il posto e il ruolo da “abitare” nel mondo. A mio parere il Papa continua a proporre il modello della nostra vocazione: seguire Cristo con lo stile di san Francesco, tra la gente, per la strada, a contatto con la quotidianità della vita, verso le periferie…mi sembra proprio il percorso del francescano secolare. Personalmente credo che, in questo momento storico, oltre al naturale impegno personale, siamo oggi chiamati a un impegno comunitario come espressione di Chiesa nel mondo, capace di proiettarsi nella dimensione sociale, inserendoci nel vuoto lasciato dalle istituzioni. Penso che dovremmo iniziare a “riparare” la società proponendo progetti nelle scuole e per le famiglie, i due punti cardini dai quali partire per donare nuova speranza al mondo.
D. Fraternità e universalità: quanto è importante a tuo avviso creare o rafforzare relazioni con le altre realtà OFS internazionali?
R. È indispensabile tessere una rete fraterna sempre più fitta, per favorire uno “scambio dei talenti” e offrire vicendevolmente il proprio contributo. L’urgenza non è dell’OFS e nemmeno della famiglia francescana, ma del mondo. Universalmente c’è bisogno di recuperare l’essenza della proposta francescana; per questo, poiché chiamati a dare testimonianza del carisma di san Francesco, noi francescani, di ognuno dei tre Ordini, dovremmo sentirci coinvolti in prima persona, sollecitati a recuperare l’essenza del carisma e spinti a dare testimonianza di unità e comunione, cogliendo l’invito a rinnovarci ogni giorno, senza paura di cambiare regole e strutture. Francescani…per l’universale salute!
D. L’eterno dilemma: opere e preghiera. Come pensi possa trovare il suo equilibrio in tal senso un francescano secolare nella società di oggi?
R. Chi prega veramente trasforma la propria vita e ne fa’ dono. Ponendosi in intima sintonia col Signore, si diviene suoi strumenti e, ascoltando la Sua volontà, si realizzano le opere. Così è risolto il dilemma. Come avrebbe risposto san Francesco?
Probabilmente non si sarebbe nemmeno posto la domanda. Le buone opere compiute non nascono dalle nostre idee, ma come risposta a un progetto più alto, che chiede di essere ascoltato, compreso e accolto nella vita. Allo stesso modo, un francescano secolare oggi è chiamato a crescere nel rapporto personale con Gesù Cristo a partire dalla preghiera e da una sana vita spirituale. È qui che ci si rinnova e si diviene “segno” nel tempo che si abita, discepolo e profeta, testimone di speranza.
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