"Mediazioni? Difficile farlo prima di conoscere le posizioni"
"Si trova una mediazione sulla riforma del mercato del lavoro, che mi sembra più importante". Così Filippo Taddei, responsabile economico del Partito Democratico, intervenuto a Effetto Giorno, su Radio 24, alla domanda se si troverà una mediazione sull'articolo 18 con la minoranza del partito.
E sulla riforma che tipo di mediazione si fa? "Sa, è difficile fare mediazioni prima di conoscere le posizioni in campo. In questo momento noi vogliamo raccogliere le proposte e i punti di vista e poi ci sarà una sintesi, che pensiamo sia alta. Ma con un obiettivo molto chiaro: il mercato del lavoro italiano, così come è discriminante, iniquo e inefficiente oggi non ci dovrà più essere. Quindi se noi riusciamo a realizzare questo possiamo essere disposti a tutto. Ma non dimentichiamo che la prospettiva è complessiva: si parla di ammortizzatori sociali, di formazione dei lavoratori e cercare di favorire il lavoro stabile, che è l'unico che crea competenze, professionalità e capitale umano. Se si parla di questo ci siamo e ci si confronta con tutti, se si parla di altro ci siamo molto meno".
Lei, da economista prestato alla politica, come interpreta questo scontro? "E' un po' avvilente, il Paese merita una discussione più alta di questa. Sono un po' sorpreso da questo tentativo di scomporre un progetto organico e complessivo in un derby che oggi è sull'articolo 18, domani chissà su cosa sarà. Cerchiamo di fare di più, io per parte mia cercherò di favorire una discussione che sia il più possibile chiara. Lunedì siamo in direzione proprio per parlare di questo"
E sulla riforma che tipo di mediazione si fa? "Sa, è difficile fare mediazioni prima di conoscere le posizioni in campo. In questo momento noi vogliamo raccogliere le proposte e i punti di vista e poi ci sarà una sintesi, che pensiamo sia alta. Ma con un obiettivo molto chiaro: il mercato del lavoro italiano, così come è discriminante, iniquo e inefficiente oggi non ci dovrà più essere. Quindi se noi riusciamo a realizzare questo possiamo essere disposti a tutto. Ma non dimentichiamo che la prospettiva è complessiva: si parla di ammortizzatori sociali, di formazione dei lavoratori e cercare di favorire il lavoro stabile, che è l'unico che crea competenze, professionalità e capitale umano. Se si parla di questo ci siamo e ci si confronta con tutti, se si parla di altro ci siamo molto meno".
Lei, da economista prestato alla politica, come interpreta questo scontro? "E' un po' avvilente, il Paese merita una discussione più alta di questa. Sono un po' sorpreso da questo tentativo di scomporre un progetto organico e complessivo in un derby che oggi è sull'articolo 18, domani chissà su cosa sarà. Cerchiamo di fare di più, io per parte mia cercherò di favorire una discussione che sia il più possibile chiara. Lunedì siamo in direzione proprio per parlare di questo"
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